I tre Paesi lanciano un partenariato di sicurezza per la zona Indo-Pacifica

Australia, Regno Unito e Stati Uniti siglano uno storico partenariato di sicurezza che ridisegnerà gli equilibri nell’Indo-Pacifico, secondo cui Canberra riceverà la tecnologia per costruire sottomarini a propulsione nucleare, in una prima volta per un Paese senza armi atomiche. Il patto ha fatto infuriare la Francia, che si è vista stracciare sotto il naso un precedente accordo per la costruzione di sottomarini convenzionali. Ma soprattutto ha adirato Pechino, poiché l’intesa è ampiamente considerata una misura di contrasto alla minaccia cinese, sebbene i leader dei Paesi coinvolti non l’abbiano esplicitato. Tuttavia, al centro del bersaglio paiono la crescente forza militare e influenza cinesi nell’area indo-pacifica.

Il premier australiano, Scott Morrison, ha motivato la scelta dei sottomarini nucleari con il mutamento delle condizioni nella regione. Ha aggiunto che quella tecnologia non era disponibile al Paese nel 2016, quando firmò l’intesa da 43 miliardi di dollari con la Francia per 12 sottomarini diesel-elettrici. Prima d’ora, gli Usa avevano condiviso la tecnologia solo con Londra. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha espresso a France-Info “totale incomprensione” per la decisione. “È una pugnalata nella schiena, abbiamo costruito una relazione di fiducia con l’Australia, ed è stata tradita”, ha aggiunto. Morrison ha detto di comprendere la delusione, parlando però di “interesse strategico” del suo Paese, e ha riferito che il primo mezzo sarà costruito ad Adelaide entro il 2040.

A Londra, il premier Boris Johnson ha parlato dell’intesa come del “nuovo pilastro della strategia che dimostra l’impegno generazionale britannico per la sicurezza dell’Indo-Pacifico”. Esclusa è rimasta invece la Nuova Zelanda, vicina di casa dell’Australia, che dagli anni ’80 applica politiche anti-nucleare e vieta l’ingresso nei suoi porti alle navi a propulsione atomica. La prima ministra Jacinda Ardern ha detto che Wellington non è stata invitata a far parte dell’intesa, aggiungendo che è “chiaro a tutti i neozelandesi, e all’Australia, perché non vorrebbe far parte del progetto”. I legami con i tre Paesi, ha continuato, non saranno danneggiati.

Da Pechino la reazione è stata dura. Il governo cinese ha da tempo sospeso le relazioni ministeriali con l’Australia, ma Morrison ha detto di voler discutere con il presidente Xi Jinping. “Spero e credo che condividiamo lo stesso obiettivo di un Indo-Pacifico di pace, dove sovranità e indipendenza delle nazioni sono comprese e rispettate”, ha aggiunto. Ma il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha accusato Usa e Regno Unito di “estrema irresponsabilità” nell’esportare la tecnologia nucleare, imputando all’Australia il peggioramento delle relazioni bilaterali. “Decida se vuole trattare la Cina come partner o come minaccia”, ha detto.

Nel frattempo, a poche ore di distanza anche l’Unione europea ha presentato una nuova strategia per rafforzare i legami economici, politici e di difesa nell’Indo-Pacifico, vista la crescente importanza della regione. Il blocco ha insistito sul fatto che non sia un tentativo di contrastare l’influenza cinese, con cui le relazioni sono difficili, sebbene la strategia preveda l’aumento dei legami commerciali e d’investimento con Taiwan. “In molte aree, come clima e biodiversità, la collaborazione della Cina è essenziale. La nostra strategia è di collaborazione, non di scontro”, ha dichiarato l’alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell. A proposito della tensione tra Pechino e i Paesi coinvolti nel patto Aukus, fra Australia, Regno Unito e Stati Uniti, ha aggiunto che “i fatti mostrano l’importanza della regione e la necessità per noi di impegnarci lì”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata