Il premio è stato assegnato all'attivista bielorusso Ales Bialiatski e alle organizzazioni non governative Memorial e Center for Civil Liberties

Quest’anno il premio Nobel per la Pace è stato assegnato a tre soggetti diversi, ma uniti nella difesa dei diritti civili e dalla vicinanza geografica: l’attivista bielorusso Ales Bialiatski, l’organizzazione russa per i diritti umani Memorial e l’organizzazione ucraina per i diritti umani Center for Civil Liberties.

Chi è Ales Bialiatski

Ales Bialiatski è stato tra i promotori del movimento per i diritti civili in Bielorussia già a metà degli anni ’80. Bialiatski ha fondato nel 1996 l’organizzazione Viasna (Primavera) per contrastare una serie di emendamenti costituzionali che conferivano poteri dittatoriali al presidente. Viasna ha fornito inizialmente sostegno ai manifestanti incarcerati e alle loro famiglie, per poi diventare un’organizzazione per i diritti umani che ha documentato l’uso della tortura da parte delle autorità contro i prigionieri politici. Bialiatski è stato incarcerato una prima volta dal 2011 al 2014 e, successivamente, nel 2020 per aver partecipato a manifestazioni contro il regime. Bialiatski si trova ancora in carcere, senza regolare processo.

Che cos’è Memorial

Memorial è un’organizzazione per i diritti umani fondata nel 1987 nell’ex Unione Sovietica per assicurare che le vittime del regime comunista non venissero mai dimenticate. Tra i fondatori ci sono il premio Nobel per la pace Andrei Sakharov e la sostenitrice dei diritti umani Svetlana Gannushkina. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, Memorial è diventata la più grande organizzazione per i diritti umani in Russia. Oltre a creare un centro di documentazione sulle vittime dell’era stalinista, Memorial ha raccolto e sistematizzato informazioni sull’oppressione politica e sulle violazioni dei diritti umani in Russia. Durante le guerre cecene, Memorial ha raccolto e verificato informazioni su abusi e crimini di guerra perpetrati sulla popolazione civile da forze russe e filo-russe. Un lavoro che, nel 2009, è costato la vita alla responsabile della filiale in Cecenia, Natalia Estemirova, che è stata uccisa. Le autorità russe hanno bollato Memorial come “agente straniero” e nel 2021 sancito che l’organizzazione doveva essere chiusa definitivamente.

Che cos’è il Center for Civil Liberties

Infine, il Center for Civil Liberties (Centro per le libertà civili), fondato a Kiev nel 2007, ha come obiettivo quello di difendere i diritti umani e la democrazia in Ucraina. Il Centro ha avuto un ruolo determinante nel documentare la repressione delle proteste del 2013-2014 scoppiate dopo che il governo ucraino non aveva firmato il previsto accordo di adesione alla Ue. Il Centro si è anche battuto affinché l’Ucraina si affiliasse al Tribunale Penale Internazionale dell’Aia e, dopo l’invasione della Russia dello scorso febbraio, è attivo nell’identificazione e documentazione dei crimini di guerra russi contro la popolazione civile ucraina. Precedentemente il Center for Civil Liberties e la sua presidente Oleksandra Matwijtschuk sono stati insigniti del Right Livelihood Award, il cosiddetto Premio Nobel Alternativo, per la “creazione di un mondo migliore”.

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