La ragazza, che viveva a Brescia, venne uccisa nella sua città natale di Mangowal. Undici mesi di processo: dimostrata la morte per strangolamento. Ma la corte ha concesso il beneficio del dubbio
Tutti liberi i tre pakistani accusati dell'omicidio di Sana Cheema, la ragazza italo-pakistana di Brescia strangolata a morte nei primi mesi del 2018 nella sua città natale di Mangowal. Ne danno notizia il Rawalpindi News e l'Express News Il giudice Amir Mukhtar Gondal ha ordinato il rilascio (dopo undici mesi di processo) degli imputati: il padre di Sana Ghulam Mustafa Cheema, lo zio Mazahar Cheema e il fratello Adnan. La sentenza ha concesso ai tre il beneficio del dubbio: una sorta di "insufficienza di prove".
La vicenda di Sana è venuta alla luce, quando il suo caso venne sollevato dal quotidiano locale lombardo "Il Giornale di Brescia" che denunciò la scomparsa della ragazza.. Sana, 26 anni, assolutamente integrata a Brescia, era fidanzata con un ragazzo italiano e voleva sposarsi. Decise quindi di recarsi in Pakistan, forse per avere una sorta di "permesso" dalla famiglia o, a quanto si è saputo, per costringerla a un matrimonio combinato. Purtroppo, la vicenda finì con la morte della ragazza. La famiglia fece sapere che Sana era malata e che il decesso era avvenuto per cause naturali. Il corpo venne esumato e l'autopsia rivelò che era stata strangolata. I tre (padre, zio e fratello) vennero quindi arrestati e processati. La famiglia ha continuato a difenderli producendo documenti e certificati medici nel tentativo di dimostrare che Sana era malata e che si era fatta ricoverare in un ospedale privato. La notizia è stata però smentita dallo stesso ospedale che, carte alla mano, dimostrò che Sana si era recata una sola volta nella struttura ospedaliera, l'11 aprile, chiedendo qualcosa per la nausea.
Ma il giudice pakistano non ha ritenuto sufficienti le prove dell'accusa e ha concesso ai tre il beneficio del dubbio.
Matteo Salvini – Immediata la reazion del ministro degli Interni Matteo Salvini. "Che vergogna! Se questa è 'giustizia islamica' c'è da aver paura. Una preghiera per Sana. Scriverò al mio collega, il ministro dell'Interno pakistano, per esprimere il rammarico del popolo italiano".
Maurizio Gasparri – Ed ecco la dichiarazione di Maurizio Gasparri: "La assoluzione dei parenti di Sana, la ragazza che fu portata via dall'Italia nell'aprile del 2018 per un matrimonio combinato e che poi fu uccisa, è una pagina di orrore giudiziario. Quanto è avvenuto in Pakistan non può lasciare inerti le istituzioni italiane, che devono assumere iniziative formali e ufficiali nei confronti del Pakistan. Si ledono principi di giustizia fondamentali che devono essere rispettarti a livello internazionale. Assolvere in questo modo gli assassini di Sana è un evento turpe che ricopre l'intero Pakistan di una montagna di vergogna. E lo dobbiamo dire a chiare note, vergogna! Vergogna! Vergogna! L'impunità per gli assassini di Sana è uno schiaffo dato a tutto il mondo".
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