Si riapre il caso che ha ispirato anche una serie Netflix: Erik e Lyle Menendez hanno ucciso i loro genitori nel 1990 a Beverly Hills ma sarebbero vittime di abusi
Si riapre il caso dei fratelli Menendez. Il procuratore distrettuale di Los Angeles, George Gascon, ha annunciato giovedì che chiederà una nuova sentenza per Lyle e Erik Menendez, dopo che quasi 30 anni fa i due fratelli vennero condannati per gli omicidi dei loro genitori, Jose e Kitty, e condannati all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata.
I fratelli Menendez potrebbero essere presto scarcerati
Gascon, nel corso di una conferenza stampa a Los Angeles, ha affermato che i due fratelli dovrebbero essere “idonei immediatamente per la libertà vigilata”. Sarà un giudice Corte superiore di Los Angeles a decidere in ultima analisi se emettere una nuova sentenza nei confronti dei fratelli Menendez. Il riesame del caso da parte di Gascón deriva da una petizione degli avvocati dei fratelli Menendez, che citano l’esistenza di nuove prove, nonché una recente legge della California sulla rideterminazione delle condanne, anche nel caso in cui gli imputati siano stati vittime di abusi psicologici o fisici.
I fratelli Menendez vittime di abusi in famiglia
Il riesame del caso giunge a oltre 35 anni di distanza dall’uccisione di Jose e Kitty Menendez nella loro casa di Beverly Hills. I loro due figli, Lyle ed Erik, che all’epoca avevano 21 e 18 anni, furono arrestati meno di un anno dopo, nel 1990, e accusati di omicidio di primo grado. La vicenda è stata recentemente riproposta in una serie tv e in un film-documentario su Netflix. Nel processo, uno dei primi casi ad essere trasmessi in televisione, i fratelli non negarono di avere ucciso i genitori, ma sostennero che non avrebbero dovuto essere condannati perché avevano agito per legittima difesa dopo avere sopportato una vita di abusi da parte del padre.
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