“I militari devono impugnare le armi. I civili devono prendere e lanciare le bombe”: è una parte dell’inquietante videomessaggio di morte e terrore lanciato sui social questa settimana dal gruppo separatista armato del polisario dai campi di Tindouf, in Algeria. I leader del gruppo si ispirano allo Stato Islamico e lanciano il loro testamento invocando guerriglia e attentati terroristici contro il vicino Marocco, attivando di fatto le sue milizie e le cellule dormienti. A parlare è Khatri Alouh, Commissario politico del fronte polisario esortando i civili a “farsi esplodere in mezzo al nemico per causare il più grande numero di vittime”. Si tratta di un pericolosissimo precedente di escalation del terrorismo di matrice jihadista. Polisario attiva i bambini-soldato. Sempre sui social network è apparso lo scioccante video di un bambino di poco meno di 12 anni, in abbigliamento militare e la bandiera del polisario alle spalle, reclutato dalle milizie nei campi algerini di Tindouf con in braccio un kalashnikov “Fratelli, siamo pronti per la guerra. Quelli di voi che sono pronti devono accompagnarci alla guerra”, dice il bambino-soldato con uno sfondo musicale, urla e incitamenti.
¡ESCANDALOSO! En violación del derecho internacional, el #Polisario recluta a niños soldados y al estilo de #Daesh los utiliza para grabar, videos donde, provistos de armas,afirman su intención de ir a la guerra. @antonioguterres y @mbachelet deben YA tomar cartas en el asunto pic.twitter.com/RQXqcVfvjS
— Noticias@Marruecos (@Info_Marruecos) November 12, 2020
C’è somiglianza con il video-testamento del 14enne Abu al-Hassan al-Shami ,il più giovane attentatore suicida giovane dell’Isis che si è fatto esplodere nel 2015 con un camion imbottito di tritolo nella provincia irachena di Salahuddin. Come l’Isis anche il polisario sembra non farsi alcuno scrupolo a utilizzare i bambini reclutati dai predicatori e jihadisti. I campi di Tindouf nel sud dell’Algeria, come denunciano da anni le organizzazioni umanitarie, sono diventati un serbatoio prezioso per le organizzazioni jihadiste, dove vivono accampati ragazzini senza prospettive per il futuro. Da qui recluta il movimento jihadista al-Qaeda nel Maghreb islamico, le cui basi si trovano in Algeria, gli uomini di Mokhtar Bel Mokhtar, il rappresentante di al-Qaeda nel Sahara, cosi come i gruppi del Mujao collegati con il polisario secondo i rapporti delle intelligence occidentali. Il sodalizio Polisario-Isis è confermato anche dalla taglia da 5 milioni di dollari del Dipartimento di Stato americano che pende sulla testa del terrorista Adnan Abu Walid al-Sahrawi, membro del gruppo paramilitare Polisario e leader dell’organizzazione terroristica dello Stato islamico nel Grande Sahara (ISGS) che ha rivendicato l’attentato di ottobre 2017 contro la pattuglia congiunta USA-Nigeria vicino al villaggio di Tongo Tongo, in Niger, provocando la morte di quattro soldati statunitensi. Il polisario, raccontano fonti, sta cercando di nascondere la scissione al suo interno. Una parte invoca attentati suicidi e guerra contro il Marocco e l’occidente, mentre una parte sta seguendo l’ex ministro del polisario e leader del “Movimento saharawi per la pace” che raggruppo popolazione sahrawi dei campi e del sahara marocchino per chiedere una transizione verso una soluzione politica.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata