Più polizia per le strade di Cuba dopo la massiccia mobilitazione che ha visto scendere in piazza migliaia di persone per protestare contro la carenza di cibo e i prezzi alti, nel pieno della crisi del coronavirus. Sono circa 100, secondo il centro di assistenza legale Cubalex, citato da Bbc, le persone arrestate nelle proteste di domenica all’Avana e in altre zone del Paese. E il Movimiento San Isidro, a favore di una maggiore espressione artistica sull’isola, ha pubblicato una lista di attivisti che ritiene siano stati fermati dalle autorità. L’Unione europea ha definito gli arresti inaccettabili. “Siamo molto preoccupati per gli arresti non solo degli attivisti ma anche dei giornalisti, questo è assolutamente inaccettabile, il posto di queste persone non è in prigione ma nel discorso pubblico. Chiediamo alle autorità cubane di rilasciare immediatamente tutte le persone detenute per convinzioni politiche”, sono le parole scelte dal portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, Peter Stano.
Dagli Stati Uniti, accusati dal presidente cubano Miguel Diaz-Canel di istigare le proteste assoldando mercenari, il segretario di Stato Antony Blinken ha detto che Washington è “al fianco del popolo cubano che cerca libertà e rispetto per i diritti umani” e ha chiesto “moderazione e rispetto per la voce del popolo” definendo “ripugnante” la “violenza contro manifestanti pacifici”. Una posizione a cui diversi Paesi dell’America Latina hanno indirettamente risposto sottolineando che il primo passo da fare per Cuba dovrebbe essere la rimozione dell’embargo.
“Non conosco le dimensioni del problema a Cuba”, ma “nel mezzo di una pandemia il bloqueo è la cosa meno umanitaria che esiste”, ha detto il presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez. Facendo eco a quanto poche ore prima aveva detto il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador: “La verità è che, se si volesse aiutare Cuba, la prima cosa che si dovrebbe fare è sospendere il bloqueo”, ha dichiarato Amlo. Dal Venezuela, Nicolas Maduro ha espresso “pieno sostegno” al “governo rivoluzionario di Cuba” e al “popolo cubano”. E su quanto avviene sull’isola è intervenuta anche la Cina: “L’embargo statunitense è la causa principale della carenza di medicinali ed energia a Cuba”, ha dichiarato Pechino, aggiungendo che “gli Stati Uniti dovrebbero revocare completamente l’embargo su Cuba e svolgere un ruolo positivo nell’aiutare il popolo cubano a superare gli effetti dell’epidemia”.
Intanto a Miami, che ospita numerosi dissidenti cubani, la Guardia costiera Usa ha messo in guardia contro l’iniziativa di traversate in barca per andare ad appoggiare le proteste portando aiuti. La Florida meridionale ha la più grande popolazione di cubano-americani degli Usa e nel fine settimana migliaia di loro si sono raccolti a Little Habana, a Miami, per mostrare appoggio ai connazionali in protesta sull’is