Apppelli alle milizie del Polisario a fare un passo indietro

Milano, 14 nov. (LaPresse) – Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto “gravemente preoccupato per le gravi conseguenze” degli ultimi sviluppi a confine tra Marocco e Mauritania, e ha rinnovato  gli appelli ai sostenitori dell'indipendenza nella zona del Sahara occidentale, le milizie del Polisario, a fare un passo indietro dopo una rinnovata esplosione di combattimenti, avvertendo che gli scontri potrebbero rompere un cessate il fuoco lungo quasi 30 anni.

Negli ultimi giorni, Guterres e altri funzionari delle Nazioni Unite sono stati coinvolti in “molteplici iniziative per evitare un’escalation”,  finora senza successo, “per prevenire la crescente tensione nella zona e per mettere in guardia contro le violazioni del cessate il fuoco e delle gravi conseguenze nel cambiamento allo status quo", ha riferito il portavoce Stephane Dujarric durante una conferenza stampa in cui ha spiegato che il capo dell'Onu “è impegnato a fare tutto il possibile per evitare il crollo del cessate il fuoco in vigore dal 6 settembre 1991, ed è determinato a fare di tutto per rimuovere gli ostacoli alla ripresa del processo politico per una soluzione politica negoziata alla questione del Sahara”.

Dujarric ha ricordato che la missione di pace Onu in Marocco, la Minurso, “si impegna a continuare a svolgere il suo mandato e il Segretario Generale invita le parti a garantire la piena libertà di movimento per la Missione (ONU) conformemente al suo mandato”. 

 

 

L'azione del Marocco nella zona cuscinetto di Guergarate è arrivata a seguito del rifiuto dei separatisti del Fronte Polisario di ottemperare alle richieste e alle ingiunzioni del Segretario Generale dell’Onu di lasciare la zona ed evitare l’escalation,  minacciando di ritirarsi dal cessate il fuoco se qualsiasi personale civile o militare marocchino fosse entrato nella zona cuscinetto. Così le forze marocchine hanno deciso di agire istituendo un cordone di sicurezza “al fine di garantire il flusso di merci e persone attraverso questo asse”, come ha ribadito in una nota lo Stato maggiore delle forza armate.  “Dopo essersi impegnato nella massima moderazione, e di fronte alle provocazioni delle milizie del Polisario, il Regno del Marocco non ha avuto altra scelta che assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla situazione di blocco generati da queste azioni e ripristinare la libera circolazione civile e commerciale ”, ha indicato ieri il Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione e dei Marocchini residenti all'estero. Secondo quanto riferito dal Marocco, il Polisario e le sue milizie, entrate nella zona dal 21 ottobre 2020, avrebbero compiuto atti di banditismo, bloccato la circolazione di persone e merci, aggredendo continuamente gli osservatori militari della missione Minurso, ricorda il ministero, rilevando che “queste azioni documentate costituiscono veri e propri atti premeditati di destabilizzazione e che alterano lo status dell'area violano gli accordi militari. Rappresentano a tutti gli effetti una vera minaccia alla sostenibilità del cessate il fuoco”. “Questi atti minano le possibilità di un qualsiasi rilancio del processo politico voluto dalla comunità internazionale”, ha insistito il ministero, rilevando che dal 2016 il Polisario ha moltiplicato questi atti nella zona cuscinetto, in violazione degli accordi militari, in disprezzo degli inviti all'ordine lanciati dal Segretario Generale dell’Onu e in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, in particolare 2414 e 2440, che ordinavano al Polisario di porre fine a questi atti destabilizzanti.

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