E' stato fermato questa mattina nella sua villa di Innsbruck. Il tycoon è coinvolto anche nella maxi inchiesta di Trento

Renè Benko, magnate del gruppo Signa, è stato arrestato nella sua villa di Innsbruck, in Austria, giovedì mattina alle 8.30. Ne dà notizia il quotidiano Kronen Zeitung. L’avvocato del magnate, Norbert Wess, ha fatto sapere che le accuse a carico del suo assistito “sono totalmente infondate” e si riserva di chiederne la liberazione perché “le accuse sono inconsistenti”.  

Rischio di inquinamento prove e reiterazione del reato

L’arresto del fondatore di Signa Group è arrivato su richiesta della Procura di Vienna per corruzione. La richiesta, scrive il giornale austriaco, arriva per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. Il tycoon è coinvolto anche nella maxi inchiesta della procura di Trento.

Secondo la procura anticorruzione di Vienna Renè Benko avrebbe continuato a gestire impropriamente tutto il patrimonio anche dopo essersi ufficialmente ritirato dalla gestione del gruppo e delle sue fondazioni. A Benko viene contestato anche di essere il vero proprietario della fondazione privata ‘Laura’ nonostante lo avesse nascosto durante l’indagine per l’insolvenza personale all’interno del crac del gruppo. Secondo gli inquirenti la fondazione privata, gestita dalla madre di Benko, versava 238.500 euro al mese per l’affitto della villa dove viveva e dove è stato arresto.

Per indagare sul crac Signa la procura anticorruzione viennese ha costituto una unità investigativa speciale che ha lavorato per circa un anno scoprendo che Benko avrebbe cercato falsificare almeno una fattura per allontanare magistratura e creditori dai suoi fondi, detenuti in una fondazione. Le richieste di risarcimento da parte dei creditori, per quanto riguarda il fallimento del KaDeWe, ammontano a 2,4 mld di euro. In merito alla vicenda dei fondi Covid, gli inquirenti vogliono capire se siano stati usati per sostenere effettivamente lo Chalet N o se siano stati distratti per altri motivi. 

Trasferito in carcere a Vienna, non risponde a domande polizia

Il magnate, che nelle ore immediatamente successive all’arresto era stato messo agli arresti domiciliari, è stato poi trasferito in carcere a Vienna. Non ha risposto alle domande della polizia giudiziaria

Benko indagato anche in Italia

L’imprenditore 47enne è indagato anche in Italia. Lo scorso dicembre infatti, la procura di Trento aveva chiesto il suo arresto nell’ambito dell’inchiesta Romeo sui presunti rapporti illeciti tra imprenditoria e politica locale. Le autorità austriache però non avevano concesso l’estradizione. Nella stessa inchiesta è coinvolto, oltre al magnate tirolese, il suo braccio destro in Alto Adige Heinz Peter Hager. 

AUT, Prüfungstagsatzung im Konkursverfahren gegen Signa-Gründer Rene Benko

Cosa dice la Dda di Trento

“Grazie al suo potere economico è uno dei promotori dell’associazione per delinquere, rappresentato in Italia e strettamente coordinato e collegato con Peter Heinz Hager, indicando a quest’ultimo come ottenere le autorizzazioni sulle speculazioni da realizzare, impartendo ordini sull’esecuzione dello stato dei lavori conseguenti alle autorizzazioni, aggiornato da Hager sull’evolvere dei rapporti con il mondo istituzionale”. E’ quanto contesta la Dda della procura di Trento all’imprenditore austriaco Renè Benko.

Le accuse

Il tycoon è accusato di essere a capo della presunta associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Benko compare assieme a 77 indagati – tra cui sindaci, politici, imprenditori, professionisti, funzionari pubblici, un giornalista e un ex alto ufficiale dei carabinieri – nel fascicolo investigativo della Dda di Trento che indaga su appalti addomesticati. 

Magnate indagato in quattro procure, da Berlino a Trento

Diversi i capi di imputazione tra cui la distrazione di una ingente somma di denaro legata al crac Signa, il sospetto che abbia dirottato un milione di euro dei fondi ricevuti durante la pandemia Covid per lo ‘Chalet N’, che si trova a Lech Am Arlberg, in Austria. Sullo stesso caso stanno indagando le procure di Berlino e Monaco per il fallimento del centro commerciale KaDeWe, il più grande centro commerciale della capitale tedesca.

In Liechtenstein Benko è indagato per presunto riciclaggio di denaro attraverso le proprie fondazioni aziendali. La procura di Vienna ha deciso per l’arresto per il rischio di inquinamento delle prove e commissioni di altri reati legati alla distrazione dei beni mobili e immobili dal fallimento Signa. 

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