Tiene banco il tema di migranti dopo il tragico naufragio al largo della Libia, per il quale ancora ci sono dispersi. Interviene l’Unione europea: “Una parte del sostegno dell’Ue alla Libia è cercare di potenziare le capacità di gestione delle frontiere della Libia, proprio perché vediamo che non sempre i libici hanno tutti i mezzi e hanno bisogno di un rafforzamento delle loro capacità. Recentemente ci sono state le prime barche aggiuntive che sono state consegnate in Italia nell’ambito del programma di gestione delle frontiere. Arriveranno altre barche, non abbiamo ancora una tempistica”. Lo ha detto la portavoce della Commissione, Ana Pisonero, nel briefing quotidiano con la stampa.
“L’operazione Irini non può operare in acque libiche. Le azioni e le operazioni di ricerca e salvataggio nelle acque territoriali libiche sono consentite solo per le navi libiche, non per l’operazione”, ha detto invece il portavoce della Commissione europea, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa. “Le navi dell’operazione Irini stanno pattugliando solo in un’area specifica che è stata determinata dall’accordo di tutti gli stati membri e quest’area non è dove passano le principali rotte migratorie”, ha precisato. “L’operazione è stata progettata e approvata dagli stati membri per vigilare l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite sulla Libia. Questo è il compito principale dell’operazione”, ha spiegato.
I 17 superstiti del naufragio al largo della Libia, sono stati fatti sbarcare a Pozzallo. Sono stati condotti nell’hotspot dell’isola, dove attualmente vi sono 95 ospiti. Uno di loro è stato condotto in ospedale per un trauma alla mano.
Domani la Commissione europea, con un cambio di programma dell’ultim’ora, presenterà due provvedimenti per far fronte alla questione dei migranti. Da quanto apprende LaPresse a Bruxelles, si tratta di una comunicazione sulla gestione delle frontiere e una raccomandazione per il riconoscimento reciproco tra gli Stati delle decisioni di rimpatrio. La comunicazione vuole inaugurare una nuova politica di gestione delle frontiere su base quinquennale – ed è la prima volta che si stabilisce un approccio multiannuale – e si articola in 15 priorità chiave. L’intenzione è quella di instaurare un approccio coordinato tra gli Stati e l’agenzia Frontex, che avrà un ruolo fondamentale di monitoraggio, nella gestione delle frontiere, con una parte dedicata alle infrastrutture di sorveglianza e protezione dei confini. Nel testo verrà ribadito che dovrà essere garantito il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, un punto ribadito anche dal nuovo direttore di Frontex. L’obiettivo è creare un approccio coordinato nelle attività di ricerca e soccorso e valorizzare le attività del gruppo di contatto Sar recentemente riattivato per una maggiore collaborazione con gli Stati. La raccomandazione, invece, va ad aggiornare con degli aspetti tecnici quella del 2017, inserendo elementi che saranno anche parte del Patto su migrazione e asilo, in processo di approvazione. Con essa si chiederà agli Stati di riconoscere le decisioni di rimpatrio, che verranno facilitate anche dal nuovo sistema di condivisione dati di Schengen e da un nuovo strumento per le allerte.