Sono due le “figure di alto profilo dell’Isis” uccise in un raid aereo degli Stati Uniti condotto venerdì in Afghanistan in risposta all’attentato all’aeroporto di Kabul costato la vita ad almeno 170 persone. Lo ha annunciato il maggiore generale Hank Taylor, vice direttore del Joint Staff For Regional Operations, in un briefing del Pentagono. “Posso confermare, man mano che arrivano più informazioni, che due obiettivi di alto profilo dell’Isis sono stati uccisi e uno è rimasto ferito. E sappiamo di zero vittime civili”, ha detto Taylor. La notizia giunge dopo che nella notte era stato riferito di un raid aereo Usa compiuto con un drone in Afghanistan in cui era stato ucciso una delle menti dell’Isis-K, branca afghana dello Stato islamico.
Allerta alta per il rischio di attacchi anche negli Stati Uniti dopo il devastante attacco all’aeroporto di Kabul e le evacuazioni di massa dall’Afghanistan. A riportarlo è la Cnn, che cita funzionari federali secondo cui il Department of Homeland Security (DHS), cioè il dipartimento per la sicurezza interna, sta valutando “tre minacce principali”, incluso il rischio che in Afghanistan membri dell’Isis o di al-Qaeda possano usare il processo di trasferimento come modo per entrare negli Stati Uniti. “Per contrastare questo, è in corso uno screening approfondito e un processo di controllo accurato per chi viene trasferito negli Usa”, ha detto il capo dell’intelligence Dhs, John Cohen, in una call con colleghi della giustizia, di cui Cnn ha saputo.
“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato in questi giorni all’evacuazione di quasi 5mila afghani. Siamo il primo Paese dell’Ue per cittadini afghani evacuati e per questo voglio ringraziare anche la nostra Intelligence e tutte le donne e gli uomini del ministero della Difesa per il grande servizio che hanno prestato al Paese in questi giorni”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando con i giornalisti presenti all’interno del Terminal 5 di Fiumicino.
“Finisce una prima fase, la fase 1, ma è inutile nascondere che adesso inizia la fase più difficile: ci sono tanti cittadini afghani che aspettano ancora di essere evacuati. Non possiamo più farlo con i ponti aerei come abbiamo fatto in questi giorni, ma siamo pronti con le Nazioni Unite e con i Paesi limitrofi dell’Afghanistan a lavorare per garantire a queste persone che hanno collaborato con noi questi 20 anni di poter avere la stessa possibilità che hanno avuto i 5mila cittadini afghani che abbiamo evacuato in questi giorni”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, all’interno del Terminal 5 Di Fiumicino, dove ha accolto l’ultimo ponte aereo dall’Afghanistan.