Il ministro degli Esteri, Tajani: "Temo che il conflitto possa allargarsi"
La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 175. L’alto commissario dell’Onu per i diritti umani Volker Türk ha affermato che Israele ha una responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza. L’ufficio del premier Netanyahu ha concordato di riprogrammare l’incontro della sua delegazione con gli Usa su Rafah. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Temo che il conflitto in Medioriente possa allargarsi ma noi dobbiamo fare tutto il possibile perché non accada”.
WP: “Da Biden ok ad altre bombe e aerei da guerra per Israele”
Negli ultimi giorni l’amministrazione Biden ha autorizzato l’invio di miliardi di altre bombe e aerei da guerra a Israele per miliardi di dollari nonostante le preoccupazioni di Washington per la prevista offensiva militare a Rafah, nel sud di Gaza, che potrebbe mettere a rischio centinaia di migliaia di civili palestinesi. Lo riferisce il Washington Post (WP), citando fonti del Pentagono e del dipartimento di Stato. Secondo il giornale, i nuovi pacchetti di armi includono più di 1.800 bombe MK84 da 2.000 libbre (pari a oltre 900 kg) e 500 bombe MK82 da 500 libbre (pari a oltre 226 kg). Il Washington Post riporta che la scorsa settimana, il dipartimento di Stato ha autorizzato il trasferimento di 25 jet da combattimento F-35A e di motori per un valore di circa 2,5 miliardi di dollari e precisa che il trasferimento era stato approvato dal Congresso nel 2008, quindi il dipartimento non era tenuto a fornire una nuova notifica ai parlamentari. “Anche le bombe MK84 e MK82 il cui trasferimento è stato autoritzzato questa settimana erano state approvate dal Congresso anni fa” ma non erano ancora state inviate, scrive il WP. Le bombe da 2mila libbre, capaci di radere al suolo isolati di città e di lasciare crateri di oltre 12 metri, non vengono quasi più utilizzate dai militari occidentali in luoghi densamente popolati a causa del rischio di vittime civili, spiega il Washington Post, sottolineando che secondo diverse notizie Israele le ha usate ampiamente a Gaza, in particolare nel bombardamento del campo profughi di Jabalya il 31 ottobre, in cui morirono più di 100 persone.
Netanyahu autorizza partenza delegazioni per Doha e Cairo
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato delegazioni dei vertici del Mossad e dello Shin Bet a recarsi a Doha e al Cairo per continuare i negoziati nei prossimi giorni. Ne hanno dato notizia i media israeliani che citano una nota dell’ufficio del primo ministro. Il Times of Israel riferisce che Netanyahu “ha parlato con il capo del Mossad David Barnea e con il capo dello Shin Bet Ronen Bar per dire loro che avranno ‘spazio per operare’ nei prossimi negoziati al Cairo e a Doha”. Una squadra di medio livello del Mossad è rimasta a Doha da quando Barnea è tornato in Israele all’inizio della settimana.
Hezbollah conferma la morte di Ali Naim
Nell’ultimo bilancio delle vittime tra le sue fila, Hezbollah ha confermato la morte di Ali Naim, considerato da Israele il vicecomandante dell’unità missilistica del ‘Partito di Dio’ libanese. Nella lista degli ultimi miliziani morti a seguito di attacchi israeliani, condivisa da Hezbollah e citata da The Times of Israel, c’è infatti anche Ali Naim di cui, tuttavia, non viene specificato il ruolo. Oltre a lui sono stati uccisi Ahmed Shehimi, Mustafa Makki, Ibrahim al-Zein, Ali al-Haf e Mustafa Nassif.
Idf, ucciso vicecapo unità missilistica di Hezbollah
Le forze israeliane di difesa (Idf) sostengono di aver ucciso il vice comandante dell’unità missilistica di Hezbollah, Ali Naim, durante un attacco con droni nella città di Bazouriye, vicino Tiro, nel sud del Libano. Lo riporta The Times of Israel, sottolineando che Naim è stato colpito mentre viaggiava in automobile. Il miliziano, spiega l’Idf, “era considerato una significativa fonte di conoscenze nel gruppo terroristico e un leader nel campo dei razzi”.
Unrwa: “Nostro spazio operativo a Gaza si sta riducendo”
Lo spazio per operare a Gaza per l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) si sta “riducendo”. Lo ha detto ad Al Jazeera Tamara Alrifai, portavoce dell’Unrwa. “Stiamo scoprendo che il nostro spazio operativo si sta davvero restringendo”, ha affermato. Alrifai ha aggiunto che una media di 155 camion entrano a Gaza ogni giorno, ma questo numero è ben lontano dai 500 camion stimati dalle Nazioni Unite come il minimo richiesto date le circostanze a Gaza. “Qualsiasi tentativo di portare cibo a Gaza è il benvenuto, ma il modo più semplice, veloce ed economico è utilizzare i valichi di terra”, ha spiegato. “I lanci aerei sono simbolici, un modo per dire: ‘Porteremo cibo contro ogni previsione'”.
Da quando il governo israeliano ha annunciato la scorsa settimana che avrebbe interrotto ogni cooperazione con l’Unrwa, cinque richieste di entrare nel nord di Gaza sono state respinte. Inoltre, i camion dell’agenzia rimangono parcheggiati a El Arish, sul lato egiziano del confine, in attesa di entrare a Gaza. Israele accusa alcuni dipendenti dell’agenzia di essere coinvolti nell’attacco del 7 ottobre. Questo ha portato numerosi Paesi a interrompere i finanziamenti all’Unrwa mentre sono in corso le indagini sul caso.
Hezbollah, da inizio guerra 263 miliziani uccisi da Idf
Hezbollah ha nuovamente aggiornato il bilancio delle vittime tra i miliziani dall’inizio della guerra in Medioriente che sono ora 263. Ai tre combattenti uccisi nel presunto attacco israeliano della scorsa notte su Aleppo si aggiungono altre tre vittime. Due miliziani sarebbero morti nello stesso bombardamento su Aleppo, mentre un terzo ha perso la vita vicino Tiro, in Libano.
Nove camion di aiuti del Pam a Gaza nella notte
Nove camion camion carichi di aiuti umanitari gestiti dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite hanno aggiunto ieri notte il nord della Striscia di Gaza. Lo riferisce su X l’ente del ministero israeliano della Difesa responsabile per gli affari civili nei territori palestinesi (Cogat). Quarantasette camion di aiuti hanno sinora raggiunto il nord di Gaza attraverso una nuova strada aperta dalle forze israeliane di difesa (Idf) all’inizio di marzo.
Hezbollah, morti altri tre miliziani, totale a 260
Hezbollah ha annunciato l’uccisione di altri tre miliziani da parte delle forze israeliane. Lo riporta The Times of Israel, citando la stessa organizzazione militante libanese. I tre combattenti uccisi sono stati identificati come Ahmed Shehimi, Mustafa Makki e Ibrahim al-Zein. I tre sarebbero sarebbero stati uccisi nel presunto raid israeliano su Aleppo, in Siria, della scorsa notte. Dall’inizio della guerra in Medioriente, secondo Hezbollah, sarebbero morti 260 miliziani.
Autorità Gaza, 32.623 palestinesi uccisi da inizio guerra
Continua a salire il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza provocate dai continui attacchi israeliani. Secondo il locale ministero della Sanità, dall’inizio della guerra, nell’enclave sono state uccise 32.623 persone mentre altre 75.092 sono rimaste ferite. Lo riporta Al Jazeera. Nell’ultimo giorno sono rimaste uccise 71 persone e altre 112 sono rimaste ferite.
Idf: “A Gaza distrutti lanciarazzi puntati contro Israele”
Le truppe della Brigata Nahal delle forze israeliane di difesa (Idf) hanno individuato e distrutto diversi lanciarazzi puntati contro Israele nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel, citando l’Idf. I militari della brigata Nahal negli ultimi giorni hanno ucciso diversi uomini armati anche con l’ausilio di raid aerei. L’aviazione israeliana, da parte sua, ha colpito un edificio a Nuseirat, nel centro di Gaza, che secondo l’Idf era usato da Hamas per attività terroristiche. Proseguono le operazioni dell’Idf anche nell’ospedale al-Shifa di Gaza City, ad al-Qarara, nel sud dell’enclave, e nel quartiere al-Amal di Khan Younis, dove l’Idf ha eliminato agenti di Hamas, sequestrato armi e distrutto siti appartenenti al gruppo.
Biden: “Paesi arabi pronti a riconoscere pienamente Israele”
Il presidente Usa, Joe Biden, ha affermato che l’Arabia Saudita e altri Paesi arabi sono “pronti a riconoscere pienamente Israele” durante un discorso nel corso di un evento per la raccolta fondi elettorali al Radio City Music Hall di New York, secondo i giornalisti presenti. Lo riporta la Cnn. “Non entrerò nei dettagli adesso. Ma ho lavorato con i sauditi e con tutti gli altri Paesi arabi, inclusi Egitto, Giordania e Qatar. Sono pronti a riconoscere pienamente Israele, riconoscere pienamente Israele per prima volta”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca. “Ma deve esserci un piano post-Gaza, e deve esserci una soluzione a due Stati, non deve avvenire oggi, ma deve esserci un progresso, e penso che possiamo farlo”, ha aggiunto.
Tajani: “Temo che il conflitto possa allargarsi”
“Temo che il conflitto” in Medioriente “possa allargarsi ma noi dobbiamo fare tutto il possibile perché non accada“. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a ‘Porta a Porta’ su Rai 1. Per Tajani in Libano l’obiettivo è “ridurre l’influenza di Hezbollah”. Quello scatenato da Hamas, ha proseguito, “è stato un attacco violento, una caccia all’ebreo per provocare una reazione di Israele per far reagire i Paesi arabi in un momento in cui Israele stava per firmare l’accordo con l’Arabia Saudita”.
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