Consiglio europeo unito e concorde sulla questione Bielorussa e sul Covid

L’immagine è quella di un Consiglio europeo unito e concorde sulla questione Bielorussa e sul Covid. Mentre rimangono nell’ombra due temi spinosi: i migranti – che sarà trattato alla prossima riunione – e il clima, su cui si sono raggiunte per lo più dichiarazioni di principio.

Il green pass europeo

Intanto, soddisfazione è stata espressa da tutti i leader europei per l’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento sulla proposta di pass europeo, il Digital Covid Certificate, che sarà pronto a metà giugno e permetterà ai cittadini europei di tornare a viaggiare. Segno di un “cauto ottimismo”, come l’ha definito il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, che ha elogiato i progressi in termini di vaccinazioni ma anche messo in guardia rispetto alle varianti del Covid. E questo mentre le vaccinazioni proseguono spedite e l’approvvigionamento sembra non essere più un problema.

L’Europa esporta già il 50% delle dosi prodotte sul suo suolo e molte vanno ai Paesi a basso reddito, soprattutto del continente africano e dell’America latina. I leader si sono accordati per togliere ogni blocco alle esportazioni e donare 100 milioni di dosi entro l’anno, anche al programma dell’Onu Covax, in linea con quanto deciso al Global Health Summit di Roma. Ma non solo: trasferire competenze e aprire centri di produzione a livello globale e in particolare in Africa. Stando alle parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, le maggiori case di produzione – Biontech/Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson – si sono impegnate a consegnare 1,3 miliardi di dosi di vaccini nel 2021 a Paesi a basso reddito e a prezzi inferiori a Paesi a medio reddito. La dimensione di questa offerta – ha sottolineato il premier italiano Mario Draghi – ci permette di soddisfare una domanda di gran lunga superiore a quella di adesso e questo significa non avere più sorprese nella distribuzione.

I leader divisi sul clima

Sul clima, invece, solo quattro brevi punti che ribadiscono le conclusioni raggiunte nel dicembre 2020 per la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030. Sugli obiettivi sono tutti d’accordo, come ha illustrato von der Leyen, il problema è come raggiungerli: se estendere, ad esempio, a settori come l’edilizia o il trasporto terrestre il meccanismo di scambio di emissioni Ets, comportando però un aggravio su quei settori soprattutto in certe aree.

Per questo von der Leyen ha parlato di una misura di compensazione sociale per evitare oneri sui Paesi più deboli. Una questione molto complessa e al momento divisiva, che riguarda anche le quote relative al Pil pro capite, la condivisione degli sforzi e la tassa sul carbonio. E su cui si è deciso di rimandare la discussione, anche in attesa delle proposte legislative della Commissione Ue previste per metà luglio.

“Il piano clima è stato appena abbozzato oggi – ha commentato il premier Mario Draghi nella conferenza di fine Consiglio – Uno dei problemi che è stato posto un po’ da tutti è l’importanza che la tutela sociale ha nel processo di transizione ecologica. C’è una consapevolezza di tutti che le parti più deboli vadano tutelate, e che gli stessi provvedimenti vadano presi avendo in mente la condizione di coloro che meno hanno”.

Bielorussia: il Consiglio deciderà sanzioni economiche

Coro unanime invece sulla Bielorussia, su cui ieri sera il Consiglio ha deciso che prenderà sanzioni economiche contro individui e società che sostengono il regime di Lukashenko, il divieto di sorvolo dello spazio aereo bielorusso, considerato non sicuro, e il divieto per gli aerei di Minsk di volare e fare scalo nello spazio aereo dell’Ue. Sanzioni che Draghi ha definito “equilibrate e ben dirette”. “Siamo un continente forte, non dobbiamo considerarci così deboli quando prendiamo delle decisioni giuste dal punto di vista umano”, ha aggiunto.

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