L'ex vice di Obama è ufficialmente il 46° presidente degli Stati Uniti
Joe Biden è ufficialmente il 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Il Collegio elettorale ha infatti confermato la vittoria ottenuta nelle elezioni del mese scorso dall’ex vice di Obama, con una solida maggioranza di 306 voti. Il voto Stato per Stato ha assunto un’importanza maggiore quest’anno a causa del rifiuto del presidente Donald Trump di ammettere la sconfitta.
Nonostante tutte le accuse di brogli avanzate nelle scorse settimane da Trump e che però non hanno trovato alcuna conferma, c’è stata poca suspense e nessun cambiamento poiché tutti i voti elettorali assegnati a Biden e al tycoon nel voto popolare del mese scorso sono stati riconfermati. Il democratico ha battuto nettamente Trump, che ha ottenuto 232 voti dei grandi elettori, superandolo di oltre 7 milioni nel voto popolare a livello nazionale.
“In questa battaglia per l’anima dell’America, la democrazia ha prevalso. Ora è il momento di voltare pagina, unire e guarire”, ha dichiarato Biden dalla sua Wilmington in un discorso in cui ha rinnovato la promessa fatta in campagna elettorale di essere il presidente di tutti gli americani, che abbiano votato per lui o no, ribadendo che il Paese ha un duro lavoro da fare sul virus e sull’economia. “Ciò che batte nel profondo del cuore del popolo americano è questo: la democrazia. Noi, il popolo, abbiamo votato. La fede nelle nostre istituzioni ha tenuto. L’integrità delle nostre elezioni è rimasta intatta”, ha dichiarato ancora il neo eletto presidente americano sottolineando che “in America, i politici non prendono il potere, le persone glielo concedono”.
“La fiamma della democrazia è stata accesa in questa nazione molto tempo fa. E ora sappiamo che niente, nemmeno una pandemia o un abuso di potere, può spegnere quella fiamma”, ha aggiunto ancora Biden che poi ha mandato un messaggio al suo avversario: “Accetti la sconfitta. Rispettare il volere del popolo è al centro della nostra democrazia, anche quando il risultato ci pare difficile da accettare. È il dovere di quanto hanno giurato di tutelare la Costituzione”. Biden ha poi ricordato che lo stesso Trump definì nel 2016 una “vittoria schiacciante” quella ottenuta contro la Clinton con i suoi 306 voti del collegio elettorale. Se quel risultato, identico ora al suo, costituì una chiara vittoria, l’ex vice presidente ha “suggerito rispettosamente” al presidente uscente di accettare la sua vittoria quest’anno.
Nessuna concessione è però arrivata da parte di Trump che ha continuato a rivolgere accuse di brogli elettorali e che, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca e dai collaboratori della sua campagna, è rimasto a lungo nello Studio Ovale chiamando alleati e colleghi repubblicani durante il conteggio del Collegio elettorale in corso. Non ci sono state dunque sorprese dell’ultima ora, come d’altronde era lecito aspettarsi, e i risultati saranno ora inviati a Washington dove verranno conteggiati in una sessione congiunta del 6 gennaio del Congresso che sarà presieduta dal vicepresidente uscente Mike Pence. Il 20 gennaio ci sarà invece il giuramento di Joe Biden a Capitol Hill, sede del Congresso americano, primo atto formale del neo Potus che avviene in genere davanti agli ex presidenti. E la domanda che in molti si pongono è questa: tra loro ci sarà anche Donald Trump?
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