IN AGGIORNAMENTO – Situazione sempre più tesa tra Israele e Iran. Teheran ha fatto sapere di essere determinata a rispondere all’attacco dello Stato ebraico che il 2 aprile scorso ha colpito il consolato iraniano a Damasco, in Siria. Tel Aviv dunque si sta mobilitando anche su questo fronte, aspettandosi un’offensiva entro le prossime 24-48 ore. Nel frattempo proseguono gli scontri in Cisgiordania, nel campo profughi di al-Fara, dove due palestinesi sono stati uccisi dall’Idf.
L’esercito israeliano ha dichiarato che 40 lanci di razzi sono stati identificati dal territorio libanese verrso il nord del Paese. “Alcuni sono stati intercettati, il resto è caduto in aree aperte”. Al Jazeera riporta che Hezbollah ha rivendicato di aver sparato contro “posizioni di artiglieria nemica a Zaoura con dozzine di razzi Katyusha a sostegno dei palestinesi a Gaza e in risposta agli attacchi israeliani in corso nel sud del Libano”.
Gli Stati Uniti stanno spostando più truppe in Medio Oriente per prepararsi a un attacco dell’Iran contro interessi israeliani o occidentali che potrebbe avvenire molto presto e senza preavviso. Lo riferisce Usa Today citando due alti funzionari americani.
Teheran, attraverso diversi Paesi arabi, ha fatto sapere nei giorni scorsi all’Amministrazione Biden che, se gli Stati Uniti si faranno coinvolgere nello scontro tra Iran e Israele, le truppe Usa nella regione subiranno attacchi. Lo riferisce Axios, citando come fonte tre funzionari Usa. L’Iran, hanno riferito le fonti, ha detto a diversi Paesi arabi di considerare gli Stati Uniti responsabili dell’attacco israeliano al consolato di Damasco, nonostante i ripetuti tentativi di Washington di prendere le distanze dal raid. Il messaggio di Teheran è stato che, se gli Usa si faranno coinvolgere dopo l’attacco iraniano su Israele, allora le basi americane nella regione saranno colpite. “Il messaggio iraniano è che attaccheremo le forze che ci attaccano, quindi non fate i furbi con noi e noi non faremo i furbi con voi”, ha riferito uno dei funzionari americani.
“Le nostre forze sono preparate e pronte in qualsiasi momento a qualsiasi scenario“. Lo ha affermato Il capo di stato maggiore dell’Idf, tenente generale Herzi Halevi, dopo una riunione in cui sono state esaminate in maniera “esauriente” gli scenari relativi a un possibile attacco da parte dell’Iran o dei suoi alleati. “Siamo in guerra e siamo in massima allerta da circa sei mesi. L’Idf continua a monitorare da vicino ciò che sta accadendo in Iran e nelle varie arene, preparandosi costantemente ad affrontare le minacce esistenti e potenziali in coordinamento con le forze armate degli Stati Uniti”, ha affermato Halevi.
“I nostri nemici pensano di poter separare Israele e gli Stati Uniti, ma è vero il contrario: ci stanno unendo e rafforzando i nostri legami. Siamo fianco a fianco“. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, durante l’incontro con il capo del Comando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti (Centcom), Michael Erik Kurilla, nella base aerea di Hatzor, in Israele. L’ufficio di Gallant ha riferito che i due si sono incontrati per discutere della “prontezza per un attacco iraniano contro lo Stato di Israele, che potrebbe portare a un’escalation regionale”.
Al centro del colloquio il possibile attacco iraniano contro Israele in risposta al raid aereo dell’1 aprile sul consolato iraniano a Damasco, in Siria. “Sono certo che il mondo vede il vero volto dell’Iran, l’organismo terroristico che incita attacchi terroristici in tutto il Medioriente e finanzia Hamas, Hezbollah e altre forze, e ora minaccia anche lo Stato di Israele”, ha affermato Gallant. Poi ha concluso: “Siamo pronti a difenderci via terra e via aria, in stretta collaborazione con i nostri partner, e sapremo come rispondere”.
La minaccia di un attacco dall’Iran contro Israele è “ancora presente” e gli Stati Uniti “faranno tutto ciò che possono” per aiutare lo Stato ebraico affinchè sia in grado di difendersi. Lo ha riferito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un briefing con i giornalisti. Gli Usa, ha detto il funzionario senza fornire dettagli, monitorano la situazione “molto da vicino”.
Il Regno Unito ha consigliato ai suoi cittadini di evitare di recarsi in Israele e nei territori palestinesi occupati a causa della “possibilità di un attacco al territorio israeliano da parte dell’Iran”. Lo afferma il ministero degli Esteri britannico. Nel suo ultimo aggiornamento, il ministero degli Esteri sconsiglia “tutti i viaggi” nel nord di Israele, a Gaza, nelle aree vicino a Gaza e nella Cisgiordania occupata, esclusa Gerusalemme Est e la Route 1 tra Gerusalemme e Tel Aviv. Sconsiglia inoltre “tutti i viaggi tranne quelli essenziali” verso il resto di Israele e i territori palestinesi occupati.
“Prendiamo molto sul serio i pericoli che emergono riguardo a possibili azioni dell’Iran“. È quanto ha affermato il cancelliere Olaf Scholz in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro georgiano Iraqi Kobachidze a Berlino, commentando le notizie di un imminente attacco di Teheran contro Israele. Lo riporta Tagesschau. Scholz e la ministra degli Esteri Annalena Baerbock hanno fatto tutto il possibile per fornire informazioni “affinché non si verificassero attività militari”.
Due funzionari statunitensi hanno riferito a Cbs News che un grande attacco iraniano contro Israele è possibile già oggi, probabilmente con più di 100 droni e decine di missili diretti verso obiettivi militari all’interno del Paese. I funzionari hanno aggiunto che sarebbe difficile per gli israeliani difendersi da un attacco di tale portata e, pur escludendo la possibilità che gli iraniani optino per un attacco su scala ridotta per evitare un’escalation drammatica, si ritiene che la loro rappresaglia sia imminente.
È entrato da Israele nella Striscia di Gaza il primo convoglio di aiuti umanitari a passare per il nuovo varco, noto come ‘Northern Crossing’, cioè ‘varco settentrionale’, costruito dall’esercito israeliano (Idf) e che si trova vicino al Kibbutz Zikim. Lo riporta il Times of Israel citando l’Idf. Secondo quanto riferito dall’esercito di Israele, gli aiuti sono stati ispezionati “accuratamente” dalle autorità al valico di Kerem Shalom, al confine meridionale di Gaza, prima di entrare attraverso il nord della Striscia. L’Idf non ha precisato quanti siano i camion che fanno parte del convoglio, che è entrato nella Striscia giovedì sera.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dovrebbe tenere questo pomeriggio una riunione di valutazione della situazione per prepararsi a un possibile attacco iraniano contro Israele. Lo riporta il Jerusalem Post, che riferisce che all’incontro dovrebbero partecipare il ministro della Difesa Yoav Gallant, i membri del Gabinetto di guerra Benny Gantz e Gadi Eisenkot e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer.
La Norvegia si unisce alla Spagna nella volontà di riconoscere lo Stato palestinese. In una conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Pedro Sanchez, il leader norvegese Jonas Gahr Store ha annunciato che Oslo è “pronta a riconoscere uno Stato palestinese”. Il premier norvegese ha spiegato che non è ancora stata fissata una data per il riconoscimento ma che questo avverrà al “momento opportuno” e “in coordinazione” con un gruppo di Stati. Store ha poi espresso il suo appoggio all’Autorità nazionale palestinese e al nuovo premier Mohammad Mustafa. Entrambi i leader hanno poi espresso il loro sostegno a che la Palestina sia riconosciuta come un membro di pieno diritto dell’Onu e hanno ricordato il ruolo chiave avuto dalle due capitali Madrid e Oslo nella ricerca di una soluzione al conflitto in Medioriente.
Funzionari di Hamas hanno riferito al quotidiano libanese Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, che la leadership dell’organizzazione palestinese ha informato i mediatori di non essere interessata a proseguire le discussioni su un accordo di cessate il fuoco con Israele finché non ci saranno progressi sulle sue richieste, tra cui la fine della guerra e il ritiro dell’esercito di Tel Aviv dalla Striscia di Gaza.
Almeno 29 persone sono morte in un attacco aereo israeliano che ha colpito una casa nel quartiere Daraj di Gaza City. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, decine di persone sono rimaste ferite. Un filmato pubblicato da Al Jazeera Arabic mostra i soccorritori che trasportano corpi estratti dalle macerie di un edificio distrutto. La casa colpita apparterrebbe alla famiglia Tabatibi. Elicotteri israeliani hanno effettuato attacchi a Gaza City anche su diverse case nei quartieri di Zeitoun, Shujayea e Remal.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) e lo Shin Bet affermano che il capo della sicurezza interna di Hamas a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, è stato ucciso ieri in un attacco aereo. Oltre ad avere il ruolo di capo della polizia di Hamas a Jabalia, Radwan Muhammad Abdullah Radwan, secondo l’Idf e lo Shin Bet, era un agente dell’ala militare del gruppo palestinese. “Radwan ha dato ordini agli agenti di Hamas ed è stato responsabile di ordinare ai terroristi armati di prendere il controllo dei camion degli aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza”, afferma l’esercito israeliano in una nota, come riporta il Times of Israel.
Un secondo palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano nella città di Tubas, a nord-est di Nablus, in Cisgiordania. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, le forze di difesa israeliane (Idf) hanno aperto il fuoco su cui viaggiava il giovane. La sua uccisione arriva poche ore dopo la morte di un altro palestinese, Muhammad Shahmawi, a cui l’esercito israeliano ha sparato durante un raid al campo di Al-Far’a, a sud di Tubas.
Secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS), il fuoco israeliano ha ferito anche almeno altre tre persone nella città, di cui una gravemente. Anche un’ambulanza della PRCS, che è arrivata sul posto per prestare soccorso è stata colpita, mentre un paramedico volontario all’interno del veicolo è stato picchiato e arrestato.Raid dell’esercito israeliano sono stati lanciati nella notte anche nelle città di Idhna, Tulkarem, Qalqilya, Deir Istiya, al-Fandaqumiya e Sebastia.
Un palestinese di 22 anni è stato ucciso negli scontri con l’esercito israeliano, l’Idf, nel campo profughi di al-Fara, vicino alla città di Tubas, nel nord-est della Cisgiordania. Lo riferisce la Mezzaluna Rossa citata dal quotidiano Haaretz.
Israele si sta preparando per un attacco diretto dall’Iran al sud o al nord del Paese entro le prossime 24-48 ore. Lo scrive il Wall Street Journal, citando fonti a conoscenza del dossier. Fonti informate “dalla leadership iraniana”, tuttavia, spiega il quotidiano statunitense, confermano che mentre si discute dei piani di attacco, non è stata presa alcuna decisione definitiva.
Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha parlato con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant “per ribadire il ferreo sostegno degli Stati Uniti alla difesa di Israele di fronte alle crescenti minacce provenienti dall’Iran e dai suoi delegati regionali”. Lo ha affermato il capo ufficio stampa del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder. Il Segretario della Difesa Lloyd J. Austin III ha parlato oggi con il “Facendo eco al messaggio inequivocabile del presidente Biden al primo ministro israeliano Netanyahu, il segretario Austin ha assicurato il ministro Gallant che Israele potrà contare sul pieno sostegno degli Stati Uniti per difendere Israele dagli attacchi iraniani, che Teheran ha pubblicamente minacciato”, ha aggiunto ancora.
L’ex capo dello Shin Bet, Nadav Argaman ha avvertito che Israele dovrà combattere “per molti anni” nella Striscia di Gaza per sconfiggere Hamas. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. Argaman ha criticato il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo governo, affermando che le loro politiche adottate hanno portato agli eventi del 7 ottobre. “Questo governo sta deliberatamente distruggendo la società israeliana per rimanere al potere. per uscire da questo abisso è necessario sostituire questo governo disastroso”, ha concluso.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato per la seconda volta questa settimana con il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e gli ha detto che “un attacco iraniano diretto richiederà un’adeguata risposta israeliana contro l’Iran”. Lo riporta il quotidiano Haaretz.
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha detto alla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock che Teheran è “determinata” a rispondere all’attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco, ma lo farà “in modo limitato”. Lo riferisce Axios citando una fonte con conoscenza diretta del colloquio dei ministri .