L'uomo è nato a Napoli, ha 51 anni e a casa ha lasciato una moglie e due figli. Si è arruolato con le forze di Mosca nel novembre 2024

“Mi chiamo Gianni Cenni, sono stato mobilitato illegalmente in Russia per combattere in Ucraina. Non voglio combattere, voglio tornare in Italia“. È quanto afferma Cenni in un video diffuso sui social da profili vicini alle forze armate ucraine.

Cenni catturato nell’area di Kupiansk

Il comando delle truppe d’assalto aviotrasportate di Kiev ha confermato la sua identità, precisando che l’uomo è stato catturato dai paracadutisti del 78esimo reggimento nell’area di Kupiansk.

Chi è Gianni Cenni

Dal libretto militare rilasciatogli dal ministero della Difesa russo, Cenni risulta nato a Napoli il 19 agosto 1973 e si è arruolato con le forze di Mosca nel novembre 2024. “In passato”, affermano le forze armate ucraine, “Cenni ha lavorato in un ristorante della città di Samara, in Russia. Ha 51 anni, ha lasciato a casa moglie e due figli. Ovviamente, è diventato un’altra vittima della propaganda russa”.

Sempre secondo il libretto militare rilasciato all’italiano dal ministero della Difesa russo, la moglie di del 51enne è una cittadina russa nata nel 1986, con cui ha due figli: Nicholas nato nel 2019 e Angelina nata nel 2022. 

Gianni Cenni: condanna non scontata per molestie su una bimba

Due condanne, una per omicidio e l’altra per molestie sessuali ai danni di una bambina. Sono tante le ombre sul passato di Gianni Cenni, 51enne di Napoli arruolato nell’esercito russo e catturato in Ucraina, che oggi in un video diffuso da profili social vicini alle forze armate ucraine dice di essere stato mobilitato “illegalmente in Russia” e di voler tornare in Italia.

Nel suo Paese però ha una condanna ancora da scontare, quella a sette anni e due mesi di reclusione per molestie ai danni di una bambina di appena sette anni.

L’omicidio di Francesco Scicchitano e le molestie su minore

La prima condanna è stata invece scontata. Il 51enne è stato giudicato colpevole dell’omicidio di Francesco Scicchitano, ucciso a Milano il 12 febbraio 1999.

Cenni, all’epoca 25enne, lavorava per un istituto di vigilanza e la vittima, uccisa con due colpi di pistola, era un suo collega. Dopo circa dieci anni gli è stato concesso il regime di semilibertà ed è tornato a Napoli, nel quartiere Chiaiano di cui è originario.

È qui, tra il 2010 e il 2012, che sarebbero avvenute le molestie sessuali ai danni di una bambina di sette anni, nipote della sua compagna dell’epoca. Per questa vicenda Cenni è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, alla pena di sette anni e due mesi di reclusione, non eseguita perché nel frattempo ha lasciato l’Italia.

L’avvocato Domenico Ferraro, che ha difeso Cenni nei due processi di primo grado e d’appello, spiega a LaPresse di aver “sempre creduto nella sua innocenza. Il processo conteneva una serie di lacune e ombre che non mi hanno mai fatto cambiare idea, ho sempre sostenuto che Cenni fosse innocente e anche oggi, nonostante la sentenza sia divenuta definitiva, resto sempre convinto della mia idea. Sono del parere che abbia contato moltissimo il pregiudizio derivante dal suo primo processo”.

Cenni nel frattempo si è recato in Russia, dove ha lavorato come pizzaiolo in un ristorante nella città di Samara. Poi l’arruolamento nell’esercito e la sua cattura in Ucraina, due circostanze ancora poco chiare. 

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