Ucraina, drone con esplosivo cade vicino a Mosca

Scontro tra Russia e Stati Uniti al Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York, Lavrov: "È peggio della Guerra fredda"

Un drone di fabbricazione ucraina carico di esplosivo è caduto in una foresta nella città russa di Noginsk, vicino a Mosca. A scoprirlo è stato un residente, che ha allertato le autorità. Secondo quanto riferito dai media russi, si tratterebbe di un UJ-22 Airborne carico di 17 chili di esplosivo e con un’autonomia di volo fino a 800 chilometri, che avrebbe terminato la sua corsa dopo aver esaurito il carburante o dopo essersi schiantato contro un albero. L’ipotesi dell’arrivo di un altro drone ha fatto scattare poi nel tardo pomeriggio di lunedì l’allerta a Mosca, dove è stato deciso di chiudere temporaneamente lo spazio aereo sopra lo scalo di Vnukovo. Sempre contro droni si è dovuta attivare, nella notte tra domenica e lunedì, la flotta russa nel Mar Nero, per sventare un attacco contro la città di Sebastopoli in Crimea. Un drone è stato distrutto, mentre un secondo è esploso da solo.

La tensione è alle stelle, ancor più che Mosca ha la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov si è spinto a evocare la Guerra fredda. “Siamo arrivati a una linea ancora più pericolosa”, ha avvertito da New York, mentre il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha detto che l’invasione russa dell’Ucraina è “in violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha invece puntato il dito contro la Nato, definendola “una macchina da guerra, non uno strumento di pace”. Unico spiraglio di cooperazione tra Kiev e Mosca è un piano di scambio di tutti i prigionieri su cui le parti stanno lavorando.

Intanto, una nuova rivelazione del Washington Post fa tremare l’Ucraina e gli alleati americani. Secondo il quotidiano, la Casa Bianca avrebbe fatto desistere Kiev dal lanciare un attacco a Mosca nel giorno del primo anniversario dell’invasione russa. “Prepararsi per gli attacchi di massa del 24 febbraio con tutto ciò che l’esercito dispone”, era l’ordine inviato dal capo dell’intelligence militare ucraina Budanov, poi convinto a rinviare i suoi piani. “Queste pubblicazioni plasmano l’opinione pubblica delle capitali occidentali come se l’Ucraina fosse un Paese irragionevole, infantile e impulsivo, pericoloso”, lamenta il consigliere presidenziale ucraino Podolyak, “mentre noi affrontiamo la guerra con una logica matematica ferrea”.

Sul campo, intanto, si continua a combattere, e il capo della milizia Wagner Prigozhin in un audio via Telegram annuncia che i suoi combattenti non faranno più prigionieri ucraini. “Li uccideremo tutti sul campo di battaglia“, è la minaccia, paventando una controffensiva di Kiev entro le prossime 2 settimane. Budanov, d’altra parte, ha avvertito che il momento del contrattacco delle truppe di Kiev si avvicina, e sarà una “battaglia epocale nella storia moderna dell’Ucraina”.