Casa Bianca: "Teheran era vicina a bomba". Grossi: "Centrifughe non più operative"
È riapparso in un videomessaggio trasmesso in tv la Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, che si crede si sia rifugiato in un bunker dopo gli attacchi di Israele e Usa. “Nonostante tutto il clamore, il regime sionista è quasi crollato ed è stato schiacciato sotto i colpi della Repubblica Islamica”, ha detto elogiando la “grande nazione iraniana”, che ha “sferrato un duro schiaffo in faccia agli Usa” nella guerra durata 12 giorni. Se gli Stati Uniti dovessero attaccare nuovamente l’Iran “pagheranno sicuramente un prezzo molto alto”, ha minacciato Khamenei.
Khamenei: “Trump ha esagerato”
“Il regime statunitense è entrato direttamente in guerra perché riteneva che, se non lo avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto. Tuttavia, non ha ottenuto nulla”, ha rimarcato l’ayatollah, negando la versione data da Donald Trump sulla distruzione dei siti nucleari iraniani: “Il presidente degli Stati Uniti ha esagerato gli eventi. Non sono stati in grado di raggiungere il loro obiettivo e hanno esagerato per nascondere la verità e tenerla segreta”.
Trump ribadisce: “Non hanno portato fuori nulla dalla struttura”
Che Trump abbia ingigantito il risultato dell’operazione ‘Martello di mezzanotte’, lanciata contro i siti nucleari iraniani nella notte tra sabato e domenica, lo suggerisce anche il Financial Times, secondo cui le valutazioni preliminari dell’intelligence fornite ai governi europei indicano che le riserve di uranio altamente arricchito dell’Iran restano in gran parte intatte. Si ipotizza che al momento dell’attacco le scorte di 408 kg di uranio arricchito non fossero concentrate nel sito di Fordow, ma fossero state spostate in altre località. Versione che il presidente degli Stati Uniti ha fortemente negato: “Nulla è stato portato fuori dalla struttura. Ci sarebbe voluto troppo tempo, sarebbe stato troppo pericoloso, troppo pesante e difficile da spostare!”, ha scritto in un post sul suo social Truth.
Trump è poi tornato, sempre su Truth, a criticare la Cnn e il New York Times, per i loro resoconti che ridimensionavano i danni causati dai raid americani: “Si dice che il fallimentare New York Times e la Cnn, fonte di fake news, licenzieranno i giornalisti che hanno inventato le notizie false sui siti nucleari iraniani perché hanno sbagliato tutto. Vediamo cosa succederà”.
Grossi (Aiea): le centrifughe dell’impianto nucleare di Fordow “non sono più operative”
Rafael Mariano Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), ha invece assicurato che le centrifughe dell’impianto nucleare di Fordow “non sono più operative” a causa degli attacchi subiti. “Credo che dire che il programma nucleare iraniano sia stato annientato sia troppo, ma ha subìto dei danni enormi”, ha specificato, parlando di “danni molto molto considerevoli”, mentre il Consiglio dei Guardiani dell’Iran approvava la decisione adottata mercoledì dal Parlamento iraniano che impone al governo di sospendere la cooperazione con l’Aiea. Il presidente Trump ha voluto anche ribadire il suo sostegno al primo ministro Benjamin Netanyhau, definendo il processo per corruzione in corso a suo carico “una caccia alle streghe” e chiedendo che venga annullato subito. Parole che il premier israeliano ha accolto ringraziando per il “commovente sostegno” e con la promessa di “continuare a lavorare insieme per sconfiggere i nemici comuni”.
Netanyahu: “Opportunità per espandere accordi di pace”
L’attenzione ora è tornata sulla Striscia di Gaza. “Abbiamo combattuto strenuamente contro l’Iran e abbiamo ottenuto una grande vittoria. Questa vittoria apre l’opportunità di una drastica espansione degli accordi di pace. Stiamo lavorando con impegno su questo”, ha affermato Netanyahu, “oltre al rilascio dei nostri ostaggi e alla sconfitta di Hamas, si apre qui una finestra di opportunità che non dobbiamo perdere”, “non dobbiamo sprecare nemmeno un giorno”. Nel frattempo, però, Israele ha sospeso la consegna di aiuti alla popolazione della Striscia per varare misure che “impediscano ad Hamas di sottrarre gli aiuti”. La Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), l’unica autorizzata alla distribuzione, ha detto di aver continuato le consegne e di sperare che lo stop sia solo temporaneo, mentre i raid israeliani hanno continuato a colpire, uccidendo almeno 51 persone.
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