Iran, ambasciatore a Roma: “Pronti ad accordo sul nucleare se stop attacchi”

Mohammad Reza Sabouri: "No rischio rivolte, popolo unito"

Mentre proseguono gli scambi di missili e attacchi tra Tel Aviv e Teheran, l’Iran è pronto a un accordo che impedisca a Teheran di avere armi nucleari se si fermano gli attacchi israeliani. L’ambasciatore in Italia, Mohammad Reza Sabouri, in un’intervista a LaPresse rimarca che “le aggressioni del regime sionista costituiscono una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite, incluso l’articolo 2, paragrafo 4, che sancisce il divieto generale di minaccia o uso della forza nelle relazioni internazionali. La Repubblica Islamica dell’Iran, in linea con il principio di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, ha adottato e messo in atto una serie di misure. Tra queste, la risposta missilistica alle sedi militari del regime sionista e, successivamente, in risposta all’attacco di questo regime alle infrastrutture del nostro Paese, l’attacco alle sue strutture economiche. In questa situazione, sottolineo che, finché le aggressioni continueranno, la prosecuzione dei negoziati nucleari con gli Stati Uniti non ha alcuna giustificazione razionale. Il responsabile dell’interruzione dei negoziati è il regime, che ha imposto all’Iran una guerra crudele e aggressiva”.

L’ambasciatore iraniano: “Mai abbandonato il tavolo dei negoziati”

Sabouri sottolinea che “non abbiamo mai abbandonato il tavolo dei negoziati e non lo faremo, ma parlare di negoziati mentre l’aggressione è in corso è privo di significato”, “l’obiettivo principale del regime sionista, con questa palese aggressione contro l’Iran, era quello di porre fine al processo di diplomazia e negoziazione. Questo regime ha attaccato l’Iran proprio durante i colloqui e solo due giorni prima del sesto round di negoziati, e siamo dispiaciuti che il governo americano abbia accompagnato questa azione. Nonostante ciò, la Repubblica Islamica dell’Iran ha dichiarato esplicitamente di essere pronta per qualsiasi accordo che miri a impedire all’Iran di possedere armi nucleari. Tuttavia, se l’obiettivo dell’accordo è privare l’Iran dei suoi diritti nucleari, è naturale che non sia disposta a un tale accordo. Pertanto, la ripresa dei negoziati avverrà sicuramente solo dopo la completa cessazione dell’aggressione, in modo che le condizioni possano essere riesaminate”. L’ambasciatore di Teheran evidenzia che “l’Iran è membro del TNP (Trattato di non proliferazione nucleare) fin dall’inizio e ha condotto tutte le sue attività in conformità con le normative dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA). Finora, ha applicato il massimo livello di ispezioni e trasparenza per rispondere a dubbi e domande. È un amaro paradosso della storia che un regime che persegue chiaramente una strategia di ambiguità nucleare e che, d’altra parte, non è nemmeno membro del TNP, esprima preoccupazione per le attività nucleari pacifiche dell’Iran”.

Sabouri: “Netanyahu dice la stessa cosa da trent’anni”

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, rileva Sabouri, “da quasi trent’anni afferma che l’Iran è a soli sei mesi di distanza dal raggiungere armi nucleari. Oggi, dopo trent’anni, continua a sostenere la stessa accusa, limitandosi a modificare leggermente il numero di mesi. Questo mentre la Repubblica Islamica dell’Iran ha sempre dichiarato che, in base ai principi islamici e alla fatwa della Guida Suprema, considera proibita qualsiasi produzione e utilizzo di armi di distruzione di massa e non ha mai perseguito la loro costruzione. Anche durante la guerra con l’Iraq, nonostante il regime di Saddam abbia usato armi chimiche e biologiche contro di noi, l’Iran, per questo stesso motivo, non ha mai utilizzato tali armi contro il nemico. Pertanto, ribadisco ancora una volta che l’Iran non ha mai abbandonato il tavolo dei negoziati per dimostrare e garantire le proprie attività nucleari pacifiche, e i cinque recenti round di negoziati a Roma e Mascate sono proseguiti proprio in questa direzione”. Quanto invece alla questione del possibile ritiro dell’Iran dal TNP, “è in fase di valutazione e le decisioni necessarie verranno prese in base agli sviluppi futuri”.

Sabouri:  “Il popolo iraniano è unito, non c’è il rischio di rivolte”

L’ambasciatore iraniano accusa Israele di espandere “esplicitamente e deliberatamente la portata dell’aggressione a livello regionale, mettendo a rischio gli interessi di tutti i paesi”. Tel Aviv non ha fatto mistero di sperare in un ‘regime change’, ma Sabouri si dice sicuro che la civiltà iraniana sia “un albero robusto, la minaccia di un regime fittizio con una storia di 80 anni non farà tremare nemmeno le foglie dei suoi rami più giovani. La storia dell’Iran ha dimostrato che il popolo iraniano, dopo ogni aggressione, ha sempre messo da parte tutte le differenze e ha deluso tutti gli aggressori con un’unità esemplare. La storia è una grande maestra. Leggete la storia dai tempi dei Mongoli fino a Saddam Hussein“. Il popolo iraniano, è il messaggio, “ha dimostrato che non esita mai nel confrontare il nemico esterno”. Quanto infine ai rapporti con l’Italia, a inizio giugno, prima dell’attacco israeliano, il segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia ha avuto colloqui bilaterali a Teheran, anche alla luce dei negoziati sul nucleare che Roma ha ospitato. Le relazioni, “pur avendo attraversato alti e bassi nel corso degli anni”, hanno conosciuto negli ultimi mesi un’accelerazione alla luce degli sviluppi regionali. Tuttavia, “in particolare nel settore economico e commerciale, non sono affatto all’altezza delle potenzialità di cui dispongono”, rimarca Sabouri, “sebbene le sanzioni unilaterali e illegali imposte dagli Stati Uniti siano il principale ostacolo alla crescita dei rapporti commerciali, anche altri fattori non costruttivi hanno contribuito a rallentare tali relazioni. È quindi necessario l’impegno e la volontà di entrambe le parti per rimuovere questi ostacoli”. In ogni caso, conclude l’ambasciatore, “la volontà dei leader dei due Paesi di rafforzare e sviluppare la cooperazione bilaterale sulla base del reciproco interesse e rispetto è del tutto evidente. Mi auguro che, con la rimozione di alcuni ostacoli, tale processo possa accelerare e proseguire con maggiore determinazione nel prossimo futuro”.