Entrambi gli sfidanti hanno già rivendicato la vittoria

Testa a testa tra Benyamin Netanyahu, primo ministro israeliano in cerca di un quinto mandato, e l'ex capo di Stato maggiore, Benny Gantz. Secondo gli exit poll dei tre maggiori canali israeliani, il Likud di Netanyahu (di destra) è accreditato tra i 33 e i 36 seggi sui 120 del Parlamento, mentre la lista Blu-bianca di Gantz tra i 36 o 37 posti. Nonostante si tratti solo dei primi risultati, entrambi gli sfidanti hanno rivendicato la vittoria. Gli exit poll sembrano mostrare Netanyahu in una posizione migliore per formare una coalizione con l'aiuto di piccoli partiti di destra, ma l'esito finale, previsto per mercoledì, è tutt'altro che chiaro.

L'affluenza di votanti alle 20 si è attestata al 61,3 per cento, pari a 3.884.636 elettori, in calo rispetto al 62,4% del 2015. Netanyahu al momento del voto a Gerusalemme ha chiesto agli israeliani di "scegliere bene", mentre il rivale Gantz ha detto di essere "felice di essere su a una nuova via, per il bene dei cittadini".

Negli ultimi giorni, Netanyahu, 69 anni, di cui oltre 13 anni al potere, ha fatto di tutto per ottenere un quinto mandato. Come accadde nel 2015, ha tirato fuori dal cilindro una sorpresa dell'ultimo minuto, dicendosi pronto ad annettere gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, territorio palestinese occupato da oltre cinquanta anni da Israele. Le colonie sono illegali secondo il diritto internazionale e tale annessione finirebbe per sigillare definitivamente la fine della soluzione dei due Stati, formula di riferimento delle Nazioni Unite per risolvere il conflitto israelo-palestinese.

Intanto, nel giorno del voto è scoppiata anche la polemica, dopo che attivisti del partito Likud hanno portato telecamere nei seggi in quartieri a maggioranza araba. Il principale partito arabo, l'alleanza Hadash-Taal, ha presentato subito denuncia urgente alla commissione elettorale segnalando un tentativo d'intimidazione e di ridurre l'affluenza dei votanti appartenenti alla minoranza araba. E mentre i media riferivano che il Likud avrebbe dato centinaia di telecamere nascoste agli osservatori elettorali, Netanhyau ha respinto le critiche e detto che i dispositivi sarebbero utili. Il rappresentante del suo partito alla commissione elettorale, Kobi Massar, ha infatti parlato di "diffuse sospette violazioni" nel settore arabo, dicendo quindi che le riprese potrebbero "tenere le elezioni pulite".

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