Brexit, Londra taglierà i dazi sulle importazioni in caso di ‘no deal’

Brexit, Londra taglierà i dazi sulle importazioni in caso di ‘no deal’

Dopo la nuova bocciatura in Parlamento, il rischio di un'uscita senza accordo è sempre più alto. Oggi il voto su questa opzione

Il rischio di un 'no deal' sulla Brexit è sempre più alto dopo la nuova bocciatura del Parlamento e, in attesa del voto su questa opzione, Londra inizia a correre ai ripari. Per evitare un balzo nei prezzi per i consumatori e una interruzione delle catene di fornitura, il Regno Unito taglierà i dazi sulle importazioni in caso di divorzio senza accordo, applicando un regime temporaneo che potrebbe durare fino a 12 mesi in attesa di definire tramite negoziati un sistema permanente. "Se usciamo senza un accordo, imposteremo a zero la maggior parte dei nostri dazi sulle importazioni, mentre terremo i dazi per le industrie più sensibili", ha spiegato il ministro delle Politiche commerciali, George Hollingbery, sottolineando che "questo approccio equilibrato aiuterà a sostenere i posti di lavoro britannici e a evitare potenziali picchi di prezzo che colpirebbero le famiglie più povere". Il nuovo regime non si applicherà ai paesi con i quali il Regno Unito ha accordi di libero mercato e a circa 70 paesi in via di sviluppo che hanno accessi preferenziali al mercato britannico.

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Ue – Per garantire minor disagio possibile a cittadini e imprese, i deputati del Parlamento europeo hanno approvato delle misure d'emergenza su trasporto aereo e stradale, Erasmus, sicurezza sociale e pesca, nell'eventualità di un no deal sulla Brexit. Tali misure includono, fa sapere l'Eurocamera in una nota, garanzie giuridiche per gli studenti e insegnanti Erasmus che sono nel o vengono dal Regno Unito, per completare la loro attività di apprendimento in corso all'estero.

Comprendono, inoltre, la continuazione del finanziamento dei programmi Ue che creano relazioni transfrontaliere e intercomunitarie in Irlanda e Irlanda del Nord;  disposizioni per il mantenimento dei servizi di base di trasporto aereo e stradale di merci e autobus, la possibilità per i pescherecci di continuare a operare nelle acque dell'Ue e del Regno Unito. Le misure di emergenza non replicano i benefici che derivano da essere membri dell'Ue o quelli previsti dal periodo di transizione dell'accordo di uscita, sottolinea la nota, sono limitate nel tempo e adottate unilateralmente dall'Ue a condizione che il Regno Unito adotti misure analoghe.

Incertezza sull'economia – La confusione che regna nel Paese ha effetti anche sulla crescita, che, secondo le nuove stime dell'istituto pubblico Obr, svelate dal ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond, raggiungerebbe solo l'1,2% nel 2019, meno dell'1,6% stimato ad ottobre. Tuttavia, le previsioni di crescita sono state mantenute all'1,4% per il 2020 e sono perfino leggermente aumentate all'1,6% per il 2021 e il 2022, aprendo prospettive leggermente migliori rispetto alla stima precedente che riguardava i prossimi cinque anni.

Hammond, durante il suo intervento sul bilancio di primavera alla Camera dei Comuni, ha sottolineato che l'economia britannica rimane sotto la minaccia di una "nube di incertezza" legata al divorzio dall'Ue e che "il nostro compito più urgente in questa Camera è risolvere questa incertezza".

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