I testimoni si raccontano a bordo della Geo Barents di MSF: "Sei libero solo se paghi"

Dopo un salvataggio in mare ad opera dell’imbarcazione di Medici Senza Frontiere Geo Barents, alcuni uomini di un gruppo di migranti racconta le violenze e i ricatti subiti durante la prigionia trascorsa sotto la guardia costiera libica. Le testimonianze confermano quanto emerso dal rapporto delle Nazioni Unite della scorsa settimana, con prove di possibili crimini contro l’umanità ai danni di migranti intercettati in mare e consegnati alla Libia. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione la guardia costiera libica, addestrata ed equipaggiata dall’Unione Europea, ha intercettato quest’anno circa 26mila migranti diretti in Europa nel Mediterraneo. “Ci trattano come pecore anche quando gli spieghiamo che non parliamo né capiamo la loro lingua”, spiega Osman Traore, fuggito dopo aver pagato la guardia costiera per tentare la traversata verso l’Europa a bordo di un gommone. “La prigionia che ci impongono è solo una questione di soldi. Se i tuoi genitori possono pagare il riscatto sei libero di andare via, altrimenti rischi di rimanere lì per mesi”, gli fa eco il fratello Amadou.

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