Il governo anti-immigrazione dell’Ungheria, guidato dal premier Viktor Orban, si è detto disposto a fornire biglietti gratuiti di sola andata per Bruxelles a migranti e richiedenti asilo che cercano di entrare nell’Unione europea. La minaccia è giunta dal ministro Gergely Gulyas, capo di Gabinetto di Orban, in una conferenza stampa tenutasi oggi a Budapest, in risposta alle pesanti multe che l’Ue ha recentemente imposto al Paese per le sue politiche restrittive in materia di asilo. Gulyas ha criticato la sentenza di giugno della Corte di giustizia dell’Ue, che ha inflitto all’Ungheria una maxi-multa di 200 milioni di euro per la persistente violazione delle norme sull’asilo e un ulteriore milione di euro al giorno fino a quando non avrà allineato le sue politiche al diritto comunitario. Se le multe non verranno eliminate e se l’Ue continuerà a imporre all’Ungheria regolamenti che “non consentono di fermare i migranti al confine”, ha detto Gulyas, Budapest fornirà ai richiedenti asilo biglietti di sola andata per Bruxelles gratuitamente. “Bruxelles vuole costringerci a tutti i costi a far entrare i migranti”, ha dichiarato Gulyas. “L’Ungheria non vuole pagare questa multa giornaliera all’infinito, quindi faremo in modo che le persone possano entrare se vogliono, e offriremo loro un biglietto di sola andata per Bruxelles”, è la minaccia di Gulyas. “Se Bruxelles vuole i migranti, allora può averli”, ha proseguito.
Orban come i repubblicani negli Usa nel 2022
La minaccia dell’Ungheria di trasportare i migranti a Bruxelles rispecchia mosse simili adottate dai governatori repubblicani negli Stati Uniti, che dal 2022 trasportarono in autobus o in aereo gli immigrati privi di documenti nelle roccaforti democratiche come New York, Los Angeles e Chicago in segno di protesta contro le procedure federali di asilo. Il governo anti-immigrati ungherese ha adottato una linea dura nei confronti delle persone che entrano nel Paese da quando, nel 2015, oltre 1 milione di persone sono entrate in Europa, la maggior parte delle quali in fuga dal conflitto in Siria. Il Paese ha costruito recinzioni protette da filo spinato ai confini meridionali con Serbia e Croazia e un paio di zone di transito per trattenere i richiedenti asilo al confine con la Serbia. Da allora queste zone di transito sono state chiuse. Ma l’Ue ha contestato l’insolita rigidità del sistema di asilo ungherese e ha chiesto alla Corte di giustizia europea di multare Budapest per aver costretto le persone in cerca di protezione internazionale a recarsi presso le sue ambasciate in Serbia o in Ucraina per richiedere un permesso di viaggio, in violazione delle norme dell’Ue che obbligano tutti i Paesi membri ad avere procedure comuni per la concessione dell’asilo. Orban, populista di destra spesso in contrasto con l’Ue, aveva promesso in precedenza che l’Ungheria non avrebbe cambiato le sue politiche di migrazione e di asilo a prescindere da eventuali sentenze della Corte di giustizia europea.