È durata sette giorni la tregua nell striscia di Gaza tra Israele e Hamas. L’esercito israeliano ha infatti annunciato la ripresa dei combattimenti accusando i miliziani di aver violato l’accordo per il cessate il fuoco. “Hamas ha violato la tregua sparando anche in territorio israeliano”, si legge in un comunicato dell’Idf. Nel secondo giorno di offensiva l’esercito dello Stato ebraica sta operando a Khan Younis, nel sud della Striscia dove sabato sono segnalati violenti combattimenti con Hamas e raid aerei.
L’esercito israeliano ha comunicato di aver attaccato nell’ultimo giorno più di 400 obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui decine nella città meridionale di Khan Yunis. Secondo l’annuncio, riportato da Haaretz, la Marina israeliana ha operato a Khan Yunis e Deir al-Balah, nel sud della Striscia di Gaza, e ha attaccato “obiettivi militari dell’organizzazione Hamas, nonché infrastrutture e attrezzature utilizzate dalla forza navale dell’organizzazione”. L’Idf ha anche colpito una moschea che, secondo l’esercito, era utilizzata come quartier generale militare della Jihad islamica.
“La Striscia di Gaza è di nuovo il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino. Dopo sette giorni di tregua da una violenza orribile, i combattimenti sono ripresi. Altri bambini sicuramente moriranno come conseguenza. Prima della pausa, secondo le notizie, più di 5.300 bambini palestinesi sono stati uccisi in 48 giorni di bombardamenti incessanti – un dato che non include molti bambini ancora dispersi e presumibilmente sepolti sotto le macerie”. Lo afferma la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, sulla ripresa dei combattimenti a Gaza.
Le forze israeliane hanno lanciato un attacco aereo vicino a Damasco. Lo riferiscono i media statali siriani, citati da Al Jazeera. L’attacco è l’ultimo contro la Siria da parte di Israele, che ha preso di mira aeroporti, magazzini e altre strutture che ritiene siano collegate all’Iran, a Hezbollah e ad altri gruppi sostenuti da Teheran.
La pausa umanitaria a Gaza è finita “a causa di Hamas” che “non ha fornito una lista degli ostaggi” ancora in suo possesso. Lo ha affermato il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, sottolineando che il presidente Biden “continua ad essere profondamente impegnato” per il ripristino di una pausa umanitaria che porti alla liberazione di altri ostaggi e all‘ingresso di ulteriori aiuti umanitari a Gaza.
Sono almeno 178 i palestinesi morti nei raid dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, dopo la fine della tregua tra Israele e Hamas avvenuta oggi. È quanto afferma il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. I feriti sono 589. Le vittime sono in gran parte donne e bambini. Lo riporta Al Jazeera.
I colloqui per una nuova tregua tra Israele e Hamas sono falliti. Lo ha detto alla Bbc una fonte vicina ai negoziati di Doha, in cui il Qatar sta svolgendo il ruolo di mediatore. Nonostante la ripresa dei combattimenti, il Qatar aveva assicurato che i negoziati sarebbero continuati nel tentativo di convincere le parti a prolungare ulteriormente la pausa temporanea nei combattimenti, durata in tutto una settimana.
Le forze di Difesa israeliane hanno reso noto di aver recuperato i resti di uno degli ostaggi morti mentre si trovavano nelle mani di Hamas. Si tratta del 27enne Ofir Tzarfati, catturato al rave lo scorso 7 ottobre. La famiglia era stata informata mercoledì. “Il corpo di Ofir Tzarfati è stato localizzato nei giorni scorsi dall’Idf e dallo Shin Bet nella Striscia di Gaza, e portato in Israele oggi“.
Se Hamas fornisse un elenco “adeguato” degli ostaggi da rilasciare, una tregua sarebbe ancora possibile. Lo sottolineano alla Cnn fonti impegnate nel negoziato. Le stesse fonti sottolineano che le parti negoziali – Israele e Hamas, in consultazione con Qatar, Stati Uniti ed Egitto – stanno ancora discutendo attivamente il rilascio delle restanti donne in ostaggio. Israele ritiene che ci siano 20 donne e due bambini sotto i 18 anni ancora tenuti in ostaggio. Se questo gruppo di persone venisse liberato successivamente i negoziati si sposterebbero verso altre categorie di ostaggi: civili di sesso maschile e riservisti.
Il gruppo libanese di Hezbollah ha fatto sapere di aver attaccato i soldati israeliani “con armi adeguate” vicino a una posizione militare lungo la frontiera con Israele. Lo riporta Al Jazeera. L’annuncio ha segnato il primo attacco rivendicato da Hezbollah dalla scadenza della tregua questa mattina. In precedenza Israele aveva riferito di aver attaccato “una cellula terroristica che operava in territorio libanese, vicino alla zona di Zerait”.
Sono oltre 100 le persone uccise negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza a partire da questa mattina, dalla ripresa dei combattimenti tra Israele e Hamas. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Lo riporta Al Jazeera.
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha riferito di aver avuto un colloquio con il ministro israeliano Benny Gantz, che fa parte del gabinetto di guerra, dopo la crisi diplomatica che si è riaperta ieri tra i due Paesi con il richiamo da parte dello Stato ebraico della sua ambasciatrice a Madrid per consultazioni. “Ho parlato con il ministro Benny Gantz, al quale ho ribadito che Israele è un partner e un amico della Spagna“, ha riferito Sanchez, sottolineando di aver “condannato ancora una volta gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre” e di auspicare “l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi”. Israele “ha il diritto di difendersi da questo attacco terroristico”, ha aggiunto il premier spagnolo, sottolineando però di aver ribadito a Gantz che “la Spagna ritiene insopportabile la morte di civili a Gaza e che Israele deve rispettare il diritto umanitario internazionale“.
I negoziati con Hamas sugli ostaggi non si fermeranno con la fine della tregua ma si svolgeranno anche durante i combattimenti. Lo ha detto un funzionario politico israeliano, citato da Canale 12. “Abbiamo ripreso i combattimenti e sono attesi diversi giorni di combattimenti – ha affermato il funzionario – I negoziati continueranno in parallelo. Hamas conosce la chiave, se riesce a portare 10 ostaggi al giorno, gli verrà concesso un giorno di tregua“.
È di almeno 65 morti il bilancio degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dalla ripresa della guerra. Lo riporta al Jazeera, citando un suo corrispondente. Nelle ultime fasi dei combattimenti sette palestinesi sono rimasti uccisi in un bombardamento contro alcune case a est di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri quattro hanno perso la vita nel raid condotto dalle forze israeliane sul campo profughi di Yabna, nel centro di Rafah.
“Queste settimane di conflitto hanno messo Gaza in ginocchio sotto ogni aspetto. Per riportare la situazione in una condizione accettabile non basteranno giorni, ma serviranno settimane, mesi e forse anni”. Così a LaPresse il portavoce della Federazione internazionale della Croce Rossa (Ifrc), Tommaso Della Longa. Per raggiungere l’obiettivo, ha spiegato, “serve che il conflitto si fermi, che l’accesso umanitario sia moltiplicato, che ci sia la possibilità di operare in tutta la Striscia di Gaza”.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha detto che l’amministrazione degli Stati Uniti “è responsabile della ripresa dell’aggressione israeliana contro Gaza” in quanto “non è riuscita a costringere Israele a fermare la sua aggressione”. Lo riporta l’agenzia Wafa. Secondo il portavoce di Abbas “tutti questi crimini non porteranno sicurezza né pace a nessuno nella regione e devono cessare immediatamente”. Abu Rudeineh ha infine sottolineato che “la maggior parte dei Paesi in tutto il mondo sono solidali con il popolo palestinese”.
Il kibbutz Nir Oz ha annunciato la morte dell’85enne Aryeh Zalmanovich mentre era nelle mani di Hamas. Il gruppo terroristico aveva pubblicato un video a metà novembre in cui si vedeva l’uomo molto malato. Voci sulla sua morte circolavano da giorni ma ora – spiega il Times of Israel – è giunta la conferma ufficiale.
Israele avrebbe bombardato “un deposito di missili” nei pressi di Sana’a capitale dello Yemen. Lo riporta l’emittente araba al-Arabiya citando fonti informate.
Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato durante la notte 15 palestinesi in Cisgiordania. Lo riporta il Times of Israel citando un portavoce dell’esercito. I militari avrebbero confiscato “equipaggiamento militare, contanti e un fucile M-16”. Inoltre in un villaggio vicino a Jenin si sarebbero verificati scontri a fuoco
“Questa è una guerra contro i bambini”. Lo ha detto il portavoce dell’Unicef, James Elder, in un video pubblicato su ‘X‘ da un ospedale della Striscia di Gaza. “Possiamo sentire le bombe a 50 metri da qui – ha aggiunto – questo ospedale è al 200% delle sue capacità. L’inazione delle autorità influenti sta permettendo l’uccisione di bambini”.
Dalla ripresa dei combattimenti 32 palestinesi sono morti a causa dei raid israeliani e decine di altri sono rimasti feriti. Lo riporta il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas. Lo riporta il Times of Israel precisando che le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente.
“I popoli e la stragrande maggioranza dei governi del mondo chiedono a gran voce la continuazione del cessate il fuoco e la completa cessazione degli attacchi del regime sionista contro Gaza e la Cisgiordania palestinese, ma i criminali sionisti e gli assassini di bambini cercano la vittoria uccidendo civili, bambini e donne per compensare la loro irreparabile sconfitta”. Lo ha scritto su ‘X’ il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani. “È chiaro che oltre ai criminali del regime sionista, la responsabilità politica e giuridica della continua aggressione e del continuo massacro del popolo palestinese ricade sul governo americano e su alcuni governi che sostengono questo regime di apartheid”, ha aggiunto.
“Israele ha la responsabilità della ripresa della guerra e ha rifiutato di accettare l’offerta emersa negli ultimi colloqui”. Lo ha detto il rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamadan, nel corso di un’intervista ad Al Jazeera citata da Haaretz. Secondo Hamdan, l’organizzazione palestinese aveva offerto a Israele la liberazione di ostaggi adulti e la restituzione di alcuni corpi, ma “Israele ha rifiutato perché aveva già deciso di rinnovare l’attacco nella Striscia”.
Il Qatar “conferma che i negoziati” tra Israele e Hamas “proseguono con l’obiettivo di tornare” a una tregua. Lo scrive il ministero degli Esteri del Qatar in una nota diffusa sul suo profilo X. Doha, prosegue il comunicato, è impegnata “insieme ai suoi partner di mediazione a proseguire gli sforzi che hanno portato alla pausa umanitaria, e non esiterà a fare tutto il necessario per ritornare alla calma”. Tuttavia, avverte il Qatar, “i continui bombardamenti sulla Striscia di Gaza nelle prime ore successive alla fine della tregua complicano gli sforzi di mediazione e aggravano la catastrofe umanitaria nella Striscia”. Doha invita quindi “la comunità internazionale a muoversi rapidamente per fermare la violenza”.
Le forze israeliane di difesa (Idf) starebbero lanciando volantini a Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, invitando i residenti a spostarsi verso sud, a Rafah, avvertendo che la zona “è pericolosa”. Lo riporta The Times of Israel, citando fonti palestinesi. I combattimenti nell’enclave sono ricominciati questa mattina, dopo che Israele ha accusato Hamas di aver violato la tregua a seguito del lancio di un razzo e non rispettando gli accordi sulla liberazione degli ostaggi.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, avrebbe lasciato Israele pochi minuti dopo la fine della tregua fra Hamas e Tel Aviv e la conseguente ripresa dei combattimenti. Lo riporta la tv israeliana Kan, seconco cui Blinken sarebbe diretto negli Emirati Arabi Uniti. Il segretario di Stato americano ieri è tornato in Israele per la terza volta dall’inizio della crisi, incontrando i vertici politici e militari dello Stato ebraico. E’ stato poi a Ramallah, in Cisgiordania, dove ha visto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahamoud Abbas.
E’ salito a nove morti il bilancio dei combattimenti nella Striscia di Gaza dopo la ripresa delle ostilità annunciata dalle forze israeliane di difesa (Idf). Lo riporta al Jazeera, citando il ministero della Sanità dell’enclave palestinese. Tel Aviv ha colpito a Rafah e una a Khan Younis, nel sud della Striscia, e nell’area di Maghazi, nel centro di Gaza. “Le forze israeliane stanno lanciando volantini per le persone a Khan Younis chiedendo loro di evacuare a Rafah, ma stanno anche prendendo di mira Rafah”, ha riferito un reporter.
I negoziati mediati da Qatar ed Egitto per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas proseguono nonostante la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza annunciata dall’esercito israeliano. Lo riporta la Cnn citando una fonte vicina ai colloqui. Secondo i termini di un accordo precedentemente raggiunto, Hamas avrebbe dovuto proporre un ottavo elenco di ostaggi: 10 tra donne e bambini da rilasciare oggi in cambio di un ulteriore giorno di pausa. Israele aveva avvertito che le operazioni militari su vasta scala sarebbero riprese una volta terminata l’attuale fase di rilascio degli ostaggi. Ma i funzionari statunitensi hanno affermato che i colloqui continueranno comunque per liberare gli ostaggi rimasti.
I funzionari israeliani erano entrati in possesso del piano di battaglia di Hamas per l’attacco del 7 ottobre oltre un anno prima che si verificasse. Lo riporta il New York Times citando documenti, mail e interviste. I funzionari dell’intelligence e dell’esercito di Tel Aviv, tuttavia, considerarono tale piano troppo ambizioso e difficile da realizzare. Il documento di circa 40 pagine, che le autorità israeliane chiamarano col nome in codice ‘Muro di Gerico‘, delineava, punto per punto, le operazioni poi attuate da Hamas che hanno portato alla morte di circa 1200 persone. Il documento non fissava una data per l’attacco, ma descriveva un’operazione progettata per sopraffare le fortificazioni attorno alla Striscia di Gaza, prendere il controllo delle città israeliane e assaltare le principali basi militari, inclusa una divisione Sede centrale.
Secondo il ministero della Salute di Hamas tre persone sono state uccise nei raid aerei israeliani a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riportano i media israeliani. Fonti di Hamas affermano che i jet israeliani hanno colpito il sud di Gaza, nella comunità di Abassan, un altro attacco ha colpito una casa a nord-ovest di Gaza City.
Hamas “non ha rispettato l’impegno di rilasciare tutte le donne in ostaggio e ha lanciato razzi contro Israele”. Lo afferma il governo israeliano, in una nota dell’ufficio del primo ministro citata da Haaretz. “Il governo di Israele – continua il comunicato – è impegnato a raggiungere gli obiettivi della guerra: liberare tutti gli ostaggi, eliminare Hamas e assicurare che Gaza non possa mai più minacciare il popolo di Israele”.
Le forze di difesa israeliane affermano che jet da combattimento stanno effettuando un’ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel, citando l’Idf.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ripreso le operazioni di combattimento nella Striscia di Gaza dopo la scadenza della tregua temporanea con Hamas. Lo riportano i media locali, citando l’Idf. La tregua in corso dal 24 novembre è scaduta alle 7 di oggi, ora locale.
Israele accusa Hamas di aver violato la tregua. Secondo quanto riporta il Times of Israel, le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che diversi razzi sono stati lanciati da Gaza poco prima delle 7 del mattino – poco prima della scadenza della tregua – facendo scattare le sirene.
Trenta prigionieri palestinesi sono stati rilasciati nella notte tra giovedì e venerdì da Israele nell’ambito dell’accordo sulla tregua con Hamas. I familiari si sono radunati a Ramallah per accoglierl. I detenuti sono arrivati lì nella notte dalla prigione di Ofer in Cisgiordania. L’autobus che li trasportava è stato accolto con clamore nella piazza centrale della città. Secondo Al Jazeera, il mezzo è stato colpito da gas lacrimogeni. Alcune delle persone a bordo hanno avuto bisogno di cure mediche.