Il premier italiano: "Possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo". Ma l'accordo sul clima è in stallo

Padrone di casa e ‘portabandiera’ del multilateralismo e di un nuovo modello di sviluppo economico. Mario Draghi accoglie i leader mondiali alla Nuvola e apre il G20 di Roma. La Capitale è blindata, alcuni manifestanti bloccano per alcuni minuti via Cristoforo Colombo, principale arteria di accesso all’Eur, ma nel giro di poco tutto torna sotto controllo e il premier italiano dà il benvenuto ai grandi del mondo. “E’ splendido vedervi tutti qui, dopo alcuni anni difficili per la comunità globale”, esordisce. E’ stata la pandemia a tenere distanti i capi di Stato e di Governo, riuniti solo virtualmente nel 2020 al tavolo di Riyad, ma il presidente del Consiglio sembra inserire altre ‘distanze’ nella sua analisi. “Abbiamo affrontato il protezionismo, l’unilateralismo, il nazionalismo – ricorda – Ma non dobbiamo fare errori. Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi – scandisce – è l’unica soluzione possibile”, “the only possible answer”, dice rivolgendosi ai leader in inglese.

Lo è quando c’è da affrontare una pandemia, ma anche nel contrasto al cambiamento climatico o se si vuole raggiungere l’obiettivo di una tassazione giusta ed equa. “Fare tutto questo da soli, semplicemente – insiste Draghi – non è un’opzione possibile”. Ecco perché, è l’invito di chi si prepara ad affrontare un summit tanto decisivo quanto complicato, bisogna fare “di tutto” per “superare le differenze” e “riaccendere lo spirito che ci ha portati alla creazione e al rafforzamento di questo consesso”.

Il premier italiano, comunque, è fiducioso. “A circa due anni dall’inizio della pandemia, possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo”. La gratitudine più volte espressa nei confronti del personale medico e sanitario è resa plastica dalla ‘family photo’ che immortala i grandi della terra prima dell’inizio del vertice. Oltre allo scatto tradizionale, infatti, ce n’è un secondo che resterà nella storia: accanto ai leader prende posto, grande tra i grandi, una delegazione di medici e sanitari dello Spallanzani e della Croce rossa. Indossano il camice o il giubbotto arancione delle emergenze e Draghi e compagni dedicano loro un applauso. “E’ stata una splendida idea”, commenta Angela Merkel.

Per Draghi è stata la combinazione di “campagne vaccinali di successo e azioni coordinate” di governi e banche centrali a consentire la ripresa. “Insieme – sottolinea – stiamo costruendo un nuovo modello economico, e tutto il mondo ne beneficerà”. La battaglia, avverte però, non è vinta, e non lo sarà fino a quando così “sconvolgenti” saranno le disparità nella distribuzione globale dei vaccini. Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nei Paesi più poveri, questa percentuale crolla a circa il 3%. “Queste differenze – è la sottolineatura – sono moralmente inaccettabili, e minano la ripresa globale”. Il premier incassa il sostegno e l’impegno di tutti i leader per raggiungere gli obiettivi posti dall’Oms: vaccinare il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022.

Il mondo post Covid19, è convinto Draghi, dovrà muovere i primi passi da una crescita più equa. La pandemia “ha lasciato indietro molti”: le donne, i lavoratori informali, gli abitanti delle zone rurali, le piccole imprese. “Non ci può essere una ripresa rapida, equa e sostenibile se ci dimentichiamo di metà del mondo”, è l’inciso. Avanti, quindi, nelle azioni di contrasto alla disuguaglianza di genere perché “una società giusta inizia a casa e sul posto di lavoro”, insiste. Sono in tanti ad apprezzare il lavoro svolto dal padrone di casa. Il premier, dal canto suo, si muove bene in questo ruolo. ‘Richiama all’ordine’ chi si attarda a chiacchierare, come succede con il premier britannico Johnson (“Boris, Boris”, lo appella prima della foto di famiglia) e invita i colleghi a dare inizio ai lavori della sessione pomeridiana: “Possiamo cominciare? Che siamo in ritardo”, dice.

A fine giornata i leader partecipano a uno spettacolo alle Terme di Diocleziano e poi sono ospiti a cena di Sergio Mattarella al Quirinale. La ‘grande bellezza’ è al centro del mondo, mentre gli sherpa continuano a lavorare perché (anche) sul clima si faccia sul serio.

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