Un altro tassello importante verso il G20 straordinario. Mario Draghi incassa il ‘sì’ della Cina in un colloquio con il presidente della Repubblica popolare, Xi Jinping. Un passo forse decisivo per la costruzione di quel tavolo internazionale che dovrà affrontare le ricadute (pesanti) della crisi in Afghanistan. Il premier italiano ha sempre delineato i contorni del format includendo Russia e Pechino, attori strategici di massima importanza in un’area del mondo che è sfuggita dal controllo dell’Occidente. Nel colloquio tra i due leader si è parlato anche della collaborazione tra i due Paesi sia in vista del Summit di Roma, sia sul piano bilaterale.
Secondo l’agenzia di stampa cinese ‘Xinhua’, Xi Jinping “apprezza la promozione attiva dell’Italia, alla presidenza del G20, della cooperazione in materia di salute pubblica e dell’economia globale”. E riportando i contenuti della telefonata con Draghi, sottolinea le parole del leader di Pechino: “Al momento il mondo si trova in un periodo chiave per combattere il Covid-19 e far rinascere l’economia globale, e il G20, in quanto piattaforma di cooperazione economica internazionale, dovrebbe aderire al vero multilateralismo”. Per questo “la Cina sosterrà la presidenza italiana del G20 di Roma”. Non solo, Xi avrebbe anche auspicato che Draghi “svolga un ruolo attivo nella promozione delle relazioni tra Cina e Ue”, riporta ‘Cctv’.
Non c’è solo l’Afghanistan tra i punti toccati nel colloquio. Perché Xi ha espresso anche la necessità di un sostegno reciproco, tra le due nazioni, per l’anno del turismo e della cultura italo-cinese (previsto per il 2022) e in vista delle Olimpiadi invernali di Pechino e di Milano del 2026. “I nostri rapporti hanno una profonda base storica, cooperiamo con un approccio win-win – avrebbe detto il presidente della Repubblica popolare, secondo quanto riporta ‘Xinhua’ -. Sul piano culturale le due nazioni si ammirano e nelle difficoltà si aiutano l’un l’altra”. Per l’agenzia di stampa cinese, Xi ha anche rilanciato il ruolo della Belt and Road Initiative, la nuova Via della seta.
La priorità, in questa fase, è però il G20 straordinario sull’Afghanistan. Riunione a cui sta lavorando anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Stiamo verificando condizioni, modalità e tempistiche per un vertice straordinario, che potrebbe essere preceduto da riunioni preparatorie dei Ministri degli Esteri”, conferma anche nell’informativa alle Camere. “Crediamo nella necessità di coinvolgere tutti gli attori internazionali che possano contribuire alla definizione di una strategia sostenibile nei confronti dell’Afghanistan – spiega il responsabile della Farnesina -. L’importanza di un coinvolgimento del G20 è stata riconosciuta anche nella riunione informale dei Ministri degli Esteri dell’Unione cui ho partecipato la settimana scorsa in Slovenia”.
Intanto, in Ue resta aperto il dibattito sulla Difesa comune. “Iniziative concrete sono state avviate per promuovere una più forte integrazione nel settore, attraverso l’irrobustimento delle capacità, lo sviluppo di una più solida base industriale e l’adattamento dell’architettura istituzionale della Ue. Ma non basta: è necessario un salto di qualità, innanzitutto politico”, avverte il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Ricordando come l’Afghanistan sia una lezione che l’Europa deve imparare: “Ci richiama alla responsabilità di plasmare una nuova architettura di difesa e sicurezza incentrata sull’evoluzione e la fattiva cooperazione tra una Nato più moderna e bilanciata e un’Unione europea più forte”. L’esempio lampante è la crisi di queste settimane: “Durante la Ministeriale Nato dello scorso febbraio, avevo rappresentato la necessità di valutare la conferma della presenza delle forze dell’Alleanza anche oltre la scadenza del 1° maggio”. Mettendo insieme le tessere del puzzle, dunque, la sensazione è che l’Occidente sia pronto a fare le scelte decisive, attese da anni. E farle in questa fase storica.