Nbc: "Rapporti tesi fra Trump e Netanyahu su Gaza e Iran"

Hamas afferma che Edan Alexander, l’ultimo ostaggio americano ancora in vita a Gaza, sarà rilasciato nell’ambito degli sforzi per il cessate il fuoco.  L’annuncio  è finalizzato alla riapertura dei valichi di frontiera e alla distribuzione di aiuti. Nella dichiarazione Hamas non specifica quando l’ostaggio israelo-americano sarà rilasciato. Intanto l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medioriente, Steve Witkoff, avrebbe informato i mediatori che Washington avrebbe accettato la partecipazione di Hamas al governo della Striscia di Gaza dopo la fine della guerra, a condizione che abbandonasse l’azione militare. Lo riporta il quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat citando fonti informate.

Witkoff, tramite mediatori, avrebbe presentato ad Hamas un piano per un accordo parziale che inizierebbe con il rilascio di 10 detenuti israeliani secondo i precedenti criteri di scambio, in cambio di una cessazione delle ostilità fino a 70 giorni, durante i quali sarebbe stato negoziato l’accordo finale. Le fonti hanno spiegato che l’offerta americana differisce da quella israeliana, che nell’accordo parziale prevedeva un periodo di cessate il fuoco di soli 45 giorni. 

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Funzionari di Hamas hanno dichiarato al quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat di essersi offerti di raggiungere un accordo globale durante incontri avuti nei giorni scorsi con delegazioni egiziane e qatariote a Doha.

Un alto funzionario del movimento ha spiegato che “abbiamo presentato una posizione scritta ai mediatori chiedendo l’adozione del pacchetto completo che prevede: di restituire immediatamente tutti gli ostaggi israeliani, vivi e morti, in cambio di un numero concordato di prigionieri palestinesi; cessate il fuoco permanente; ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza; la Striscia di Gaza amministrata da un organismo tecnico indipendente dotato di pieni poteri; concordare misure di sicurezza che garantiscano calma e stabilità per molti anni, fino al raggiungimento di un accordo politico; fornire aiuti umanitari e avviare la ricostruzione”.

Il funzionario di Hamas ha affermato che le misure di sicurezza includono la custodia delle armi da parte di mediatori, la cessazione dell’addestramento militare, della produzione militare e dello scavo di tunnel, nonché la cessazione del contrabbando di armi nella Striscia di Gaza per tutta la durata del periodo di tregua.

Fonti informate hanno rivelato al quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat che alcuni paesi arabi hanno proposto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di presentare un’iniziativa per porre fine alla guerra a Gaza durante la sua visita nella regione questa settimana, e di imporla sia alla parte israeliana che a quella palestinese. Le fonti hanno espresso ottimismo sulla possibilità che gli Stati Uniti accettino queste proposte, alla luce dei segnali che dimostrerebbero l’insoddisfazione del presidente americano nei confronti delle posizioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Tra questi la sua visita nella regione senza fare tappa in Israele, l’accordo di cessate il fuoco con gli Houthi che non includeva Israele, il dialogo con la parte iraniana basato su considerazioni americane piuttosto che israeliane e il dialogo con l’Arabia Saudita basato sugli interessi comuni dei due paesi senza la partecipazione di Israele. 

Nbc: “Rapporti tesi fra Trump e Netanyahu su Gaza e Iran”

I rapporti fra il presidente americano Donald Trump e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, sarebbero “tesi” a causa della differenza di vedute su Gaza e sull’Iran. Lo riporta Nbc News. Secondo la testata americana citando due funzionari statunitensi e due diplomatici mediorientali. In merito a Teheran “laddove Netanyahu vede l’opportunità di distruggere finalmente gli impianti nucleari iraniani, Trump vede l’opportunità di eliminare la minaccia che l’Iran acquisisca un’arma nucleare attraverso un accordo”. Quanto a Gaza “mentre Israele attacca Gaza con una nuova offensiva militare, Trump spinge per un cessate il fuoco e cerca di attuare il suo piano postbellico”. Inoltre Netanyahu si sarebbe detto “sconvolto” dalla decisione americana di interrompere la campagna militare contro gli Houthi.

 

 

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