L’Ucraina chiede ufficialmente di entrare nell’Ue. Non che prima non lo volesse ma si attendevano le condizioni giuste per poter fare una richiesta. Oggi Kiev ha voluto dare principalmente un messaggio chiaro, simbolico, per far capire una volta per tutte dove sarà il futuro dell’Ucraina. Il gesto arriva dopo una dichiarazione alla stampa della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che aveva detto di voler Kiev nell’Ue. E’ chiaro che il destino era quello, lo dice lo stesso Accordo di associazione con il paese partner e la vicinanza espressa nella visita dei due presidenti Ue nella capitale ucraina lo scorso ottobre. Ma la questione non riguarda la Commissione, che ha già detto di essere favorevole, quanto l’accordo tra i 27 Stati.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha sottolineato che ci sono “differenti opinioni” sull’adesione di Kiev all’Ue. C’è dunque una questione politica, oltre al lungo processo, che per quanto sia stato semplificato ultimamente, rimane complesso e articolato, fatto di obiettivi, riforme da attuare, requisiti stringenti. “Oggi questo non è all’ordine del giorno, credetemi. Dobbiamo lavorare su cose più pratiche”, taglia corto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. “L’adesione è qualcosa che richiederà, in ogni caso, molti anni e dobbiamo fornire una risposta per le prossime ore. Non per i prossimi anni, ma per le prossime ore”, ha affermato al suo arrivo al Consiglio straordinario Ue Difesa a Bruxelles. Intanto, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha firmato la richiesta immortalando il momento in una foto di rito che lo ritrae a fianco del primo ministro Denys Shmyhal e del presidente del parlamento Ruslan Stefanchuk. Domani il Parlamento europeo, riunito in una sessione Plenaria sulla crisi russo-ucraina, voterà una risoluzione che “chiede alle istituzioni dell’Ue di adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Ue, in linea con l’articolo 49 del trattato sull’Unione europea e sulla base del merito”. Si chiede poi “nel frattempo – si legge nel testo della risoluzione – di continuare a lavorare per la sua integrazione nel mercato unico dell’Ue sulla falsariga dell’accordo di associazione”.
Sul versante della guerra di misure contro Mosca, il Consiglio Ue ha adottato due misure di assistenza nell’ambito del ‘Fondo europeo per la pace’ per un valore totale di 500 milioni di euro che finanzieranno la fornitura di attrezzature e forniture alle forze armate ucraine, comprese, per la prima volta, attrezzature letali. Ed è entrato in vigore il mega pacchetto di sanzioni annunciate, con la pubblicazione dei nomi degli oligarchi russi colpiti dalle sanzioni del terzo pacchetto. Tra questi figura anche Dmitri Peskov, l’addetto stampa del presidente Putin. Misure su cui si è allineata anche la Svizzera, dopo diversi inviti lanciati dalla Commissione europea.Sul fronte energia, si stanno completando le procedure per allacciare alla rete elettrica europea l’Ucraina dopo che i test hanno avuto un esito positivo. I ministri dell’energia si stanno muovendo per far fronte agli shock e alla dipendenza dal gas russo. La crisi russo-ucraina creerà “ripercussioni profonde, in un modo o in un altro, anche sul nostro sistema energetico”, ha detto la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, ed è ovvio che “ci saranno turbolenze sul mercato dell’energia e aumenteranno i prezzi al consumatore”, aveva affermato poco prima Borrell.