Passi avanti verso l’accordo tra i Paesi dell’Unione Europea sulla solidarietà in tema di migrazione e asilo. A dirlo è stata la commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, in un punto stampa. Sul patto, ha detto, “è davvero incoraggiante vedere i buoni progressi del Consiglio che abbiamo visto durante la presidenza francese, e ora con la presidenza ceca stiamo facendo progressi, più del previsto. Ed è davvero promettente il fatto che potremmo avviare molti nuovi negoziati già durante questa presidenza”.
“Si spera che questa settimana vedremo l’appoggio da parte del Consiglio (giovedì 8 è previsto il Consiglio Ue Affari interni, ndr) della parte sulla solidarietà. La presidenza svedese ha promesso di iniziare già ora a tradurla in testo legislativo, in modo che possa essere elaborata anche durante la presidenza svedese”, ha spiegato.
“La scorsa settimana abbiamo avuto un buon incontro insieme alle cinque presidenze e a tutti i relatori del parlamento per avere un forte impegno a lavorare ora, soprattutto anche l’ultima settimana che rimane di quest’anno, e alla presidenza ceca per assicurarci che arriveremo ad adottare l’intero patto prima della fine del mandato“, ha aggiunto la commissaria.
Piano d’azione per la rotta dei Balcani
In vista del vertice tra Ue e Balcani occidentali del 6 dicembre, la Commissione ha presentato oggi il piano d’azione europeo per la rotta dei Balcani, individuando 20 misure operative strutturate su cinque pilastri: rafforzare la gestione delle frontiere lungo le rotte, procedure di asilo rapide e sostegno alla capacità di accoglienza, lotta al traffico di migranti, rafforzare la cooperazione in materia di riammissione e rimpatri, conseguire l’allineamento della politica in materia di visti.
Il piano d’azione stabilisce una serie di misure per rafforzare il sostegno dell’Ue agli Stati membri che devono far fronte a una maggiore pressione migratoria lungo le rotte dei Balcani occidentali. I movimenti irregolari lungo le rotte dei Balcani occidentali sono notevolmente aumentati quest’anno a causa di diversi fattori, tra cui le pressioni economiche e l’insicurezza derivanti dai conflitti in corso.