Mohammed VI sulla questione Sahara

Il discorso reale in occasione della commemorazione del quarantaseiesimo anniversario della ‘Marcia verde’ verso il Sahara occidentale è stato segnato da schiettezza e chiarezza, con messaggi diretti all’opinione pubblica nazionale e internazionale, e alle parti in campo nella disputa sul Sahara. Lo riferisce un’analisi del sito Barlamane, spiegando anche che il discorso ha presentato anche l’approccio di Rabat per risolvere il conflitto, sulla base di alcuni pilastri principali: un lavoro continuo per consolidare il carattere marocchino del Sahara a livello internazionale, perseguendo una sincera collaborazione con il segretario generale delle Nazioni unite e il suo inviato, in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu; il perseguimento di progetti di sviluppo e costruzione nelle regioni del Regno e l’ampliamento della partecipazione politica degli abitanti nella gestione degli affari locali e regionali. 

Il re Mohammed VI, riferisce il sito web, ha affermato che la questione del Sahara sta avendo uno slancio positivo che non può essere fermato. Negli ultimi mesi, ha detto, si sono visti sviluppi tangibili a favore della difesa della causa nazionale tra i marocchini, il più importante dei quali la messa in sicurezza del passaggio di Guerguerat. In quell’occasione, il re ha elogiato le forze armate reali che, il 13 novembre 2020, hanno assicurato la libera circolazione di persone e merci attraverso il passaggio di Guerguerat, tra Marocco e Mauritania.

In merito al riconoscimento statunitense del Sahara marocchino, il re ha espresso orgoglio per la decisione degli Usa, che hanno riconosciuto la piena sovranità del Marocco sul Sahara, conseguenza naturale del continuo sostegno e del ruolo costruttivo delle amministrazioni statunitensi nell’affrontare il tema. Si tratta di un orientamento che rafforza il processo politico verso una soluzione basata sull’iniziativa dell’autonomia, nel quadro della sovranità marocchina.

Secondo l’analisi, più di 24 Paesi hanno aperto consolati nelle città di Laâyoune e Dakhla: ciò conferma l’ampio sostegno di cui la posizione marocchina gode, soprattutto nelle aree arabe e africane. In questo contesto, il re ha detto che il Marocco ha il diritto di aspettarsi posizioni più audaci e chiare dai suoi partner sulla questione del Sahara marocchino, sottolineando che queste posizioni contribuiranno a sostenere il percorso politico e intensificare gli sforzi per raggiungere una soluzione finale praticabile.

Inoltre, il re ha sottolineato l’adesione del Marocco al percorso politico internazionale, il suo attaccamento all’opzione pacifica e al cessate il fuoco, e al perseguimento del coordinamento e della cooperazione con Minurso, nell’ambito delle sue competenze come definite dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Il re ha rinnovato il pieno sostegno del Marocco agli sforzi compiuti dal segretario generale dell’Onu e del suo inviato per avviare il processo politico, appena possibile. In questo contesto, il re ha sottolineato la necessità di attenersi ai riferimenti iscritti nelle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dal 2007, che sono state recepite negli incontri di Ginevra sotto l’egida dell’Onu e che precisano principalmente:

– la soluzione politica sarà raggiunta solo nel quadro della piena sovranità del Marocco sul Sahara, attraverso l’iniziativa dell’autonomia, perché questa è l’unica soluzione realistica che può essere attuata;

– la piena e responsabile partecipazione dell’Algeria, come parte reale in questo conflitto, al percorso politico. Lo ha confermato la risoluzione 2602, recentemente ratificata dal Consiglio di sicurezza;

– l’impegno per la giurisdizione esclusiva delle Nazioni unite e le determinanti del percorso politico, senza alcuna interferenza da parte di altre organizzazioni regionali o internazionali.

D’altra parte, il re ha sottolineato che “le nostre province meridionali stanno vivendo una rinascita globale dello sviluppo, in termini di infrastrutture e progetti economici e sociali; ciò fa parte del modello di sviluppo di queste regioni, lanciato dal re nel 2015 e attuato dai rappresentanti democraticamente eletti della popolazione. Ciò è confermato dagli indicatori di sviluppo umano e dal livello dei servizi sociali di base nei vari campi”, aggiungendo che, “grazie a questi progetti, le regioni desertiche sono diventate uno spazio aperto allo sviluppo e agli investimenti nazionali ed esteri”. In questo contesto, il re Mohammed VI ha sottolineato che il Marocco ha partner internazionali onesti che investono a fianco del settore privato nazionale, in un quadro di chiarezza e trasparenza, a beneficio della popolazione della regione.

Il re ha espresso la sua gratitudine ai Paesi e ai gruppi con i quali il Marocco ha accordi e partnership, e che considerano le province meridionali del Regno come parte integrante del territorio nazionale. Ha anche detto a chi ha posizioni ambigue che il Marocco non prenderà alcuna misura economica o commerciale con coloro che non includeranno il Sahara marocchino. D’altra parte, ha sottolineato che i consigli eletti nelle regioni e nelle regioni del Sahara, in modo democratico, con piena libertà e responsabilità, sono il vero rappresentante legittimo del popolo della regione.

Una fonte ha sottolineato che il re ha chiesto di continuare la mobilitazione e la vigilanza per difendere l’unità nazionale e territoriale e di consolidare lo sviluppo e le conquiste politiche nelle province del sud del Marocco. In conclusione, il re ha espresso ai cinque popoli maghrebini i suoi più sinceri auguri di ulteriore progresso e prosperità, alla luce dell’unità e della stabilità. Il gesto riflette la preoccupazione del re Mohammed VI di portare la speranza di costruire l’Unione del Maghreb, necessità strategica e richiesta popolare, per rispondere alle sfide di sicurezza e sviluppo che la regione del Maghreb affronta.

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