Un minuto di silenzio per ricordare la figura dell’amico Silvio Berlusconi, un attacco diretto a Volodymyr Zelensky, che “copre i neonazisti” ed è “una vergogna per il popolo ebraico“, e minacce a Kiev e all’Occidente. Negli 80 minuti del suo discorso al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, un record di durata, Vladimir Putin traccia la sua analisi del momento che Mosca sta vivendo e guarda al futuro di un mondo mutipolare che “si sta rafforzando” in quello che è un processo “inevitabile”. Prima di tutto il leader del Cremlino rassicura gli imprenditori russi sullo stato di salute del Paese, dove “la disoccupazione non è mai stata così bassa” e l’inflazione è migliore rispetto a quella di “tanti Paesi occidentali della zona euro e non solo”. Nonostante le sanzioni e la “rapina medievale” del congelamento dei conti all’estero, le misure messe in campo dalla Russia – a dire di Putin – “funzionano”.
Anche dal punto di vista del conflitto in Ucraina la narrativa del presidente russo è totalmente positiva per Mosca, con la controffensiva di Kiev che “non ha possibilità di riuscire” e la Russia che “volendo” potrebbe “distruggere qualsiasi edificio” nel centro della capitale Ucraina, ma non lo fa “per svariati motivi”. Lo stesso si può dire per l’utilizzo di armi nucleari tattiche, con i Paesi occidentali che – argomenta Putin – “stanno solo aspettando che iniziamo a premere pulsanti”, ma “non c’è tale necessità”, perché “il nemico in prima linea non sta ottenendo successo e quindi, al momento, “non c’è una minaccia all’integrità territoriale” della Russia. Quanto alla Nato, “è coinvolta nel conflitto”, ma in Ucraina “bruciano i carri armati Leopard e sarà lo stesso con i caccia F-16”.
L’Alleanza, dal canto suo, continua a ribadire che in futuro Kiev entrerà a farne parte, ma tutti gli attori in causa, a partire da Zelensky, sanno che questo non potrà accadere fino a quando il conflitto è in corso. Al prossimo vertice dell’Alleanza atlantica in programma a luglio a Vilnius però potrebbe esserci un primo passo significativo con l’istituzione di un Consiglio Nato-Ucraina. “Ma sarà qualcosa di diverso dalla condizione di alleato – precisa il segretario generale Jens Stoltenberg -, saranno gli Alleati e gli ucraini seduti attorno al tavolo, con gli stessi diritti e le stesse possibilità di consultarsi, e anche prendere decisioni insieme”. L’ambizione è quella di tenere la prima seduta proprio al vertice nella capitale della Lituania “con il presidente Zelensky”. Magari con la Svezia diventata 32esimo membro, Turchia permettendo, e con un’indicazione del prossimo segretario, mentre Stoltenberg ribadisce di non prevedere un’altra proroga per il suo mandato.
Intanto, il leader ucraino ha ricevuto a Kiev una delegazione di Paesi africani guidata dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. L’accoglienza per il gruppo, che sabato incontrerà Putin a San Pietroburgo, avviene sotto un pesante raid missilistico che colpisce la capitale. “È un messaggio all’Africa: la Russia vuole più guerra, non pace“, attacca il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Putin tira invece dritto con la sua versione: “La guerra in Ucraina è stata iniziata dal regime di Kiev con il sostegno dei suoi sponsor in Occidente nel 2014”. Una situazione di scontro totale nella quale oggi il nuovo ambasciatore russo a Roma, Alexey Paramonov, presenta le sue credenziali al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato – fa sapere il Quirinale – ribadisce al rappresentante diplomatico di Mosca la ferma condanna per la brutale invasione perpetrata dalle forze armate russe. L’ambasciata di Mosca, dal canto suo, sottolinea come le due parti abbiano “notato il carattere plurisecolare delle relazioni” tra Russia e Italia, e “l’importanza di preservare i canali di dialogo”.