L’Egitto sarebbe pronto a fornire in segreto 40mila razzi alla Russia. L’ultima rivelazione dai documenti top secret Usa trapelati sui social media agita ancora di più le acque attorno al conflitto in Ucraina. La notizia, pubblicata dal Washington Post, incassa però una serie di smentite da tutte le parti in causa. Il Cairo parla di “manomissione informativa che non ha alcun fondamento di verità”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, bolla lo scoop come “l’ennesima bufala” e pure Washington getta acqua sul fuoco. “Non c’è alcuna indicazione che l’Egitto fornisca alla Russia armi letali”, dichiara in merito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby precisando che il Cairo “resta” un “partner significativo”. Intanto giungono nuovi particolari sulla fuga di documenti che ha scosso Washington.
Tutto sarebbe partito da una chatroom sulla piattaforma di social network Discord, popolare fra i giocatori online.E mentre ci si interroga sull’accaduto l’Ucraina invita gli Alleati a rimanere concentrati sulle sue necessità. “Abbiamo bisogno di meno discussioni sulle ‘fughe di notizie’ e di più armi a lungo raggio per porre adeguatamente fine alla guerra e far sì che la Federazione Russa affronti la realtà”, twitta Mykhailo Podolyak, influente consigliere del presidente ucraino Volodymr Zelensky. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleda, dal canto suo, sente il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, e il segretario di Stato americano Antony Blinken ricevendo da entrambi rassicurazioni sul sostegno all’Ucraina.Kiev inoltre si affretta a precisare che la fuga di notizie “non ha cambiato nulla” dei piani militari in atto e lascia intendere di essere pronta a regalare una “sorpresa” alla flotta russa nel Mar Nero. “Stiamo solo aspettando il momento giusto per ripetere la storia”, dice il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov facendo riferimento all’affondamento dell’incrociatore Moskva.ù
Intanto fra Russia e Ucraina è guerra di numeri sul destino di Bakhmut. Secondo il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, l’80% della città sarebbe sotto il controllo delle forze russe “compresi tutti i centri amministrativi, gli stabilimenti e le fabbriche”. Una dichiarazione che gli ucraini respingono al mittente. “Controlliamo una percentuale molto maggiore del territorio di Bakhmut. Prigozhin ha bisogno di mostrare almeno una vittoria quindi fa dichiarazioni del genere”, argomentano i militari di Kiev.Un nuovo fronte infine rischia di aprirsi in merito all’accordo sull’esportazione di grano dai porti ucraini, che torna ad essere a rischio. L’Ucraina parla di “stato critico” a causa delle azioni della Russia che “per la prima volta” non ha tenuto fede alle ispezioni previste dall’intesa cancellando i nomi delle navi che avrebbero dovuto essere controllate prima di poter giungere alle loro destinazioni. Un’azione che – a dire di Kiev – equivale a un “blocco navale de facto” da parte di Mosca.