Per il presidente Volodymyr Zelensky, l’Ucraina non può garantire la sicurezza dei rappresentanti stranieri in viaggio verso Mosca per la parata del Giorno della Vittoria del 9 maggio. Lo ha dichiarato lo stesso Zelensky, come riporta Interfax Ukraine, osservando che la parte russa è in grado di inscenare incidenti che coinvolgono ospiti stranieri e poi scaricare la colpa sull’Ucraina, cosa di cui l’Ucraina non può essere ritenuta responsabile. “La nostra posizione è molto semplice per tutti i Paesi che hanno in programma di recarsi o si stanno già recando in Russia il 9 maggio: non possiamo essere ritenuti responsabili di ciò che accade sul territorio della Federazione Russa. Sono loro – la Russia – a garantire la sicurezza e, pertanto, non offriremo alcuna garanzia. Non sappiamo cosa farà la Russia in quelle date. Potrebbero intraprendere determinate azioni – incendi dolosi, esplosioni e così via – e poi accusarci. Come presidente, ho detto al ministro degli Esteri che dobbiamo informare chiunque ci contatti: ‘Sconsigliamo di visitare la Russia per motivi di sicurezza. E se scegliete di andarci, non chiedetecelo. È una vostra decisione personale'”.
“Siamo pronti a passare a un cessate il fuoco il prima possibile, anche a partire da oggi, se la Russia è pronta a fare altrettanto. Un silenzio prolungato per almeno 30 giorni, questo è un periodo di tempo onesto in cui possiamo preparare i prossimi passi. La Russia deve fermare la guerra, fermare gli attacchi, fermare i bombardamenti”. Così il presidente dell’Ucraina Volodymy Zelensky, in un post pubblicato sul suo canale Telegram. Zelensky ha poi annunciato: “Stiamo preparando i nostri pacchetti di sanzioni, in particolare contro entità in paesi terzi che purtroppo aiutano la Russia ad aggirare alcune sanzioni. E continuiamo a rafforzare la nostra difesa: ci aspettiamo presto significativi pacchetti di difesa per l’Ucraina e decisioni su un’ulteriore cooperazione, sia durante la guerra con paesi chiave che dopo la guerra. Stiamo gettando solide basi per la ricostruzione”
Zelensky ha respinto la proposta del presidente russo Vladimir Putin di un cessate il fuoco di tre giorni, dal 7 al 9 maggio, definendola un gesto teatrale volto a creare l’illusione che la Russia stia emergendo dall’isolamento. Zelensky insiste invece per un cessate il fuoco di 30 giorni, in linea con la strategia proposta dagli Stati Uniti. “Un cessate il fuoco incondizionato è il modello proposto dagli americani. Stiamo seguendo quel modello. Che inizi in quella data o in un’altra, idealmente prima. Sì, proviamo per 30 giorni. Perché un cessate il fuoco di 30 giorni? Perché è impossibile raggiungere accordi in tre, cinque o anche sette giorni“. Una tregua più lunga sarebbe dunque, a suo avviso, l’unico modo per poter intavolare seri colloqui tesi a raggiungere una pace duratura in un conflitto che dura ormai da oltre tre anni, dal mese di febbraio del 2022.
“Sono sicuro – ha detto inoltre il presidente ucraino – che dopo il nostro incontro in Vaticano, il presidente Trump abbia iniziato a vedere tutto in modo un po’ diverso. Vediamo. Questa è la sua visione, in ogni caso è una sua scelta. Penso che ci siamo comportati in modo costruttivo e decoroso, il che è importante”. Secondo Zelensky l’incontro con Donald Trump in Vaticano in occasione del funerale di Papa Francesco è stata la “migliore” conversazione che abbiano mai avuto. Zelensky ha affermato che lui e Trump hanno concordato che un cessate il fuoco di 30 giorni tra Kiev e Mosca fosse il primo passo corretto verso la pace. Ha affermato di aver sollevato la questione delle sanzioni con Trump durante l’incontro e che la risposta del presidente statunitense a questo proposito è stata “molto decisa”. Zelensky ha anche affermato che Ucraina e Stati Uniti hanno una divisione 3-3 nel consiglio di amministrazione del Fondo minerario.
Le “velate minacce” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sulla possibilità di attacchi a Mosca nel Giorno della Vittoria “sono semplicemente provocazioni”. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, come riporta Tass. Medvedev ha anche sottolineato che se gli attacchi dovessero verificarsi il 9 maggio, Kiev potrebbe non sopravvivere fino al 10 maggio. “Il pazzoide verde con la barba lunga ha affermato di respingere la proposta di Putin di una tregua di tre giorni il 9 maggio e di non poter garantire la sicurezza dei leader mondiali a Mosca. E chi cerca le sue garanzie? Solo una provocazione verbale. Niente di più”, ha scritto sul suo canale Telegram. Secondo Medvedev, Zelensky “deve capire che nel caso di una vera provocazione nel Giorno della Vittoria, nessuno può garantire che Kiev arriverà al 10 maggio”.
Le dichiarazioni del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che “ha rifiutato di accettare un cessate il fuoco durante le celebrazioni dell’80° anniversario della Vittoria”, costituiscono “una minaccia diretta ai leader degli stati stranieri che verranno a Mosca per la parata della Vittoria“. Lo ha dichiarato alla Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Zelensky “ha rivolto chiare minacce ai leader mondiali”, ha affermato Zakharova, aggiungendo che “dopo ogni attacco terroristico sul territorio russo, il regime di Kiev, i suoi servizi segreti e Zelensky personalmente si vantano che è stata opera loro e che continuerà ad essere così. Pertanto, l’affermazione che ‘non garantisce la sicurezza il 9 maggio sul territorio russo’, poiché non rientra nella sua sfera di responsabilità, è ovviamente una minaccia diretta”.
Le dichiarazioni del “regime di Kiev” in merito al cessate il fuoco durante la celebrazione dell’80° anniversario della Vittoria dimostrano “la sua matrice nazista“. Lo ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante un briefing, come riporta Tass. “La riluttanza del regime di Kiev a rispondere direttamente alla proposta della Russia dimostra chiaramente che la base ideologica dell’attuale regime di Kiev è il neonazismo”, ha osservato il portavoce del Cremlino. “E la vittoria sulla Germania di Hitler, sulla peste bruna e sul nazismo, a quanto pare per loro non è una festa”, ha aggiunto Peskov.
Durante il bombardamento su Kharkiv, l’esercito russo ha utilizzato droni d’attacco dotati di testate termobariche. Come hanno accertato le autorità competenti, durante l’attacco l’esercito russo ha utilizzato droni d’attacco dotati di testate termobariche. Tali armi creano una potente onda d’urto e una nube ad alta temperatura, provocando distruzioni su larga scala e numerose vittime tra la popolazione civile.
Nella notte, la Russia ha attaccato la seconda città più grande dell’Ucraina, colpendo un condominio. Un uomo di 47 anni è stato ucciso e 48 persone sono rimaste ferite. Il sindaco, Ihor Terekhov, ha scritto su Telegram che gli attacchi hanno interessato 12 località in quattro quartieri centrali della città. Zelensky ha chiesto una difesa aerea più forte da parte degli Stati Uniti e dell’Europa. Oltre a Kharkiv, l’Ucraina ha affermato che la Russia ha attaccato durante la notte con 183 droni e due missili. L’Ucraina ha affermato di aver abbattuto 77 droni, mentre altri 73 sono caduti senza causare danni.