Considerato il leader generale dell'organizzazione palestinese, era un membro del movimento dal 1980 e ne era diventato il capo politico nel 2017
Secondo quanto riferito dai Guardiani della rivoluzione iraniani e confermato da Hamas, Ismail Haniyeh è stato assassinato a Teheran, dove si trovava per la cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Un attacco per il quale Hamas punta il dito contro Israele. Considerato il leader generale di Hamas, Haniyeh era un membro di spicco del movimento dal 1980 ed era diventato il capo politico di Hamas nel 2017, prendendo il posto di Khaled Meshaal.
Aveva lasciato la Striscia di Gaza nel 2019 e viveva in esilio in Qatar, mentre il principale leader di Hamas a Gaza è Yehya Sinwar, considerato la mente dell’attacco del 7 ottobre nel sud di Israele che ha scatenato la guerra attualmente in corso a Gaza.
Nato nel campo profughi di Shati a Gaza da genitori fuggiti dalla città di Asqalan dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, Haniyeh ha studiato all’Istituto al-Azhar di Gaza e successivamente all’Università Islamica di Gaza, dove si è laureato in letteratura araba. Al Jazeera ricorda che mel 1983, mentre era all’università, si unì al Blocco studentesco islamico, precursore di Hamas, e poi scalò i ranghi all’interno di Hamas come stretto collaboratore e assistente del cofondatore di Hamas, il defunto sceicco Ahmed Yassin.
Imprigionato più volte dalle autorità israeliane, Haniyeh ha vissuto dentro e fuori la Striscia di Gaza, scampando a diversi tentativi di assassinio. Fu brevemente primo ministro palestinese: nominato nel 2006 dal presidente palestinese Mahmoud Abbas, fu destituito un anno dopo che Hamas estromise il partito rivale Fatah dalla Striscia di Gaza. Nel 2017 è stato eletto capo dell’ufficio politico di Hamas e nel 2018 il dipartimento di Stato Usa lo ha designato come terrorista. Negli ultimi anni ha vissuto appunto in Qatar.
Ad aprile un attacco aereo israeliano a Gaza aveva ucciso 3 dei figli di Haniyeh e 4 dei suoi nipoti. In un’intervista rilasciata all’epoca al canale satellitare Al Jazeera, il capo politico di Hamas aveva dichiarato che le uccisioni non avrebbero fatto pressione sul gruppo affinché ammorbidisse le sue posizioni nell’ambito dei negoziati in corso con Israele per il cessate il fuoco.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata