Parla David Cacchione, fondatore e leader della storica band italiana

“Il Donbass è Russia e aspettavano questo momento da anni. L’Ucraina non ha mai rispettato gli accordi di Minsk e Minsk 2. La zona grigia era stata occupata da anni. A molti civili era stata rubata la casa. In Donbass finalmente i civili vedono la fine del conflitto”. Non ha dubbi David Cacchione, fondatore e leader del gruppo ska-punk Banda Bassotti e coordinatore del progetto ‘Carovana antifascista’ che da 8 anni fa la spola tra l’Italia e i territori della regione dell’Ucraina orientale. Raggiungiamo il musicista al telefono dal Donbass, dove si trova dopo aver accompagnato la carovana che ha consegnato soldi e beni ad alcuni orfanotrofi locali.

“Siamo in Donbass perché da 8 anni seguiamo la guerra, una guerra cominciata 8 anni fa: le bombe ucraine cadono in Donbass da 8 anni”, ci spiega, raccontando la sua versione del nuovo conflitto che ha colpito quelle terre.

“I russi non hanno cominciato la guerra, stanno mettendo fine a 8 anni di bombardamenti, prepotenze sulla popolazione russa, in Ucraina e nel Donbass”, spiega Cacchione. “Noi, come sempre, siamo stati a portare soldi agli orfanatrofi in Donbass, a portare medicinali, solidarietà negli ospedali. Abbiamo intervistato la popolazione civile fuggita da Mariupol che ci ha raccontato 8 anni di occupazione militare Ucraina. Ci hanno raccontato dei nazisti dei battaglioni e dei loro soprusi sulle popolazioni civili”.

Secondo la sua testimonianza “nelle zone liberate del Donbass” la popolazione è “estremamente contenta” dell’operazione militare del Cremlino. Da loro sono passate anche le “centinaia di civili che riescono a uscire da Mariupol” e che sono state accolte nel paese di Volodarskoe. “Uscire dalle case e arrivare al corridoio umanitario non è facile. I civili che abbiamo intervistato fuori al centro di accoglienza, ci raccontano quello che hanno passato a Mariupol. Ci hanno raccontato che, dopo aver trovato il modo di raggiungere il canale umanitario organizzato dai russi, sono stati bloccati da alcuni militari del Battaglione Azov. Ci hanno fatto vedere le foto della loro casa. Gli ultimi piani distrutti. I soldati ucraini sono entrati e sono andati sul terrazzo del loro palazzo. Da lì hanno sparato sui soldati russi che passavano sotto casa loro. Sparavano dal loro terrazzo, mentre l’intero palazzo era abitato da civili. Tutte le persone con cui abbiamo parlato, ci hanno detto le stesse cose”.

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