Atterrato a Kandahar, città roccaforte dei talebani
Ha fatto il suo ritorno trionfale in Afghanistan, a Kandahar, città roccaforte dei talebani. Accolto da una folla di sostenitori, dopo essere sceso da un aereo giunto da Doha, il mullah Abdul Ghani Baradar ha rimesso piede nel Paese dopo 20 anni di esilio. Co-fondatore del gruppo degli ‘studenti barbuti’ insieme al mullah Mohammed Omar (morto nel 2013), sembra destinato a tornare ad avere un ruolo chiave nel Paese, soprattutto nei negoziati con i funzionari dell’esecutivo afghano, ormai deposto.
Baradar è l’unico leader talebano sopravvissuto a essere stato nominato personalmente come suo vice dal defunto comandante mullah Omar, circostanza che conferisce al 53enne uno status quasi leggendario all’interno del movimento. È infatti molto più in vista dell’attuale leader supremo dei talebani, Maulawi Hibatullah Akhunzada, che si ritiene sia nascosto in Pakistan e rilascia solo dichiarazioni occasionali.
Quando nel 2018 i talebani prendono il controllo effettivo su gran parte delle campagne afghane e l’amministrazione Trump cerca una via d’uscita dalla guerra più lunga d’America, Baradar, che nel 2010 era stato arrestato a Karachi in Pakistan, viene rilasciato e torna a ricoprire un ruolo di primaria importanza, ritrovandosi poi a capo della squadra diplomatica dei talebani in Qatar. Squadra che, dopo diversi round negoziali, approda a un accordo di pace nel 2020. Fermare gli attacchi alle forze internazionali e impedire che l’Afghanistan torni a essere un rifugio per i gruppi terroristici, questo il contenuto del patto in cambio del ritiro completo delle forze armate statunitensi, operazione che terminerà a fine mese.
Nato nella provincia meridionale dell’Uruzgan, Baradar si unisce ai ranghi dei mujaheddin sostenuti dalla Cia e dal Pakistan per combattere contro l’Unione Sovietica durante la decennale occupazione dell’Afghanistan, conclusasi nel 1989. Gli anni ’90 sono gli anni della guerra civile che vede i mujaheddin rivali scontrarsi tra loro e arroccarsi nei propri feudi. A comandare sono i signori della guerra, che istituiscono posti di blocco in cui le loro forze estorcono denaro ai viaggiatori per finanziare le attività militari.
Nel 1994, il mullah Omar, Baradar e altri fondano i talebani, termine che significa studenti religiosi. Il gruppo è formato principalmente da studenti del Corano, molti dei quali sono stati cacciati dalle loro case e conoscono solo la guerra. Baradar combatte al fianco del mullah Omar alla guida dei talebani fino alla presa del potere nel 1996 e all’insurrezione dopo l’arrivo gli Stati Uniti nel 2001. Negli anni tra 1996 e 2001, con i talebani al potere, il presidente e il consiglio direttivo hanno sede a Kabul, ma Baradar trascorre la maggior parte del tempo a Kandahar, capitale spirituale dei talebani, senza ricoprire un ruolo ufficiale nel governo. Con l’arrivo degli Stati Uniti, il mullah Omar, Baradar e altri leader si rifugiano nel vicino Pakistan e negli anni successivi organizzano insurrezioni nelle aeree tribali del Paese.
Nel suo primo commento dopo la presa di Kabul di domenica, Baradar ha riconosciuto con sorpresa che “non ci si aspettava che avremmo vinto in Afghanistan”. Avvolto da un turbante nero, con un gilet sopra la tunica bianca, ha aggiunto: “Ora arriva il test. Dobbiamo raccogliere la sfida di servire e proteggere la nostra nazione, e darle una vita stabile in futuro”.
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