Il leader di Kiev: "Spero venga anche Putin". Il presidente Usa: “Darà buoni frutti”. Il Cremlino all’Ue: “Non accettabili ultimatum”.

Cresce il pressing su Vladimir Putin per arrivare a una tregua in Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insiste nel dirsi pronto a incontrarlo giovedì a Istanbul per colloqui “che potrebbero contribuire a porre fine alla guerra”. E anche Donald Trump, questa settimana in visita nel Golfo tra Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, ha annunciato che sta pensando di andare in Turchia, alimentando le speranze di Zelensky.

 

La Russia, da parte sua, ha reagito con fastidio alla proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni a partire da lunedì su cui i leader europei hanno spinto nel fine settimana, pena sanzioni. “Il linguaggio degli ultimatum è inaccettabile”, ha rimarcato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Kiev, intanto, denuncia però che la Russia “continua ad attaccare lungo tutta la linea del fronte”. E il leader di Kiev sottolinea: “Purtroppo il mondo non ha ancora ricevuto una risposta chiara dalla Russia alle numerose proposte di cessate il fuoco. Mosca è rimasta in silenzio per tutto il giorno riguardo alla proposta di un incontro diretto. Un silenzio molto strano. In un modo o nell’altro, la Russia dovrà porre fine a questa guerra, e prima lo farà, meglio sarà”.

Il colloquio con Papa Leone XIV

Degli sforzi di pace Zelensky ha parlato anche con Papa Leone XIV: “È stata la nostra prima conversazione”, “molto calorosa e davvero sostanziale”, ha riferito, aggiungendo di avere invitato il Pontefice per “una visita apostolica in Ucraina”, che “darebbe una speranza concreta a tutti i credenti e a tutto il nostro popolo”.

Gli sviluppi seguono un fine settimana ricco di colpi di scena diplomatici. Alla proposta di 30 giorni di tregua, che gli Usa avevano già proposto mesi fa e su cui i leader europei sono tornati a spingere con forza prima di colloqui di pace, la Russia ha risposto offrendo colloqui diretti all’Ucraina giovedì in Turchia. A quel punto, dopo un post in cui Trump diceva che Kiev avrebbe dovuto accettare, Zelensky ha rilanciato alzando la posta: “Aspetterò Putin in Turchia giovedì. Personalmente. Spero che questa volta i russi non cerchino scuse”.

La vicenda

Putin e Zelensky si sono incontrati solo una volta, nel 2019, e nei primi mesi di guerra Zelensky aveva ripetutamente avanzato la richiesta di un incontro diretto, che era stata respinta. Il nodo è che Kiev chiede il cessate il fuoco prima dei colloqui, mentre Mosca vuole che vengano avviati prima di annunciare una tregua. Mosca e Kiev si incontrino “qui il prima possibile” e “dichiarino il cessate il fuoco”, è l’invito del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. A cui ha fatto poi eco il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: “Siamo convinti che questa volta l’opportunità non andrà sprecata”.

Intanto la diplomazia continua a tessere la sua tela. A Londra si sono incontrati i ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo Weimar+, cioè di Spagna, Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, insieme all’Alta rappresentante Ue. “Finora la Russia non ha mostrato alcuna intenzione seria di voler fare progressi. Deve farlo senza indugio”, hanno rimarcato, sottolineando di essersi “impegnati a fornire all’Ucraina solide garanzie di sicurezza”. 

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