Almeno 13 persone sono morte nella città a Sud della Striscia di Gaza. Guterres si appella: "Cessate il fuoco immediato"

All’indomani del no di Benjamin Netanyahu alla proposta di accordo di Hamas, una delegazione del gruppo palestinese è arrivata a El Cairo per ulteriori negoziati sul cessate il fuoco. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha lasciato Israele dopo una nuova visita di quattro giorni in Medioriente, d’altra parte aveva detto che i negoziati sarebbero continuati e che un accordo era ancora possibile. Nonostante lo schiaffo di Netanyahu, che ha dichiarato che la guerra continuerà fino alla vittoria totale.

Raid di Israele su Rafah

Nella notte raid israeliani hanno colpito Rafah, nel sud della Striscia, facendo almeno 13 morti, fra cui due donne e cinque bambini, mentre cresce la preoccupazione per un’eventuale invasione di terra. È qui, vicino al confine con l’Egitto, che oltre metà dell’intera popolazione dell’enclave di 2,3 milioni di abitanti si è rifugiata per scappare all’offensiva israeliana.

Il possibile accordo tra Israele e Hamas

Sul tavolo, secondo l’emittente statunitense Nbc, ci sarebbe da novembre la disponibilità di Israele a permettere a Yahya Sinwar, leader di Hamas e mente del massacro del 7 ottobre, di andare in esilio, in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi e della fine del dominio di Hamas nella Striscia di Gaza. Un’uscita di scena ‘in stile Arafat’, come la definisce Nbc, che cita funzionari e alti consiglieri israeliani, riferendosi al fatto che al leader dell’Olp Yasser Arafat nel 1982 fu permesso di salpare da Beirut a Tunisi. “Permetteremo che ciò avvenga a patto che tutti gli ostaggi vengano rilasciati”, ha detto un consigliere senior di Netanyahu citato da Nbc, nonostante in passato Israele abbia promesso che tutti i leader del gruppo terroristico di Hamas a Gaza sarebbero stati uccisi o catturati.

L’appello di Guterres

Mentre il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra si è aggravato a 27.840 morti e 67.317 feriti, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ribadito “la necessità di un cessate il fuoco umanitario immediato e del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi”. “In Medioriente e nel mondo abbiamo bisogno di pace in tutti i sensi. Non possiamo permetterci di aspettare”, ha detto.

Colloquio telefonico tra Xi Jinping e Putin 

In un colloquio telefonico, il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin hanno discusso anche della situazione in Medioriente e, secondo il Cremlino, “gli approcci della Russia e della Cina a favore di una soluzione politica e diplomatica del problema palestinese all’interno di un quadro giuridico internazionale generalmente riconosciuto coincidono completamente”.

La missione del re di Giordania in Occidente

Al via, intanto, una missione del re di Giordania Abdullah II nei Paesi occidentali per “mobilitare sostegno internazionale per un cessate il fuoco a Gaza”. Fra le tappe ci sono Parigi, dove incontrerà il presidente francese Emmanuel Macron, la Germania, dove parteciperà alla Conferenza di Monaco, nonché il Canada e gli Stati Uniti, dove lunedì 12 febbraio sarà ricevuto da Joe Biden alla Casa Bianca.

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