"Catturati missili di fabbricazione italiana" destinati all'esercito di Kiev

Vladimir Putin è ancora vivo? Se lo domanda il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto in video-conferenza al World Economic Forum di Davos. Zelensky ha affermato di non essere “del tutto sicuro” che il presidente russo sia effettivamente ancora in vita, e di “non sapere con chi parlare” per eventuali colloqui di pace. Pronta la risposta del Cremlino, che ha sottolineato come Zelensky “preferirebbe che non esistessero né la Russia né Putin”. “Ma prima il regime ucraino si renderà conto che la Russia e Putin esistono ed esisteranno, meglio sarà per un Paese come l’Ucraina”, ha attaccato il portavoce Dmitry Peskov. Per ribadire che il presidente russo gode di ottima salute, Peskov ha ricordato che Putin ha effettuato il tradizionale tuffo gelato dell’Epifania ortodossa, “Questa volta non ci sono materiali video o fotografici, ci limitiamo a riferire che ha seguito la sua tradizione”. Il Cremlino ha anche riferito di una telefonata tra Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Oltre che della situazione in Siria, i due hanno parlato “di progetti reciprocamente vantaggiosi nei settori dell’energia e dei trasporti e dell’intensificazione della cooperazione in ambito politico ed economico”.

Da Roma è invece arrivato un attacco all’Italia. L’ambasciata russa ha parlato della “cattura” di “missili Milan di fabbricazione italiana” destinati all’esercito ucraino. “Per fortuna ora sono in buone mani”, ha commentato l’ambasciata, sottolineando che “secondo i dati dell’Europol, molte armi della Nato, fornite al regime di Kiev, finiscono sul mercato nero e vengono rivendute alle organizzazioni criminali in Europa e altrove”.

Contro il supporto alla difesa di Kiev da parte dell’Occidente si è scagliato anche l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attualmente vice-presidente del Consiglio di sicurezza, che è tornato sulla possibile minaccia di una “guerra nucleare” in caso Mosca perdesse il conflitto. “La sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale potrebbe provocare una guerra nucleare”, ha scritto Medvedev su Telegram.

Le parole dell’ex presidente russo arrivano alla vigilia del gruppo di contatto sull’Ucraina in programma nella base americana di Ramstein, in Germania. In vista del vertice, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, è arrivato a Berlino, dove ha incontrato il neo-ministro della Difesa, Boris Pistorius. I due hanno confermato la “solida alleanza” tra Germania e Usa, ribadendo il “pieno sostegno a a Kiev” e la volontà di procedere “fianco a fianco”. Nessun riferimento ufficiale alla possibile consegna dei carri armati Leopard da parte di Berlino o degli Abrams da Washington. Il fatto che la decisione del cancelliere tedesco Olaf Scholz sui corrazzati sia legata a quella degli americani ha indispettito Zelensky, che ha invitato la Germania a “non perdere tempo”. “Se avete i Leopard, è il momento di darceli”, ha affermato Zelensky parlando alla tv tedesca Ard. E’ possibile che una decisione venga annunciata direttamente durante l’incontro di Ramstein. In attesa della Germania e degli Usa, si è mossa la Svezia, che ha annunciato l’invio di un ulteriore pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, che comprenderà anche il sistema di artiglieria Archer da tempo richiesto da Kiev.

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