I ribelli filorussi avevano dichiarato che Kiev li aveva attaccati e che avrebbero risposto

I ribelli dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, sostenuti dalla Russia, hanno accusato le forze governative di Kiev di aver usato mortai per attaccare il loro territorio, in violazione degli accordi di Minsk. Lo riportano le agenzie russe. Il funzionario separatista Rodion Miroshnik ha affermato che le forze ribelli hanno risposto al fuoco. Le azioni provocatorie di Kiev vicino al confine nelle ultime 24 ore si sono intensificate e per quanto riguarda la linea di contatto con i territori delle proclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk “vediamo una tensione crescente”. È quanto ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando con i giornalisti, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Tass.

Kiev nega e dichiara: attaccato un asilo

Il comando militare ucraino ha accusato i separatisti di aver sparato proiettili che hanno colpito l’edificio di un asilo a Stanytsia Luhanska, ferendo due civili, e tagliando la corrente a metà della città. Kiev ha negato le affermazioni dei separatisti, secondo cui le forze ucraine li avrebbero attaccati per prime, e ha anzi affermato che sono stati i separatisti filorussi ad attaccare i soldati ucraini, che non hanno risposto al fuoco.

Il ministro Kuleba ha detto che i ribelli hanno attaccato un villaggio, chiedendo su Twitter all’Occidente di condannare rapidamente quanto sta accadendo nel Donbass.

 

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