L'annuncio ha scatenato le critiche dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Unione europea "preoccupata"
Un’operazione “massiccia” all’interno della Striscia di Gaza che prevede anche un piano di “transizione” per i residenti in quanto “la raccomandazione del Capo di stato maggiore” dell’esercito è stata quella di “puntare alla sconfitta di Hamas” che porterà lungo il suo percorso alla “liberazione degli ostaggi”. Benjamin Netanyahu sceglie un video sul suo profilo X per spiegare l’operazione ‘I carri di Gedeone’. La vera novità è rappresentata dal fatto che le truppe dell’Idf “rimarranno di stanza nel territorio conquistato finché non saranno raggiunti gli obiettivi della guerra”.
Il via è previsto dopo l’annunciata visita di Donald Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti tra il 13 e il 16 maggio, a meno che in precedenza non si riesca a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi.
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— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) May 5, 2025
Le critiche dei familiari degli ostaggi
L’annuncio di Netanyahu ha scatenato le critiche dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas secondo cui il primo ministro ha scelto “i territori” rispetto alla vita dei loro familiari. Anche l’Ue si è detta “preoccupata” per l’estensione delle operazioni a Gaza e ha chiesto a Israele di “fare un passo indietro”.
Il piano di Israele per occupare Gaza
L’Idf ha poi precisato che il piano prevede il passaggi dalle incursioni temporanee all’occupazione di alcune zone di Gaza “ma non dell’intera Striscia”. Inoltre l’esercito ha affermato che “non intende” operare in aree dove “si teme che ci siano ostaggi”. Inoltre Israele avrebbe comunicato alle Nazioni Unite che intende fare ricorso a società di sicurezza private per controllare la distribuzione degli aiuti a Gaza.
Secondo l’Onu il piano “sembra concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, nell’ambito di una strategia militare” e lascerebbe senza rifornimenti gran parte della popolazione.
Attacco in Yemen
Hamas dal canto suo ha accusato Israele di usare la consegna degli aiuti umanitari come “ricatto politico”. In attesa di lanciare l’annunciata offensiva verso Gaza lo Stato ebraico ha effettuato un attacco “su larga scala” nei confronti dello Yemen in risposta a quanto accaduto domenica con il missile lanciato dagli Houthi caduto nell’area dell’aeroporto Ben Gurion che ha causato alcuni feriti e bloccato momentaneamente il traffico aereo.
Ad essere colpito principalmente il porto di Hodeidah che sarebbe stato “distrutto”. Funzionari israeliani hanno affermato che il raid è stato effettuato da oltre 30 aerei “in coordinamento con gli Stati Uniti” che comunque non ne sono stata parte attiva. I media yemeniti parlano di morti e feriti. “Questo è un attacco molto forte e non sarà l’ultimo”, hanno fatto sapere fonti israeliane.
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