Il pittore e scrittore marocchino espone nella cattedrale dove sarà esposta la camicia insanguinata indossata dal giudice
Il 20 gennaio due dipinti del pittore e scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun saranno svelati nella famosa cattedrale romana di Santa Maria degli Angeli. La data corrisponde a quella dell’omaggio che verrà reso in questo luogo al giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel settembre 1990 e beatificato nel 2022.
La camicia insanguinata indossata dal giudice al momento del suo omicidio sarà esposta nella cattedrale, dopo essere stata esposta per tutta la settimana, dal 14 gennaio, in diverse istituzioni italiane.
La presenza dei dipinti di Tahar Ben Jelloun in questo luogo, in occasione di questo omaggio, può essere spiegata in diversi modi, secondo il sito Le360. La storia dello scrittore, giornalista e pittore con l’Italia è iniziata più di trentacinque anni fa, quando ha iniziato a collaborare regolarmente con la stampa locale, dal Corriere della Sera, a La Stampa, passando per La Repubblica, dove Tahar Ben Jelloun lavora tuttora. In questa Italia che lo affascina, dove lavora come giornalista dagli anni Ottanta, nel 1989 ha realizzato per quattro mesi una serie di reportage in Sicilia per il quotidiano napoletano Il Mattino, sugli attentati perpetrati dalla camorra, e si è recato a incontrare i giudici antimafia, che vivono in clandestinità, e di cui ricorda l’immenso coraggio.
Tahar Ben Jelloun conosce bene l’Italia, “meglio della Francia stessa”, confida a Le360. Al di là del riconoscimento del suo lavoro giornalistico dedicato ai giudici antimafia in Italia, Tahar Ben Jelloun ha attirato anche l’attenzione del Vaticano, in qualità di pittore, dopo aver realizzato nel 2020 le vetrate della chiesa di Saint-Genulf a Le Thoureil, nella Maine-et-Loire, in Francia, riporta sempre Le360. “Con questi dipinti sto cercando di portare una bella luce all’interno di questa cattedrale dove la gente viene a pregare per la pace dei morti e soprattutto per le vittime della mafia. Sono partito dall’idea di rendere omaggio alla Vergine, che è molto visitata. Ci sono molte statue di lei in tutte le chiese e cattedrali italiane”, spiega l’artista.
Si è poi deciso di organizzare un omaggio a quindici giudici italiani assassinati dalla mafia, tra cui Rosario Livatino. Per l’occasione, Tahar Ben Jelloun ha anche realizzato un’opera da Marrakech, con i quindici nomi di questi uomini che hanno segnato l’Italia con il loro coraggio, che funge da manifesto dell’evento.
Per spiegare la scelta di esporre opere d’arte nell’ambito dell’omaggio al giudice Livatino, il comitato Peregrinatio Beati Rosarii Livatino, che ha organizzato l’evento, spiega nel catalogo della mostra che “le opere d’arte di Piero Pizzi Cannella e Tahar Ben Jelloun colgono quel segno di futuro a cui rimanda l’autenticità di una creazione artistica, riporta ancora il sito Le360. Così, apprezziamo “la speranza, i fiori, il tappeto di preghiera e la luce sul mondo che emanano dall’opera chiarissima di Ben Jelloun”, così come “la luce e i suoi colori schietti (che) sono mirabilmente disegnati, come segno di una vita dolce e nuova, oltre le aspettative umane”.
A proposito di questa mostra, che durerà diversi mesi, Tahar Ben Jelloun ha confidato a Le360 di essere “orgoglioso e felice che un artista di cultura musulmana, un marocchino, possa partecipare a questo importante evento politico e culturale”, segnato dalla presenza, venerdì sera, del Presidente della Repubblica, oltre che di un rappresentante del Papa, di numerosi esponenti delle istituzioni civili, militari ed ecclesiastiche e di tutta la stampa italiana.
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