Negli Usa cinque agenti penitenziari e un'infermiera sono accusati di omicidio involontario
La morte di un detenuto afroamericano in Nord Carolina rischia di alimentare ancora le tensioni razziali riesplose negli Stati Uniti dalla morte di George Floyd durante il suo fermo a Minneapolis. Lo sceriffo della Contea di Forsyth ha pubblicato due video che risalgono al 2 dicembre 2019 e mostrano il 56enne John Neville, nel carcere locale, lottare con alcuni agenti penitenziari che lo bloccano a terra impedendogli di respirare. Nelle immagini diffuse l'uomo urla "I can't breath" (non riesco a respirare) almeno 26 volte. Neville morirà il 4 dicembre, in un ospedale locale, tre giorni dopo il suo arresto per un'aggressione nei confronti di una donna. Secondo l'autopsia la morte sarebbe avvenuta per una lesione cerebrale causata da un arresto cardiaco che ha interrotto l'afflusso di ossigeno al cervello. Cinque agenti penitenziari e un'infermiera sono ora accusati di omicidio colposo. Nel video si vede la donna che cerca di misurare la pressione al detenuto, dicendogli che aveva avuto una crisi, un problema medico. L'uomo viene poi trasportato su una sedia a rotelle in un'altra cella dove cerca di liberarsi con tutte le sue forze dalla presa dei poliziotti che lo costringono a terra, fino a quando non perde i sensi e non risponde più.
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