Varsavia annuncia la realizzazione di una struttura alta 5,5 metri e lunga 180 chilometri per arginare l'ondata migratoria
Si stringe il cerchio attorno alla Bielorussia. Da una parte il quinto pacchetto di sanzioni adottato dal Consiglio Ue affari esteri e il nuovo quadro per imporre sanzioni su chi agevola il trasporto dei migranti, dall’altro l’azione della Commissione con i paesi di origine e le compagnie aeree. Luce verde, dunque, da parte dei ministri degli esteri dei 27 al nuovo pacchetto di provvedimenti, i cui dettagli saranno decisi nei prossimi giorni mentre una nuova cornice normativa permetterà di prendere di mira individui ed entità che organizzano o contribuiscono ad attività del regime di Lukashenko che facilitano l’attraversamento illegale delle frontiere esterne dell’Ue. “Continuiamo ad affrontare un’aggressione ibrida contro le frontiere dell’Ue, studiamo tutte le opzioni possibili per bloccare il regime dall’attacco contro l’Ue e la sua popolazione”. Borrell ha sottolineato che “le frontiere della Ue non solo aperte in maniera illimitata” e che l’ingresso è possibile solo con canali legali, “che si tratti di un visto o di una richiesta di asilo”. Allo stesso tempo non vanno dimenticate le persone che si trovano intrappolate al confine, è l’appello dell’alto rappresentante che ha riferito del suo colloquio con il ministro degli esteri bielorusso, Vladimir Makei. “Sono persone che non potranno venire in Europa ma non potranno morire congelate lungo la frontiera. Dobbiamo aiutarle”, ha detto Borrell. E chi deve farlo sono le organizzazioni umanitarie, lo Stato bielorusso, la Polonia, che ha offerto supporto umanitario. La Bielorussia ha garantito che fornirà sostegno e accetterà l’accesso delle organizzazioni dell’Onu per l’aiuto ai rifugiati “ma il ministro bielorusso ha declinato ogni responsabilità per le persone che si trovano lì”.
A indicare la rottura definitiva tra Minsk e Bruxelles è una sedia vuota lasciata alla riunione dei ministri degli esteri del partenariato orientale, svolta a margine del Consiglio esteri. “La Bielorussia non è stata invitata ma è stata tenuta una sedia vuota come luogo simbolico per il popolo bielorusso”, ha riferito Borrell. A Est preoccupa anche il movimento di truppe russe al confine con l’Ucraina, dopo l’allarme lanciato dal segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, qualche giorno fa. Non si sa se vi è un legame con la crisi migratoria in Bielorussia ma di certo “Lukashenko fa quello che fa perché conta su un forte sostegno della Russia”, è la tesi di Borrell.
L’altro fronte di accerchiamento riguarda l’azione della Commissione. Stando a quanto emerso dal briefing con la stampa, l’esecutivo Ue sta raccogliendo evidenze sulle compagnie aeree per determinare quali compagnie aeree, oltre alla compagnia di bandiera bielorussa Belavia, possano essere sanzionate. La Commissione sta anche lavorando a una proposta legislativa per permettere all’Ue di sanzionare le compagnie aree coinvolte nel traffico degli esseri umani in collaborazione con l’Icao, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile. Dall’altra parte del Mediterraneo, la commissaria agli affari interni, Ylva Johansson, si è recata in Egitto, annunciando che “l’Ue è pronta ad approfondire la cooperazione, con un sostegno finanziario, sulla migrazione in tutti i suoi aspetti”. Mentre il vicepresidente Margaritis Schinas è volato a Baghdad. L’Iraq è stato forse il paese che più si è adoperato per bloccare i voli e organizzare viaggi di rientro per i propri cittadini bloccati alle frontiere tra Bielorussia e Polonia. Ora vi è un nuovo “forte impegno” a lavorare con l’Ue sulla migrazione “intensificando i rimpatri oltre alle misure sui voli già adottate”, ha detto Schinas. “Insieme dobbiamo porre fine alla strumentalizzazione dei cittadini iracheni a cui viene venduta una menzogna da contrabbandieri in collusione con la Bielorussia”, ha sostenuto il commissario, che ha poi rivolto “un appello al popolo iracheno: non comprate le bugie della Bielorussia. Loro non stanno vendendo biglietti per l’Europa, vendono biglietti per una bella foresta fredda”.
La Polonia, intanto, ha deciso che costruirà un muro sul confine con la Bielorussia e lo farà già da quest’anno. Il ministro dell’interno polacco, Mariusz Kaminski, ha riferito che gli accordi con i contraenti saranno conclusi entro il 15 dicembre. “La costruzione del muro al confine inizierà quest’anno. I lavori saranno eseguiti in parallelo da diverse società. In quattro sezioni, 24 ore al giorno su tre turni”, ha detto.
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