Il caso è aggiornato al prossimo 20 maggio. La moglie: "Usa dovrebbero fare un passo indietro" 

La saga legale di Julian Assange si arricchisce di un nuovo capitolo. L’Alta Corte di Londra si è infatti pronunciata in favore del giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks concedendogli l’appello contro la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa dove Assange è stato incriminato per spionaggio per 17 capi d’accusa e rischia una pena di 175 anni. Il caso è aggiornato al prossimo 20 maggio.

La moglie: “Usa dovrebbero fare passo indietro” 

“L’amministrazione Biden non dovrebbe fornire garanzie. Dovrebbe abbandonare questo caso vergognoso, che non avrebbe mai dovuto essere intentato”. Così Stella Assange, moglie del giornalista e cofondatore di WikiLeaks, che ha parlato con i giornalisti fuori dall’Alta Corte di Londra dopo che due giudici hanno stabilito oggi che Assange non può per il momento essere estradato negli Usa. I giudici hanno infatti dato a Washington tre settimane di tempo per fornire le garanzie necessarie a dimostrare che il giornalista non rischierà la pena di morte. In caso contrario al fondatore di Wikileaks sarà garantita la possibilità di un nuovo appello contro l’estradizione.

La moglie: “Decisione bizzarra della Corte di Londra”

“Trovo la sentenza assolutamente bizzarra”. Così Stella Assange, moglie del giornalista e cofondatore di WikiLeaks che ha parlato con i giornalisti fuori dall’Alta Corte di Londra dopo che due giudici hanno stabilito oggi che Assange non può essere per il momento estradato negli Usa. I giudici hanno infatti dato a Washington tre settimane di tempo per fornire le garanzie necessarie a dimostrare che il giornalista non rischierà la pena di morte. “La mia impressione è che la corte si stia annodando per trovare la possibilità di scaricare le responsabilità sul governo degli Stati Uniti e invitarlo a contraddire il proprio caso così da rinunciare all’estradizione” di Julian, ha aggiunto la consorte del giornalista che ha poi concluso: “Questo è il solito caso, decisioni bizzarre da parte dei tribunali, procedimenti legali imprevedibili ed eccezioni”. 

La moglie: “Rischio intimidazione giornalisti in tutto il mondo” 

“Ora con questa decisione, credo che la domanda giusta sia: perché non fate cadere le accuse? Julian è stato in carcere per quasi 5 anni. Questo caso non serve ad altro se non a intimidire i giornalisti in tutto il mondo. Non solo qui, non solo negli Usa”. Lo ha detto la moglie di Julian Assange, Stella, dopo che l’Alta Corte di Londra ha stabilito che per il momento il cofondatore di WikiLeaks non possa essere estradato negli Stati Uniti. I giudici hanno infatti dato a Washington tre settimane di tempo per fornire le garanzie necessarie a dimostrare che il giornalista non rischierà la pena di morte. In caso contrario al fondatore di Wikileaks sarà garantita la possibilità di un nuovo appello contro l’estradizione negli Stati Uniti dove è stato incriminato per spionaggio per 17 capi d’accusa. Assange rischia una pena di 175 anni. Il caso è aggiornato al prossimo 20 maggio. “Provoca un effetto che fa venire i brividi. Crea non solo un precedente legale ma anche un precedente politico che mette a rischio i giornalisti in tutto il mondo perché stabilisce una nuova normalità”, ha concluso Stella Assange.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: