L'ex presidente della Bce è intervenuto a un evento organizzato dal think tank Bruegel a Bruxelles
Mario Draghi è intervenuto a un evento organizzato dal think tank Bruegel a Bruxelles: “La cifra dei 700-800 miliardi di investimenti l’anno necessari per la competitività “deriva da un calcolo bottom-up effettuato in modo indipendente dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea, e include gli obiettivi del decennio digitale dell’Ue, la banda larga, l’impegno del 3% per aumentare la R&S in Europa, e poi la difesa con gli impegni del 2% per aumentare le spese per la difesa per i membri della Nato, e arriviamo a questa cifra, 700-800 miliardi, all’incirca poco meno del 5% del Pil europeo. Per inciso, queste cifre sono stime relativamente prudenti, perché non includono l’adattamento e la protezione del clima”. “Quindi questa è una cifra grande, molto grande. Ora, questa è solo una somma totale ma certamente potrebbero essercene altre”, ha aggiunto.
Draghi: “Con più produttività ‘dramma’ investimenti diventa realistico”
“Se facciamo le riforme, la produttività salirà, e questo tipo di dramma percepito come molto difficile, dramma politico, di dover finanziare questo in realtà assume dimensioni più realistiche. Ma c’è un punto che voglio sottolineare: avremo bisogno di denaro pubblico in ogni caso, e questo ha a che fare con il fatto che molti, alcuni di questi grandi investimenti, specialmente quelli più grandi, sono investimenti in beni pubblici. E sappiamo che il settore privato, tende a sottofinanziare gli investimenti in beni pubblici per una serie di ragioni”, ha affermato Draghi. “Avremo bisogno di investimenti in reti elettriche, in reti digitali, nella conoscenza, nel clima e così via. Questa è una cosa che non deve necessariamente essere solo pubblica. In effetti, ad esempio, molte aziende del settore privato sono molto interessate a investire nel verde e vorrebbero essere presenti lì fin dall’inizio, probabilmente, ma solo con un’azienda del settore pubblico”, aggiunge.
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