Le parole dell'ex capo della Polizia di Capitol Hill Steven Sund

I rivoltosi che il 6 gennaio hanno assaltato il Campidoglio degli Stati Uniti, interrompendo la certificazione della vittoria di Joe Biden, erano “preparati per una guerra”. Lo ha detto chiaramente l’ex capo della polizia del Campidoglio, Steven Sund, chiamato dal Senato a testimoniare per ricostruire le falle nella sicurezza che hanno portato i sostenitori dell’ex presidente Donald Trump a irrompere nell’edificio, cuore della democrazia del Paese.

Sund ha descritto gli assalitori come dei “criminali”, “coordinati e ben attrezzati”. È stato “il peggior attacco alle forze dell’ordine che ho visto in tutta la mia carriera”, durata quasi 30 anni, ha detto l’ex capo, dimessosi dopo le polemiche. Sund ha comunque difeso il suo operato spiegando che non aveva previsto una rivolta di quella portata e che il famoso rapporto redatto dall’Fbi della Virginia, in cui veniva lanciato l’allarme di una possibile “guerra”, non è mai arrivato sulla sua scrivania.

A oltre un mese dall’assalto, che ha sconvolto il Paese e il mondo intero, restano ancora molti dubbi su come sia stato possibile in un Paese all’avanguardia come gli Stati Uniti che un gruppo di rivoltosi sia riuscito a fare breccia tra le forze di polizia, arrampicandosi sui muri di Capitol Hill ed entrando nel Parlamento, scatenando il panico tra i legislatori.

Dopo l’assoluzione di Trump dall’accusa di aver istigato l’insurrezione, il Senato sta provando a fare chiarezza sull’accaduto. Alla Camera alta hanno preso il via le audizioni dei testimoni che proseguiranno nelle prossime settimane. A parlare sono stati per primi gli ex capi della sicurezza del Senato, Michael Stenger, e della Camera, Paul Irving (entrambi dimessisi), l’ex capo della polizia del Campidoglio, Steven Sund, e Robert Contee, numero uno ad interim del dipartimento di polizia metropolitano. Una seconda udienza, prevista nelle prossime settimane, esaminerà la risposta del Dipartimento della Difesa, di quello per la Sicurezza interna e dell’Fbi.

Quello che è emerso dalle testimonianze, riassunte dalla senatrice Amy Klobuchar, presidente di una delle due Commissioni del Senato che si occupano della vicenda, è che si è trattato di un’insurrezione pianificata che ha coinvolto i suprematisti bianchi e altri estremisti, e che c’è stata una falla nell’intelligence.

L’ex capo della polizia del Campidoglio ha detto ai legislatori di aver appreso solo dopo l’attacco che i suoi ufficiali avevano ricevuto un rapporto dall’Fbi a Norfolk, in Virginia, che prevedeva, in dettaglio, le possibilità che gli estremisti potessero scatenare una “guerra” a Washington il giorno successivo.

“Nessuna singola agenzia civile per le forze dell’ordine è addestrata e attrezzata per respingere, senza una significativa assistenza militare o di altre forze dell’ordine, un’insurrezione di migliaia di individui armati, violenti e coordinati”, ha detto Sund.

L’udienza è solo il primo di molti esami che verranno condotti su ciò che è accaduto quel giorno. Il Congresso sta anche prendendo in considerazione una commissione bipartisan e indipendente per rivedere i passi falsi fatti, e più commissioni hanno affermato che esamineranno diversi aspetti dell’assalto. Le forze dell’ordine federali hanno arrestato finora più di 230 persone accusate di essere coinvolte nell’attacco, che è costato la vita a cinque persone. Il giudice Merrick Garland, nominato come procuratore generale dal presidente Joe Biden, ha affermato nella sua audizione di conferma lunedì che indagare sulle rivolte “sarà una sua assoluta priorità”.

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