La decisione del tribunale della giunta militare locale che le ha imputato 5 reati di corruzione. Sono 33 gli anni complessivi di pena per la 77enne premio Nobel

Un tribunale militare del Myanmar ha condannato Aung San Suu Kyi ad altri 7 anni di carcere, portando così la sua pena detentiva complessiva a 33 anni. Il processo si è svolto a porte chiuse. La 77enne premio Nobel ha trascorso la maggior parte del suo tempo agli arresti domiciliari nella capitale Naypyidaw.

Il caso che si è concluso venerdì riguardava cinque reati previsti dalla legge anticorruzione e faceva seguito a precedenti condanne per altri sette capi d’accusa di corruzione, ognuno dei quali era punibile con un massimo di 15 anni di carcere e una multa. La 77enne Suu Kyi è stata condannata anche per altri reati, tra cui l’importazione e il possesso illegale di walkie-talkie, la violazione delle restrizioni sul coronavirus, la violazione della legge sui segreti ufficiali del Paese, la sedizione e la frode elettorale. Le sue precedenti condanne le avevano fatto scontare un totale di 26 anni di carcere. Nei cinque capi d’accusa di corruzione decisi venerdì, Suu Kyi avrebbe abusato della sua posizione e causato una perdita di fondi statali trascurando di seguire i regolamenti finanziari nel concedere il permesso a Win Myat Aye, un membro del Gabinetto del suo precedente governo, di noleggiare, acquistare e mantenere un elicottero.

“Il giusto processo e un processo libero ed equo non sono mai stati lontanamente possibili nelle circostanze di questa persecuzione politica contro di lei”. Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia dell’organizzazione non governativa Human Rights Watch, ha commentato così la condanna. “Dall’inizio alla fine, la giunta ha fatto tutto il possibile per fabbricare casi contro di lei, confidando nel fatto che i tribunali del Paese avrebbero emesso qualsiasi sentenza punitiva voluta dai militari”, ha aggiunto Robertson. 

 

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