Migliaia di migranti si sono ammassati lungo il confine tra Bielorussia e Polonia per cercare di entrare nel Paese europeo. Varsavia e l’Ue hanno accusato il regime di Alexander Lukashenko di aver provocato la crisi, strumentalizzando la disperazione delle persone per destabilizzare l’Unione europea, da sempre divisa sul tema dell’accoglienza.
I migranti hanno tentato di superare il filo spinato alla frontiera utilizzando dei rami mentre la polizia polacca li ha respinti con lacrimogeni, come si vede nelle immagini drammatiche circolate sui social. Il portavoce del governo polacco Piotr Muller ha riferito che sono circa 3 o 4mila le persone arrivate alla frontiera e ha affermato che l’azione è stata organizzata e guidata da persone associate ai servizi bielorussi.
Minsk “deve smettere di mettere a rischio la vita delle persone. La strumentalizzazione dei migranti a fini politici è inaccettabile”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, invitando gli Stati a estendere le sanzioni contro il regime di Lukashenko, già varate a seguito della repressione dei dissidenti bielorussi. La Commissione europea ha anche esortato la Polonia a chiedere aiuto all’agenzia di frontiera europea Frontex, affermando che il modo migliore per gestire un confine comune è con risorse condivise.
La crisi migratoria è stata vista come una minaccia non solo da Varsavia ma anche dagli altri Paesi europei come la Germania, principale destinazione per molti dei migranti. “Il regime bielorusso agisce come un trafficante di esseri umani”, ha accusato il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel Steffen Seibert parlando ai giornalisti, l’Europa, ha promesso, “farà fronte comune contro questo continuo attacco ibrido”. In mattinata sono circolate sui social video e immagini di persone in marcia attraverso la Bielorussia, dirette alla frontiera, compresa una clip postata su Twitter dalla nota attivista bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, che sfidò Lukashenko alle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020. Dopo la diffusione della notizia, la Polonia ha mandato rinforzi al confine e il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ha riferito che sono stati dispiegati nell’area oltre 12mila soldati. I ministri di Varsavia in giornata hanno tenuto una riunione di emergenza e consultazioni con il presidente Andrzej Duda mentre la vicina Lituania si è preparata a una possibile incursione.
Dall’estate è aumentata la pressione ai confini tra Bielorussia, Polonia e Lituania mentre Lukashenko ha rafforzato i legami con la Russia di Vladimir Putin. Agli analisti non è sfuggito che l’ultima ondata di migranti è arrivata tre giorni dopo che Mosca e Minsk hanno siglato un nuovo accordo di cooperazione militare. “L’Ue non accetterà alcun tentativo di strumentalizzare i migranti per scopi politici”, ha avvertito il presidente del Consiglio europeo Charles Michel invitando le autorità della Bielorussia a “rispettare il diritto internazionale”.
Il ministero della Difesa bielorusso ha definito “infondate” le affermazioni di Varsavia sulla violazione dei confini da parte dei militari bielorussi e sul loro presunto coinvolgimento nella crisi migratoria al confine tra i due Paesi e ha accusato le autorità polacche di politicizzare la situazione. “Il Ministero della Difesa bielorusso ritiene che le accuse avanzate da Varsavia siano prive di fondamento”, ha affermato il ministero, secondo quanto riportano le agenzie russe.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha parlato con il presidente della Polonia Andrzej Duda della “grave situazione” al confine con la Bielorussia. Lo ha reso noto lo stesso Stoltenberg su Twitter. “L’uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti i nostri alleati nella regione”, ha detto il segretario generale.