Lesbo, terza notte all’addiaccio per migliaia di migranti dopo incendi

Rifugi di fortuna per i profughi. Per autorità greche roghi appiccati da abitanti del campo

Migliaia di persone hanno passato la terza notte all'aperto sull'isola greca di Lesbo dopo gli incendi divampati nel campo profughi di Moria, lasciandoli senza abitazioni. Alcuni si sono svegliati dopo avere dormito sul ciglio della strada, dopo avere tagliato le canne e usato coperte di recupero per creare rudimentali rifugi per proteggersi dal freddo notturno e dal sole cocente del giorno, mentre altri sono ricorsi a tende o sacchi a pelo per ripararsi. Le autorità greche hanno affermato che gli incendi di martedì e mercoledì sera sono stati appiccati deliberatamente da alcuni migranti del campo come segno di protesta per gli ordini di isolamento emessi per prevenire la diffusione del coronavirus dopo che in 35 sono stati trovati positivi. Il campo era già stato messo in lockdown fino a metà settembre, dopo che era stato scoperto il primo caso: un uomo di origine somala a cui era stato concesso asilo e che aveva lasciato il campo, ma che era tornato a Moria da Atene.