Gli ultimi aggiornamenti dal conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. In mattinata il Qatar ha dichiarato che è stato esteso in extremis di un altro giorno l’accordo per la tregua tra le due parti, in scadenza alle 7 del mattino. Ma resta la tensione nella regione: sei persone sono state ferite in un attentato a Gerusalemme, e i due attentatori sono stati uccisi dalla polizia israeliana. ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO
I sei ostaggi liberati dalla prigionia di Hamas a Gaza si trovano ora in territorio israeliano. Lo comunicano le forze di difesa israeliane. I sei si recheranno alla base aerea di Hatzerim per sottoporsi ad una prima valutazione sanitaria. Successivamente verranno condotti in ospedale per ricongiungersi alle loro famiglie.
“Secondo i termini del settimo giorno dell’accordo di pausa umanitaria, 30 palestinesi saranno rilasciati oggi in cambio del rilascio di 10 ostaggi a Gaza. In questa lista sono stati conteggiati i 2 cittadini russi rilasciati ieri”. Lo dichiara su X il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al Ansari.
Hamas ha consegnato sei ostaggi israeliani alla Croce Rossa. Lo riferiscono le forze di difesa israeliane (Idf). “Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, sei ostaggi israeliani sono stati consegnati e sono in viaggio verso il territorio israeliano”, si legge in un breve comunicato. In precedenza, Hamas aveva rilasciato due ostaggi israeliani, portando il totale odierno a otto. Secondo l’accordo del cessate il fuoco, Hamas deve rilasciare almeno 10 ostaggi al giorno.
Quando riprenderanno le operazioni militari “è imperativo che Israele agisca seguendo il diritto umanitario internazionale e le leggi di guerra, anche se affronta un gruppo terrorista che non le rispetta”. E’ quanto ha ribadito il segretario di Stato americano Antony Blinken nel corso di una conferenza stampa a Tel Aviv, nella quale ha riferito di avere invitato Benjamin Netanyahu a fare ulteriori sforzi per proteggere la popolazione civile di Gaza, come l’indicazione di zone sicure nella zona centrale e meridionale della Striscia. Il premier israeliano, ha detto Blinken, si è detto “d’accordo” con questo approccio ed è pronto a fare “passi concreti” verso questa direzione. E’ anche necessario, ha proseguito il segretario di Stato, che Israele eviti “ulteriori dislocamenti di civili all’interno di Gaza”, consentendo alle persone attualmente sfollate di fare eventualmente ritorno nelle proprie abitazioni. “Non devono esserci dislocamenti permanenti”, ha affermato Blinken.
“L’Idf è pronto a riprendere i combattimenti. Siamo pronti ad attaccare a qualsiasi ora, anche stasera”, se l’accordo di cessate il fuoco con Hamas non verrà rinnovato per un altro giorno. Lo dichiara il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari. “Stiamo aspettando il rilascio di altri ostaggi che dovrebbero tornare come parte dell’accordo concordato”, ha spiegato, aggiungendo che l’Idf “ha insistito” per portare a termine l’attuale accordo con Hamas.
Le affermazioni di Hamas riguardanti la famiglia di Yarden Bibas non sono ancora state verificate in modo indipendente. Lo dice il portavoce dell’Idf Daniel Hagari. “La documentazione pubblicata è terrorismo psicologico”, spiega.
“Bibi (Netanyahu) il tuo attacco aereo ha portato via la mia amata famiglia, ora fai quello che puoi per riportarli a casa in modo che possano essere sepolti” in Israele. Sono le parole, in un video diffuso da Hamas, dirette al premier Benyamin Netanyahu di Yarden Bibas, marito di Shiri e padre dei piccoli Kfir e Ariel, che secondo i miliziani sarebbero morti in un raid di Israele. “Ti prego, riporta a casa me, mia moglie e i miei figli. Per favore, ti prego”, aggiunge l’uomo. Secondo Hamas, “la resistenza si è offerta di consegnare i tre corpi, ma” Israele “ha rifiutato di riceverli”.
Hamas ha pubblicato un video che sembra mostrare Yarden Bibas, rapito dal gruppo palestinese insieme alla moglie Shiri e ai loro figli Ariel di 4 anni e il piccolo Kfir di 10 mesi. Yarden è stato però separato dal resto della sua famiglia e, secondo i media israeliani, lo si vede nel video mentre viene informato “della morte dei suoi famigliari”.
“Bibi (Netanyahu) hai bombardato la mia famiglia. Hai ucciso mia moglie e i miei figli. Tutto quello che avevo nella mia vita. Tutto quello che almeno puoi fare è liberare me e riportare loro a casa, per essere sepolti in Israele. Ti sto implorando, riporta me, mia moglie e i miei figli a casa. Per favore, ti sto implorando”, dice l’uomo.
Hamas infatti ieri ha annunciato la morte dei due bambini e della donna in un bombardamento israeliano. Informazione che per ora non ha trovato conferme ufficiali.
“In questa fase” gli Stati Uniti “non appoggiano un cessate il fuoco permanente”. Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, aggiungendo che gli Usa sono però favorevoli a pause umanitarie.
“Ho parlato con il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas a Ramallah del conflitto a Gaza e delle misure per migliorare la sicurezza e la libertà dei palestinesi in Cisgiordania. Ho ribadito l’impegno degli Stati Uniti a promuovere la creazione di uno Stato palestinese”. Così il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita oggi in Israele, dove ha incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu, e in Cisgiordania.
La Società dei prigionieri palestinesi ha pubblicato la lista dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane il cui rilascio è previsto per oggi. Si tratta di 8 donne e 22 minori.Lo riporta il Guardian. Prima che gli scambi di prigionieri tra Israele e Hamas iniziassero la scorsa settimana, la Società dei prigionieri palestinesi aveva affermato che Israele deteneva 7.200 prigionieri, tra cui 88 donne e 250 bambini.
“I bisogni sanitari della popolazione di Gaza sono aumentati drammaticamente, ma sono ora serviti da un terzo degli ospedali e delle cliniche di assistenza primaria”. È quanto afferma in un post sul social X Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). “Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco duraturo in modo che gli aiuti possano continuare a essere forniti per porre fine a ulteriori sofferenze dei civili”, aggiunge Ghebreyesus.
Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, è in visita in Israele “su richiesta e invito dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime degli attacchi del 7 ottobre”. Lo ha reso noto il tribunale in un post sul social X. Khan si recherà anche a Ramallah per incontrare alti funzionari palestinesi. “La visita, pur non essendo di natura investigativa, rappresenta un’importante opportunità per esprimere solidarietà a tutte le vittime e avviare un dialogo”, si legge nel post.
Due ostaggi israeliani consegnati poco fa alla Croce Rossa e poi alle forze speciali e ai membri dell’agenzia di sicurezza israeliana Shin Bet nel nord di Gaza, vicino al confine, sono stati identificati come Mia Schem, 21 anni, e Amit Soussana, 40 anni. Mia è la ragazza franco-israeliana che era apparsa dopo la sua cattura in un video diffuso da Hamas il mese scorso, in cui mostrava il suo braccio ferito e chiedeva di essere restituita alla sua famiglia il più rapidamente possibile. Le due saranno portati alla base aerea di Hatzerim, nel sud di Israele.
“Secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, due ostaggi israeliani sono stati trasferiti presso di loro e sono in viaggio verso il territorio israeliano”. Lo scrive sui social l’esercito israeliano, che aggiunge: “Nelle prossime ore si prevede che altri ostaggi israeliani verranno consegnati alla Croce Rossa“. Nella giornata di oggi, secondo la lista consegnata da Hamas a Israele, dovrebbero essere liberati in tutto 8 ostaggi.
Dobbiamo evacuare centinaia di feriti fuori dalla Striscia di Gaza per salvare loro la vita”. È quanto ha affermato Ashraf al-Qudra, portavoce del ministero della Sanità di Gaza, intervistato da Al Jazeera. “Israele controlla il percorso degli aiuti medici che entrano a Gaza”, ha aggiunto, “la quantità degli aiuti medici ricevuti dagli ospedali non ha raggiunto il livello necessario”.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano che le truppe hanno arrestato nella notte, durante raid in tutta la Cisgiordania, 23 sospettati, tra cui 10 miliziani di Hamas. Insieme agli arresti le truppe hanno sequestrato attrezzature militari, bandiere di Hamas e 250.000 shekel, la valuta israeliana, destinati a scopi terroristici. Lo riporta il Times of Israel.
Durante i suoi incontri in Israele con il presidente Isaac Herzog, con il premier Benjamin Netanyahu e con il gabinetto di guerra, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha sottolineato la necessità di ridurre le tensioni in Cisgiordania, chiedendo di compiere passi immediati per considerare i coloni estremisti responsabili delle violenze contro i civili palestinesi. Lo riporta Hareetz, citando il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Blinken ha anche ribadito l’impegno di Washington per uno Stato palestinese che possa vivere in pace, libertà e sicurezza accanto a Israele.
Israele ha deciso di convocare nuovamente l’ambasciatrice spagnola nel Paese, Ana Salomon Pérez, dopo che il premier spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato di avere “seri dubbi” sul fatto che lo Stato ebraico stia rispettando il diritto umanitario internazionale. “I filmati che stiamo vedendo e il crescente numero di bambini che muoiono mi fanno dubitare seriamente che (Israele, ndr) stia rispettando il diritto umanitario internazionale”, ha detto oggi Sanchez in un’intervista alla tv pubblica spagnola Tve, “quello che stiamo vedendo a Gaza non è accettabile”.
Livia Dickman, la 24enne morta questa mattina in un attacco alle porte di Gerusalemme poi rivendicato da Hamas sarebbe stata incinta. Lo riporta Ynet. Assieme a lei hanno perso la vita anche il rabbino Elimelech Wasserman (73 anni) e Hana Ifergan (67 anni), che gestiva una scuola femminile a Beit Shemesh. Morti anche i due terroristi che sono stati uccisi dalla polizia e da un civile armato.
“Gli ho detto che abbiamo giurato, e io stesso ho giurato, di distruggere Hamas. Niente ci fermerà”. Così il premier israeliano, Benjamin Netayahu, riferendo dell’incontro con il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Lo riporta The Times of Israel. Parlando dell’attacco di questa mattina a Gerusalemme, Netanyahu ha spiegato a Blinken che “questa è Hamas. E’ la stessa Hamas che ha commesso il terribile massacro del 7 ottobre, la stessa Hamas che cerca di assassinarci ovunque”. Il premier israeliano ha quindi ribadito che la guerra a Gaza continuerà finché Israele non libererà tutti i suoi ostaggi, sconfiggerà Hamas e garantirà che nella Striscia nessuno possa rappresentare una minaccia per Tel Aviv.
Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben Gvir sostiene che la rivendicazione di Hamas del’attacco terroristico di oggi a Gerusalemme è una violazione del cessate il fuoco in corso. “Con una mano Hamas firma un cessate il fuoco, con l’altra manda i terroristi a uccidere gli ebrei a Gerusalemme”, ha detto il ministro di estrema destra, come si legge in una nota del suo partito, l’Otzma Yehudit. “Dobbiamo interrompere i patti con il diavolo e tornare immediatamente alla lotta, con una forza rara”, ha aggiunto Gvir. Lo riporta il Times of Israel.
L’uomo alla guida dell’auto che è piombata su un checkpoint a Bekot, nel nord della valle del Giordano, in Cisgiordania, ferendo due soldati israeliani, è stato ucciso da altri soldati sul posto che gli hanno sparato. Lo riporta Haaretz.
Dopo aver rivendicato l’attentato a Gerusalemme di questa mattina, in cui sono state uccise 3 persone, Hamas ha chiesto “un’escalation della resistenza” contro Israele. Lo riporta Al Arabiya.
Hamas ha rivendicato la responsabilità dell’attentato a Gerusalemme di questa mattina, in cui sono state uccise 3 persone, tra cui una donna di 24 anni e un uomo di 73. Lo riporta il sito israeliano Ynet. Secondo la ricostruzione della polizia, due uomini armati hanno aperto il fuoco contro i civili che si trovavano a una fermata dell’autobus all’incrocio di Givat Shaul, vicino all’ingresso di Gerusalemme. I due assalitori sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e da un civile che era sul posto.
Hamas in un comunicato ha affermato che “l’operazione è arrivata come una risposta naturale ai crimini senza precedenti commessi dall’occupazione”, citando la campagna militare israeliana a Gaza e il trattamento dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. Lo riporta Al Jazeera
E’ salito a tre morti il bilancio degli israeliani rimasti uccisi nella sparatoria alla periferia di Gerusalemme. Tra le vittime una donna di 24 anni, un anziano di 73 e una terza persona, deceduta a causa delle gravi ferite riportate. Lo riporta The Times of Israel, citando fonti mediche e di polizia.
Secondo la ricostruzione della polizia, due terroristi provenienti da Gerusalemme est con un M16 e una pistola hanno aperto il fuoco contro i civili che si trovavano a una fermata dell’autobus all’incrocio di di Givat Shaul, vicino all’ingresso di Gerusalemme. I due assalitori sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e da un civile che era sul posto.
Il governo israeliano “continuerà ad espandere la distribuzione di armi ai civili” in quanto si tratta di una misura che “si è dimostrata efficace più e più volte nella guerra contro il terrorismo omicida”. Lo ha detto il premier, Benjamin Netanyahu, dopo l’attacco di stamattina a Gerusalemme. Lo riporta Haaretz. I due terroristi sono stati uccisi con il contributo di un civile che ha aperto il fuoco e questo, ha aggiunto Netanyahu, “ha impedito un attacco più grave”.
Hamas oggi restituirà a Israele i corpi di tre ostaggi morti. Lo ha annunciato Basem Naim, un funzionario dell’organizzazione palestinese, al canale londinese Al-Araby Al-Jadeed. Lo riporta The Times of Israel. Secondo Naim i tre sono stati uccisi durante l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza. Hamas, ha aggiunto, è disponibile a negoziare il rilascio di altri civili israeliani se la tregua verrà prolungata si raggiungerà un nuovo accordo generale.
Le sirene d’allarme sono tornate a suonare nelle comunità di Matat, Sassa e Dovev del nord di Israele, vicino al confine con il Libano per una possibile infiltrazione di droni. Lo riporta The Times of Israel. Le forze israeliane di difesa fanno sapere che stanno indagando sulle cause degli allarmi, i primi a risuonare da diversi giorni nel Paese, dove vige il cessate il fuoco in virtù dell’accordo con Hamas.
Le forze israeliane di difesa hanno in seguito comunicato che il sistema Iron Dome si è attivato, intercettando un “bersaglio sospetto” che era entrato nello spazio aereo israeliano dal Libano. Dopo l’inizio della tregua, Hezbollah ha interrotto i suoi attacchi contro il nord di Israele.
Questo tipo di eventi dimostrano ancora una volta quanto non possiamo mostrare debolezza, quanto dobbiamo parlare con Hamas solo attraverso le azioni, solo attraverso la guerra”. Lo ha detto il ministro israeliano della Sicurezza, Itamar Ben Gvir, al suo arrivo a Gerusalemme dopo l’attacco terroristico contro una fermata del bus vicino all’ingresso della città. Lo riporta The Times of Israel. Secondo Ben Gvir l’attacco dimostra che un sempre maggior numero di civili israeliani dovrebbe possedere armi.
Ofir Sarfati (27 anni), uno degli ostaggi rapiti il 7 ottobre durante il rave party nel deserto del Negev, è morto. Lo riporta Ynet citando il comune di Kiryat Ata, la città dove viveva Sarfati. Studente di ingegneria, pochi minuti prima dell’attacco era stato fotografato mentre spegneva le candeline su una torta. Per quasi due mesi i suoi familiari sono rimasti in attesa, non sapendo se il giovane fosse vivo. Sino a oggi, quando dal comune è arrivata la notizia della morte.
“Questo processo sta producendo risultati. È importante e speriamo che possa continuare”. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, tornato per la terza volta in Israele dall’inizio della guerra fra Tel Aviv e Hamas. Lo riporta il Washington post. Blinken ha anche commentato il recente attacco a Gerusalemme nel quale sono morte almeno due persone. “Il mio cuore è vicino” alle vittime dell’attentato, ha affermato.
I due attentatori che questa mattina hanno aperto il fuoco contro una stazione dell’autobus all’ingresso di Gerusalemme, uccidendo almeno due persone, erano affiliati di Hamas già condannati per attività terroristiche. Lo ha annunciato il servizio israeliano di sicurezza dello Shin Bet. Lo riporta Haaretz. Secondo lo Shin Bet a commettere l’attentato sono stati i fratelli Murad e Ibrahim Namer, residenti a Gerusalemme Est, rispettivamente di 38 e 30 anni. I due sarebbero affiliati ad Hamas e avevano già scontato pene detentive per il coinvolgimento in attività terroristiche. Murad, in particolare, aveva scontato una pena dal 2010 al 2020.
Hamas avrebbe consegnato a Israele la lista degli ostaggi che verranno liberati oggi nel quadro dell’accordo per una ulteriore estensione della tregua. Lo riporta la tv israeliana Kan. Nell’elenco sono compresi sei bambini e due donne, per un totale di 8. Hamas considera, infatti, le due donne russo-israeliane liberate ieri come “omaggio” a Vladimir Putin, un anticipo dei rilasci odierni. I negoziati per un prolungamento del cessate il fuoco sono durati per tutta la notte. In un primo momento, spiega The Times of Israel, Hamas aveva proposto di liberare sette tra donne e bambini e di restituire tre corpi ma Israele aveva rifiutato questa possibilità.
È salito a due morti il bilancio degli israeliani rimasti uccisi nella sparatoria alla periferia di Gerusalemme. Le vittime sono una donna di 24 anni e un uomo di 73. Lo riporta il Jerusalem Post citando i servizi di emergenza. Diversi i feriti, uno dei quali verserebbe in gravi condizioni. Secondo la ricostruzione della polizia, due terroristi provenienti da Gerusalemme est con un M16 e una pistola hanno aperto il fuoco contro i civili che si trovavano a una fermata dell’autobus all’incrocio di Givat Shaul, vicino all’ingresso di Gerusalemme. I due assalitori sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e da un civile che era sul posto.
Israele ha confermato che la tregua con Hamas proseguirà almeno per un altro giorno. “Alla luce degli sforzi dei mediatori per continuare il processo di rilascio degli ostaggi e nel rispetto dei termini dell’accordo, il cessate il fuoco continuerà“, hanno fatto sapere le forze israeliane di difesa (Idf). Lo riporta The Times of Israel. Come parte dell’accordo, Hamas dovrà rilasciare almeno 10 ostaggi per ogni giorno in più di pausa nei combattimenti. Israele a sua volta rilascerà anche 30 prigionieri palestinesi ogni 10 ostaggi.
Una donna di 24 anni è stata uccisa nella sparatoria alla periferia di Gerusalemme, in cui sono rimaste ferite sette persone. Lo riferisce il Jerusalem Post, secondo quanto riportato dal Magen David Adom, i servizi di emergenza. Altre cinque persone sono state ferite gravemente, un’altra è in condizioni moderate e altre due sono in condizioni leggere.
La polizia israeliana ha dichiarato che alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco giovedì contro persone in attesa dell’autobus lungo un’autostrada principale all’ingresso di Gerusalemme. Sei persone sono state ferite, tre delle quali in modo grave, nell’attacco avvenuto all’ora di punta del mattino. La polizia ha dichiarato che i due attentatori sono stati uccisi.
Israele e Hamas hanno concordato di estendere la tregua di un altro giorno pochi minuti prima della sua scadenza, ha dichiarato il Qatar, che ha svolto un ruolo di mediazione tra le due parti. La tregua sarebbe dovuta scadere giovedì mattina. I negoziati per estenderla sono stati al limite, con disaccordi dell’ultimo minuto sugli ostaggi che Hamas avrebbe dovuto liberare in cambio di un altro giorno di cessazione dei combattimenti. Il Ministero degli Esteri del Qatar ha dichiarato che la tregua è stata prorogata alle stesse condizioni del passato, in base alle quali Hamas ha rilasciato 10 ostaggi israeliani al giorno in cambio di 30 prigionieri palestinesi.
Le autorità israeliane hanno rilasciato trenta detenuti palestinesi, dopo un ritardo di diverse ore. Le riprese video di Al Jazeera hanno mostrato diversi veicoli della Croce Rossa che trasportavano i palestinesi rilasciati dalla prigione di Ofer. A ritardare il rilascio, gli scontri tra le forze israeliane e i palestinesi nella città di Beitunia, dove si trova la prigione di Ofer. Tra i prigionieri rilasciati c’è l’attivista 22enne Ahed Tamimi. La scrittrice, membro di una famiglia importante del villaggio di Nabi Salih in Cisgiordania, è considerata un simbolo della resistenza contro l’occupazione israeliana attraverso azioni di protesta e di confronto con i soldati dello Stato ebraico da quando aveva circa 11 anni. Tamimi è stata condannata a otto mesi di prigione per aver schiaffeggiato e preso a calci un soldato israeliano nel 2017 dopo che suo cugino quindicenne era stato colpito alla testa con un proiettile di gomma durante una protesta. L’incidente è stato filmato, portando alla fama mondiale l’attivista. La giovane è stata nuovamente arrestata nel novembre di quest’anno per presunto incitamento alla violenza sui social media in seguito all’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. L’esercito israeliano ha affermato che Tamimi era sospettata di incitamento alla violenza e di appello ad attività terroristiche. L’arresto sembrava correlato a un post su Instagram di un account a nome dell’attivista, che faceva riferimento a Hitler e prometteva di “massacrare” gli israeliani. La famiglia Tamimi ha sostenuto che Ahed non ha scritto il post, affermando che proveniva da uno delle tante dozzine di account che la impersonificavano o dal risultato di un hackeraggio.
Liat Beinin, la donna con doppia cittadinanza israeliana e statunitense che era stata catturata da Hamas, è “al sicuro oltre il confine in Egitto“. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden, parlando con i giornalisti che lo stanno seguendo in Colorado. Il presidente ha detto di avere parlato con i genitori della donna e che “le cose stanno andando bene” e “dovrebbe essere presto a casa”. Biden non ha risposto alle domande sugli altri ostaggi statunitensi ancora in mano ad Hamas.